Il sindaco Coppola vuole ristrutturare l’edificio
Divina Provvidenza
In questi ultimi due anni, non pochi miei articoli pubblicati sulle pagine di questo periodico (ultimo “Lettera al cugino Alberigo” a p. 36 de ‘Il Litorale’ del 1-16 sett. 2020), esprimevano l’inquietudine e la preoccupazione per le sorti dello storico edificio, appartenente alla tradizione locale, dell’ex Divina Provvidenza, incapsulato dai tubi Innocenti con il rischio di finire come la ex casa di riposo ‘G. Tosi’, o l’edificio ex deposito delle corriere su via Cavour di fronte al piazzale Berlinguer, oppure, ancora, la ex ‘casa del ferroviere’ (chiesetta del 600)…
Apprendo da Internet delle parole di interessamento espresse dal sindaco Alessandro Coppola per il ripristino dell’edificio, così che, speriamo a breve, le associazioni culturali che da oltre 30 anni vi operavano (in alcune stanze) possano farvi rientro. L’associazione culturale IBIS (presid. il Prof. F. Fornaro) che nei decenni ha dato vita a un grande numero di iniziative multi culturali ed artistiche, il laboratorio-scuola di arte e ceramiche dei proff. Gatti e Silvestri, e, non per ultimo, il laboratorio d’arti visive e teatrali di Rezza Mastrella (e, personalmente, spero anche la scuola di musica della banda di Nettuno). Si verrebbe a ricostituire così un polo culturale di eccellenza per una città che, purtroppo corre l’obbligo di ricordare, non ha quasi presidi culturali di carattere permanente (biblioteca, sala cinematografica, teatro, auditorium e quant’altro; –paradossalmente li aveva prima: 30 40 aa or sono).
L’impegno del “Leone d’oro” Rezza-Mastrella, nei confronti del ripristino dell’edificio come luogo di relazione, socialità, arte e cultura, è stato determinante: è una buona notizia e speriamo che la questione vada in porto al più presto, in parallelo ai lavori per il parcheggione di p.le Berlinguer iniziati da pochi giorni, grazie anche ai fondi del mutuo acceso dall’ex Commissario prefettizio un paio di anni fa. Una piaga nel centro della città che si trascinava da più di 7 anni, speriamo che altri ‘non-luoghi’ sparsi nel territorio centrale di Nettuno vengano presi in carico e, nel tempo, doverosamente ripristinati a uso civico: la già citata ‘G. Tosi’ e la ex casa del ferroviere ormai in avanzato stato di fatiscenza, il cavalcavia e lo spazio sottostante inutilizzato ed abbandonato, l’ecomostro, la questione del teatro, del manufatto in cemento di fianco al Santuario, lo scheletro ferroso del Parco Loricina.
Intanto un ringraziamento per l’impegno promesso al Sindaco e al tandem Mastrella Rezza, reduce –con il suo film ‘Samp’- dalla mostra di Venezia, per l’impegno profuso per il palazzo dell’ex ‘Divina Provvidenza’.
Giuseppe Chitarrini
Un’autobiografia fra comunità, società e società complessa. Edito da Fusibilia
Nettuno a memoria di Chitarrini
La lunga passeggiata del lungomare di Nettuno iniziava dalla fontanella dopo l’arco d’accesso al centro storico. Un ombroso pergolato di tamerici proteggeva dall’accecante sole estivo e, parzialmente anche dalla pioggia in inverno. Sulla destra, dove adesso è il chiosco delle informazioni turistiche, c’erano due o tre banchi che vendevano cozze pescate in mattinata, consumabili anche lì per lì con una spruzzata di limone. Accanto ai banchi le scalinate che scendevano giù verso il mare e gli scogli: a sinistra si andava verso lo ‘scoglio Orlando’, mentre a destra si voltava accedendo alla suggestiva e struggente passeggiata ‘Marciaronda’, che costeggiava le mura del borgo separandole dai flutti che si infrangevano sugli scogli, e in caso di mare agitato, sulla passeggiata col selciato fatto di grandi sanpietrini, resi lucidi e scivolosi dall’umidità marina. Nei giorni di mare agitato e cielo grigio e basso, la Marciaronda assumeva una livrea di livida e severa bellezza…
È uscito alle stampe da FusibiliaLibri, “Nettuno a memoria, un’autobiografia fra comunità, società e società complessa”, di Giuseppe Chitarrini. Il volume, con la prefazione di Ugo Magnanti, comprende un saggio metodologico dell’autore e un’appendice fotografica.
Bellissime pagine che ripercorrono sul filo della memoria, aspetti, episodi, luoghi, di un vissuto autobiografico inevitabilmente collocato nel contesto storico-sociale nettunese.
Nelle prossime settimane la presentazione.
Giuseppe Chitarrini ha lavorato per trentasei anni presso i Servizi sociali ed educativi della Città di Nettuno. Laureato a pieni voti in sociologia e pedagogia alla ‘Sapienza’ di Roma, ha poi conseguito il diploma di perfezionamento in ricerca sociale preso la facoltà di scienze statistiche della stessa università e successivamente il diploma di formazione in antropologia culturale delle società complesse, preso la facoltà di scienze sociali, politiche e della comunicazione della stessa università. Nell’attività lavorativa ha anche svolto l’attività di mediatore famigliare, dopo averne conseguito il titolo presso il centro per l’età evolutiva di Roma. Dal 1998 al 2002 è stato giudice onorario presso il tribunale per i minorenni di Roma. In qualità di pubblicista è iscritto all’Albo del Lazio e del Molise, e collabora con diverse testate locali; contemporaneamente scrive saggi brevi, articoli, recensioni e altri tipi di interventi su riviste specializzate di carattere nazionale (“Studi di Storia dell’Educazione”, “L’Abaco”, “MinoriGiustizia”, “Sociologia… la società in Rete”, “Occhioall’arte” e per il notiziario dell’Associazione Nazionale Sociologi: A.N.S. della quale è socio benemerito). È autore dei saggi “Edipo, Amleto, Pinocchio e gli altri. Aspetti educativi e formativi della Tragedia, della Fiaba e del Romanzo” (2014), e “I nodi al pettine. Storie di bambini che diventano minori” (2018).