Il 10 maggio si terrà una Conferenza di Servizi presso la Città Metropolitana per la realizzazione di un deposito di rifiuti in via Spadellata
In arrivo un nuovo impianto dei rifiuti a Padiglione
Abbiamo appreso, senza stupore, della autorizzazione all’apertura di Eco Transport a località Sacida. L’autorizzazione viene rilasciata da Città Metropolitana a guida 5 Stelle, nonostante parere negativo della Regione Lazio e dei vari comitati cittadini formatesi nel tempo. Questa è l’ennesima ferita che il centro destra infligge ad Anzio. La piaga di 21 anni di guida centro destrista ancora non guarisce, anzi infetta sempre più. 21 anni fa iniziò la deriva di questo paese con la distruzione della piazza, con un Piano regolatore scellerato, con un porto completamente abbandonato e con un territorio situato al nord del porto scelto come mondezzaio del paese. Prima la Biogas con i suoi miasmi, ora uno stoccaggio rifiuti con le sue conseguenze con un terzo in arrivo, e mentre spendiamo ulteriori 150 mila euro per una perizia di variante (non sostanziale) bensì solo formale per cambiare mattonelle sul marciapiede della Riviera Mallozzi (nemmeno si trattasse del bagno privato del primo cittadino) poco lontano si continua a colpire questo territorio. Non solo! I Rifiuti sono come l’edilizia. C’è la ciccia intorno all’osso. E dunque cosa fa il Primo Cittadino? Affida, o intende affidare, tutto il servizio nettezza urbana ad una ditta di Ciampino a guida Lega. Questa ditta municipalizzata completamente pubblica del Comune di Ciampino, dovrà gestire 72 milioni di euro (quando mai li ha visti) affidati ad un partner dello stesso partito. In cambio di cosa? Cosa si va a scambiare, a nome e per conto dei cittadini di Anzio, per 72 milioni di euro? Certo non è per amore di Patria. Intanto a Sacida piangono il loro voto, anche lì scambiato in cambio di promesse. Ma ci pensate? In consiglio comunale di oggi ci sono gli stessi presenti in Consiglio Comunale di ieri. Ma quando prenderemo coscienza? Quando ci sveglieremo da questo sonno ipnotico che ci hanno indotto? Cosa ci occorre ancora per chiudere loro la porta in faccia quando armati del più splendente dei loro sorrisi torneranno?
Lina Giannino PD
“Se vengono qua qualcuno ce li vuole”; qualcosa del genere il Sindaco De Angelis pronunciò in Consiglio Comunale quando era illustre Consigliere di opposizione. Si riferiva al proliferare degli impianti di trattamento rifiuti nella zona di Padiglione e l’allusione era chiara a tutti. Poi diventò di nuovo Sindaco di Anzio, anche grazie ai tantissimi voti che prese nella zona di Padiglione-Sacida. Ora il piano di trasformazione del quartiere in un polo di trattamento di rifiuti si va via via concretizzando. Alcuni giorni orsono è giunta notizia di una Conferenza di Servizi programmata per il 10 maggio, presso la Città Metropolitana, per analizzare il progetto proposto dalla ditta Eco-Transport in una zona ubicata lungo la via della Spadellata, per la realizzazione di un deposito di rifiuti, Si pensò, con un sospiro di sollievo, che questo progetto fosse in sostituzione di quello che la ditta aveva programmato in via delle 5 miglia e che non era e non è accettabile in quanto è previsto a circa 280 metri, invece dei 1000 previsti dal nuovo regolamento comunale, da obiettivi sensibili. Poi, la sorpresa, il giorno 8 aprile la Città metropolitana firma una determina con cui approva il contestatissimo vecchio progetto di via delle 5 Miglia. Cercando di sintetizzarne l’iter di questo progetto:
Una richiesta di permesso a costruire fu inoltrata al Comune di Anzio in data 5-4-2016 dalla ditta FE.GI. Immobiliare ed era relativa alla realizzazione di un “impianto di lavaggio con annesso volume tecnologico, attività logistica ed area attrezzata per la sosta degli automezzi di proprietà” su un lotto di terreno. Una seconda richiesta di permesso a costruire venne presentata dalla ditta FEGI Immobiliare insieme alla Ditta Eco-transport in data 28-4-2016. Il permesso a costruire n 30/2016 fu concesso a brevissima distanza e cioè in data 5-5-2016. Il progetto è sempre lo stesso del precedente solo che è relativo a due lotti contigui invece di uno. In data 16-5-2016 sempre le due Ditte FE.GI. ed Eco-transport presentano una richiesta di variante in corso d’opera di quanto approvato, che viene normalmente richiesta per modifiche minimali, trasformando il progetto iniziale stesso in un progetto molto piu complesso nel quale: sul lotto A, viene di nuovo indicata e richiesta la realizzazione di un impianto per “attività di logistica, trasporto merci ed area per la sosta e lavaggio” e viene inserito un nuovo edificio di mq 173 e un volume di circa 1500 mc adibito ad uffici, mensa, foresteria e servizi (a fronte di un edificio assentito nel Permesso a Costruire. n. 30/2016 di mq. 57,50 e una cubatura di 161 mc) Nel lotto B invece viene indicato un impianto adibito ad “attività di logistica, trasporto e gestione di rifiuti” con la realizzazione di un edificio di 608 mq ed una cubatura di 5.200 mc per officina, stoccaggio, uffici e servizi. Quindi da un progetto iniziale (Permesso a Costruire. n. 30/2016) che prevedeva la realizzazione di un solo edificio di circa 57 mq e 161 mc, sul lotto A, si è passati ad un intervento complessivo con la realizzazione di 3 edifici e complessivi 838 mq e 6861 mc con un incremento di oltre il 4.000%. Ma ancora più rilevante risulta la nuova destinazione d’uso che oltre a prevedere “attività di logistica, trasporto merci ed area per la sosta e lavaggio” per il lotto A, aggiunge per il Lotto B “attività di logistica, trasporto e gestione di rifiuti”. Un progetto di un piccolo manufatto e di un impianto di lavaggio viene normalmente trattato a livello comunale ed i permessi sono soggetti ai regolamenti urbanistici comunali. Ma se un progetto si occupa di rifiuti “pericolosi e non” allora è soggetto al T.U.A.(Testo Unico Ambientale) o legge n. 152 e quindi è la Città Metropolitana, in questo caso, a trattarlo. L’iter presso questo ente è stato lungo e controverso. Le associazioni si sono opposte, la Regione Lazio ha dato parere negativo ed il Comune di Anzio ha ribadito una contrarietà condivisa nel fatto che il progetto non rispetta le norme di sicurezza da obiettivi sensibili di 500 metri (Regione) essendo ad una distanza di circa 280 metri da palazzine e da una scuola. Il Comune dovrebbe comunque spiegare se risponde al vero che è stata concessa una variante in corso d’opera di un progetto che da 161 mc di cubatura era diventato di 6861 mc. Nel frattempo il permesso a costruire è decaduto per raggiunti limiti di tempo ma, sembra che un nuovo permesso sia stato concesso dal Comune di Anzio all’inizio del 2021, dopo, sembra, un rifiuto del Comune di Anzio ed un ricorso al TAR vincente della ditta. La Città Metropolitana ha emesso una determina di approvazione ma tanti sono i quesiti che restano:
1. Come è possibile che il Comune di Anzio abbia potuto rilasciare un Permesso a Costruire per un progetto del genere posto a circa 280 metri da obiettivi sensibili mentre il Regolamento Comunale ne prevede 1000?
2. Se tale permesso è avvenuto a seguito di un ricorso al TAR. Quali sono le ragioni con cui il TAR ha supportato la richiesta della Ditta?
3. Quali solo le azioni che il Comune intende far valere perchè le regole comunali vengano applicate?
4. Se i termini di riferimento sono relativi al vecchio Permesso a Costruire, risponde a verità che il permesso rilasciato per una costruzione di 161 mc sia stato trasformato in un permesso ad edificare un edificio complesso di 6961 mc come variante in corso d’opera? Se è vero, in base a quale normativa?
5. Come è possibile che l’Ufficio della Ing Tosini abbia parzialmente rivisto il suo iniziale parere complessivo negativo, dovuto alla carenza della distanza di sicurezza, senza che nessuna riubicazione sia avvenuta?
6. Si sente parlare di progetto “depotenziato” e quindi non più impattante a livello ambientale. Inviterei chi lo afferma a leggere con attenzione la Determina ed i sui allegati. Ma se il progetto non è più impattante allora esso non ricade piu nel perimetro della legge 152 e quindi il Comune di Anzio non ha bisogno di un Ente superiore per autorizzarlo. Se invece esso continua a ricadere nella materia prevista dalla legge 152 allora rientra fra i progetti che oggi devono essere posti ad almeno 1000 metri da obiettivi sensibili e ciò sia per il Regolamento Comunale e sia per il Nuovo Piano Regionale. Ho posto alcune considerazioni in modo dubitativo per cui resto disponibile per eventuali rettifiche, ma alcuni aspetti e molti dettagli di questa storia chiedono chiarezza. Sono certo, però, che il Comune di Anzio vorrà dissipare ogni dubbio e vorrà dare le risposte alla gente della zona e, quello che più conta, fare in modo che le norme valide nel Comune di Anzio vengano rispettate anche nel disgraziato quartiere di Padiglione.
Sergio Franchi
Analisi della sabbia
Saranno pronte a breve le analisi del campionamento subacqueo della sabbia, prelevata nel canale di accesso al Porto di Anzio, propedeutiche all’intervento di dragaggio ed alla conseguente opera di ripascimento lungo le spiagge di Ponente. Continua, senza sosta, l’impegno congiunto dell’Amministrazione De Angelis e della nuova struttura societaria della Capo d’Anzio Spa, guidata dal Presidente, prof. Ernesto Monti, finalizzato a mettere in sicurezza, in collaborazione con la Regione Lazio, il canale d’accesso al bacino portuale.
A coordinare le operazioni di campionamento in mare, affidate nei giorni scorsi dall’Ente Comunale, il Responsabile Tecnico della Capo d’Anzio, Gabriele Carannante, il Consigliere Comunale delegato al Demanio, Massimiliano Marigliani ed il Funzionario Responsabile del settore, Walter Dell’Accio. L’intervento segue l’esecuzione dei rilievi batimetrici, ottimamente eseguiti dalla Capo d’Anzio.
“Stiamo lavorando alacremente, in sintonia con la Regione Lazio, - afferma il Sindaco, Candido De Angelis - per coniugare l’intervento di escavo del Porto con il ripascimento delle spiagge, che contiamo di portare a compimento prima dell’inizio della stagione estiva”.
Comune di Anzio