Dal bilancio 2019 emergono 18 milioni di rosso, oltre ai 31 milioni di accantonamenti fanno 48 milioni di debiti per i prossimi 15 anni
Lo spettro del dissesto finanziario
Il primo consuntivo redatto dal nuovo dirigente alle finanze Emiliano Di Filippo, ha fotografato una situazione tutt’altro che rosea per le casse del comune e per i futuri investimenti della città. Un buco in bilancio da 18 milioni di euro da ripianare in 15 anni, generato in parte dall’esigenza di prevedere maggiori accantonamenti- 31 milioni di euro per il 2019 – per via dell’inefficacia dimostrata nella riscossione dei tributi, in parte ai vecchi debiti legati al DL 35 e all’adozione nei bilanci passati del metodo semplificato per far quadrare i conti, ma oggi ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale. Un debito milionario che inciderà nei prossimi anni sulle già ridotte capacità di spesa di un ente già gravato da decreti ingiuntivi milionari e crediti solo virtuali. E poi c’è la lettera della Corte dei Conti, che proprio concentrando l’attenzione sui bilanci degli ultimi anni ha chiesto al Comune di inviare controdeduzioni su alcune criticità riscontrate.
Lo spettro del dissesto finanziario che pare profilarsi alle porte, non sembra preoccupare il sindaco Antonio Terra. Consapevole delle difficoltà che in futuro l’amministrazione si troverà ad affrontare, il Primo Cittadino punta tutto sulla lotta all’evasione fiscale e se ciò non dovesse bastare su ulteriori tagli alla spesa.
“Proprio oggi – ha spiegato il sindaco Terra – abbiamo saputo che dopo il blocco dovuto all’emergenza Covid 19, potremo riprendere le attività di accertamento sull’evasione fiscale, lo faremo seguendo le nuove regole che, come noto, ci permettono subito dopo l’invio degli avvisi di accertamento di procedere con i pignoramenti.
La situazione è difficile: dovremo rinunciare a circa un milione e 800 mila euro l’anno per 15 anni per poter ripianare il debito e nel frattempo ad oggi possiamo contare su entrate tributarie che incassiamo al 65-70%.
Sono mancati in questi anni alle casse del Comune 24 milioni di euro e abbiamo dovuto comunque assicurare i servizi ai cittadini. Una parte dei cittadini non paga le tasse; evasione ed elusione sono elevate perché gran parte delle famiglie che non pagano soffrono a causa della crisi economica e della disoccupazione aggravata dal Covid 19.
E in questo scenario le dure regole intervenute per la redazione dei nuovi bilanci, l’obbligo di accantonare nei bilanci le somme che non riusciamo ad incassare, ha finito per mettere in difficoltà i comuni italiani, non solo Aprilia. Di questo spesso parliamo all’interno dell’Anci e confidiamo che il governo intervenga. Quanto alla riscossione coattiva sugli accertamenti già emessi, bisognerà aspettare settembre”.
Sorvolando sui dettagli della richiesta pervenuta dalla Corte dei Conti e sulla quale comunque la commissione farà chiarezza, il Primo Cittadino sembra giustificare l’errore nei precedenti bilanci, dove sistematicamente adottando il metodo semplificato dal 2015 il vecchio dirigente alle finanze aveva utilizzato la quota del fondo di anticipazione di liquidità da rimborsare per sistemare l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità previsto nel risultato di amministrazione, metodo censurato dalla Corte Costituzionale.
“Molti comuni lo hanno fatto – dichiara Terra – i dirigenti avevano filosofie di pensiero diverse su questo punto. Vero è che negli anni si sono succeduti due diversi Collegi dei revisori, senza mai rilevare particolari problemi”.
Ma il maxi debito, avrà effetti sulle prossime aliquote Tari? La pressione fiscale verrà inasprita per far quadrare i conti?
“Non ne abbiamo bisogno – risponde il sindaco – e se avessimo 5 o 6 milioni di euro in più potremmo permetterci anche di investire sulle opere pubbliche che oggi riusciamo comunque a realizzare con i finanziamenti dello stato. Recepirli per me non è una colpa ma una nota di merito”.
“Invece di cercare colpevoli per il disavanzo generato da questa amministrazione, il Sindaco farebbe bene a rendere pubblico il contenuto della lettera inviata dalla Corte dei Conti per mettere in mora passaggi poco chiari nei bilanci degli ultimi anni”.
Dopo le dichiarazioni del sindaco, la Lega di Aprilia prende posizione riguardo al buco in bilancio emerso dal rendiconto 2019, il primo redatto dal nuovo dirigente alle finanze Emiliano Di Filippo dopo il trasferimento volontario del dottor Francesco Battista. Un bilancio che chiude a -48 milioni 673 mila 147 euro per quanto riguarda il disavanzo complessivo da ripianare e inserire all’interno del bilancio preventivo, di cui 9 milioni 120 mila 330 euro derivanti dal cambio di metodo nel calcolo del Fondo Crediti di dubbia esigibilità (per via di un accantonamento calcolato di 31 milioni di euro per il 2019), 18 milioni 256 mila 345 euro dalla nuova contabilizzazione del fondo di liquidità e 787 mila 128 euro dalla gestione 2019.
“Troppo evasivo sulle richieste della Corte dei Conti- afferma il partito rappresentato in consiglio da Roberto Boi e Francesca Renzi –il Primo Cittadino trova giustificazione sull’approvazione di quei bilanci sempre contestati dall’apposizione nei pareri espressi dal collegio dei revisori. Dimentica che in passato proprio i revisori avevano invitato l’amministrazione a modificare uno degli ultimi bilanci, ritenendo insufficienti gli accantonamenti sul fondo di dubbia esigibilità, accantonamenti che infatti oggi si rivelano insufficienti e mal inseriti nelle poste di bilancio. Il problema di fondo però, come abbiamo sempre rilevato, è che il Comune di Aprilia, indebitato anche per colpa di contenziosi milionari, non riesce a incassare.
Mancano alle casse almeno 24 milioni di euro, somme che in parte l’ente non riuscirà mai ad incassare e anche sugli ultimi accertamenti gli incassi sono ben al di sotto delle aspettative. Malgrado ciò le civiche, nell’elaborazione dei preventivi, sono sempre state influenzate dalle somme virtuali degli accertamenti piuttosto che dalle somme effettivamente riscosse e questo ha avuto un effetto negativo sia sugli stanziamenti di risorse comunali per opere pubbliche e servizi – praticamente assenti – sia sull’esigenza di ricorrere costantemente alle anticipazioni di cassa, indebitando ulteriormente l’ente”.
Oltre agli errori tecnici, per la Lega di Aprilia che boccia la gestione del settore, il consuntivo 2019 diventa l’emblema della sconfitta politica delle civiche.
“La guerra alla gestione privata dei tributi e il ritorno alla gestione diretta poteva essere una opportunità, ma si è tradotta in un fallimento. É stata la bandiera per vincere le elezioni, ma poi questa maggioranza variegata, guidata dal 2012 da Antonio Terra, ha snaturato il suo programma originario: gli atti parlano di tentativi di privatizzazione della riscossione coattiva, affidamenti diretti di alcuni servizi a società private e assenza di soluzioni efficaci.
E il disavanzo milionario causato dalle giunte civiche, che indebiterà anche le prossime amministrazioni, ne è la prova”.
Francesca Cavallin