Pomezia inserita nei territori che vedranno potenziati i servizi sanitari
Casa e ospedale di comunità
Il 2022 inizia con una buona notizia per la sanità pubblica di Pomezia.
La Regione Lazio, grazie ai fondi del Pnrr, ha inserito la nostra città tra i territori che vedranno potenziati i servizi sanitari e la medicina di territorio. A Pomezia in particolare nasceranno una “casa della comunità” (casa della salute), un ospedale di comunità e una Centrale Operativa Territoriale della Asl6 nella struttura sanitaria della Macchiozza.
Ad annunciarlo è stato l’on. Rodolfo Lena presidente della commissione Sanità in una diretta facebook sulla pagina del Partito Democratico di Pomezia avvenuta sabato 8 gennaio in cui hanno anche partecipato il neo segretario del Pd Eleonora Napolitano, il capogruppo Stefano Mengozzi e il segretario della Pro Loco Citta di Pomezia Vincenzo Scherillo.
La presenza di Scherillo ha un preciso significato, infatti fu nella diretta facebook organizzata dalla Pro Loco Città di Pomezia di fine maggio del 2021 che l’allora neo presidente della commissione Sanita Rodolfo Lena annunciò che si stava impegnando per portare a Pomezia i suddetti servizi. Ricordo che in quella diretta erano collegati con Lena, oltre a Scherillo, il presidente della Pro Loco Claudio Mazza e il sottoscritto.
Avere dato seguito dopo pochi mesi a quell’impegno testimonia la serietà del presidente Lena.
In merito ecco il comunicato della segretaria del Pd di Pomezia Eleonora Napolitano
“Il Presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio ci ha illustrato il progetto che la Regione Lazio ha approvato grazie ai fondi del PNRR e che vedrà a Pomezia la nascita di una Casa della Comunità e di un Ospedale di Comunità.
Tali nuove realtà sanitarie pubbliche rappresentano per la nostra Città un potenziamento dei servizi sanitari e della medicina territoriale, il cui valore è emerso con forza negli ultimi due anni di crisi pandemica.
Il dialogo sul tema della sanità con l’On. Lena, iniziato diversi mesi fa, è stato importante per mettere in luce esigenze e bisogni specifici e rimarcare alcune assenze, anche grazie al coinvolgimento della Pro Loco di Pomezia, ieri rappresentata da Vincenzo Scherillo.
Al termine dell’incontro – che è stato attivamente partecipato - abbiamo invitato (pandemia permettendo) l’On. Lena a venire a trovarci a Pomezia in occasione di una futura iniziativa sui temi della Sanità che devono continuare a vederci attenti ed impegnati.
Crediamo di aver inaugurato questo nuovo anno con una importante notizia per Pomezia e siamo certi che la presenza dell’Ospedale di Comunità e, ancor più, della Casa della Comunità rappresentino un successo ovvero l’inizio di rinnovata attenzione da parte della Regione Lazio verso i bisogni sanitari e di cura territoriale della nostra Città”.
A.S.
Le Case della Comunità: che cosa sono?
Le Case della Comunità sono strutture sanitarie, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria.
In queste strutture, al fine di poter fornire tutti i servizi sanitari di base, il Medico di Medicina Generale e il Pediatri lavorano in équipe, in collaborazione con gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione e altri. La presenza degli assistenti sociali nelle Case della Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.
La figura chiave nella Casa della Comunità sarà l’infermiere di famiglia, figura già introdotta dal Decreto Legge n. 34/2020 che, grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche nel settore delle cure primarie e della sanità pubblica, diventa il professionista responsabile dei processi infermieristici in famiglia e Comunità.
Secondo il PNRR, la Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare ai malati cronici.
La Casa della Comunità è finalizzata a costituire il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso un’infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, e ha il fine di garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento.
Tra i servizi inclusi è previsto, in particolare, il punto unico di accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali (servizi sociosanitari) e i servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari secondo un approccio di medicina di genere.
Potranno inoltre essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili, variamente organizzati a seconda delle caratteristiche della comunità specifica.
Gli ospedali di comunità
Il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) si pone anche l’obiettivo del potenziamento dell’offerta dell’assistenza territoriale attraverso lo sviluppo degli Ospedali di Comunità, una struttura residenziale sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata.
Tale struttura, la cui dimensione viene prevista in 20 posti letto (fino ad un massimo di 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica, contribuisce ad una maggiore appropriatezza delle cure determinando una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari come ad esempio quelli al pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche.
L’Ospedale di Comunità potrà anche facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei pazienti.
Pomezia dovrebbe fare come Roma sui vincoli del diritto di proprietà
Affrancazione nella 167
La Giunta Capitolina ha approvato nel dicembre scorso una delibera che, recependo una recente sentenza della Corte Costituzionale, stabilisce che dopo 20 anni in diritto di proprietà viene sciolto ogni vincolo per l’affrancazione degli immobili realizzati nei Piani di Zona e non si dovrà, quindi, più presentare istanza per ottenerla.
“Attraverso questa delibera, che sarà sottoposta all’esame e all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, sarà quindi riconosciuta la cessazione del vincolo del prezzo massimo di cessione e del canone di locazione riguardo i beni già convenzionalmente in diritto di piena proprietà o oggetto di successiva trasformazione del diritto di superficie (così precedentemente convenzionato) allo scadere della durata della convenzione. Di conseguenza, nessun procedimento di affrancazione e nessun relativo atto notarile o negoziale in qualunque forma saranno più necessari quando sia già trascorsa la scadenza specificata nella convenzione. In questi casi tutti i vincoli si intenderanno già cessati e, quindi, gli immobili saranno liberamente commerciabili senza alcuna limitazione di prezzo o altri vincoli derivanti dalle convenzioni. L’Amministrazione Capitolina, quindi, adeguerà e integrerà gli schemi convenzionali attualmente in uso, inserendo specifici contenuti a sostituzione ed integrazione di quelli già esistenti. La questione delle affrancazioni riguarda gli immobili realizzati all’interno dei Piani di Zona di cui alla Legge 167/62 e convenzionati ex art. 35 della Legge 865/71. Ora Roma Capitale interviene per chiarire e snellire le procedure, recependo le decisioni della Corte Costituzionale che, con una sentenza del settembre 2021, ha affermato la temporaneità del vincolo in questione e quindi la automatica riduzione dello stesso alla durata della convenzione”.
Ricordiamo che anche Pomezia ha una importante presenza della zona 167 dislocata nel quartiere Nuova Lavinium. L’amministrazione De Fusco, deliberò canoni di affrancazione esosi, molto più alti di Roma e oggetto di tantissime contestazioni.
Successivamente l’amministrazione grillina, visto che i costi alti di affrancazione avevano portato ad usufruirne solo chi vendeva e quindi soltanto perché costretto, probabilmente per tentare di rimpinguare le casse comunali, mise degli sconti a tempo, anche questi contestati. Giustamente in molti facevano presente che la pubblica amministrazione non è un supermercato che fa gli sconti entro un lasso di tempo limitato penalizzando chi in quel momento non dispone della somma, ma deve creare un meccanismo che deve aiutare tutti. Ora le decisioni di Roma inevitabilmente devono costringere anche altri Comuni ad adeguarsi, soprattutto Pomezia dove mi dicono che si pagano cifre di affrancazione tra le più alte d’Italia.
Il capogruppo del Pd di Pomezia Stefano Mengozzi mi ha riferito che il suo partito sta studiando i provvedimenti di Roma per vedere come applicarli anche a Pomezia cosi da farne richiesta all’amministrazione.
Il portavoce del centro Destra Unito Giuliano Peretti ci ha riferito che l’affrancatura degli immobili in zona 167 farà parte del loro programma elettorale per le prossime amministrative di Pomezia “Noi questo problema lo risolveremo - ci ha sottolineato Peretti - attivando soluzioni che permetteranno a tutte le famiglie interessate di affrancare gli immobili”.
Roberto Mambelli presidente dell’Associazione “La Lente” che è già impegnata in molteplici azioni a tutela dei cittadini, mi ha riferito che è loro intenzione stimolare la pubblica amministrazione locale su questo grande tema delle affrancazioni in zona 167.
Nel frattempo il 12 gennaio Il Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, che da sempre si batte per risolvere questo problema, ha inviato al sindaco Adriano Zuccala, la seguente richiesta:
“Oggetto: Aree Peep - Richiesta adeguamento a seguito Legge n. 108 del 29.07.2021 art. 22-bis.
Gentile Sindaco il 31 luglio 2021 è entrata in vigore la Legge 29.07.2021, n.108 (G.U. n. 181 del 30.07.2021 – Supplemento Ordinario n. 26), la quale riporta all’articolo 22-bis (ulteriori disposizioni finalizzate ad accelerare le procedure amministrative per la cessione di aree nelle quali sono stati edificati alloggi di edilizia residenziale pubblica) una serie di significative modifiche relativamente all’articolo 31 della Legge 23.12.1998, n. 448, sostituendo integralmente i commi 47,48,49bis.
La legge sancisce che il costo non può essere maggiore di quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente in proprietà al momento della trasformazione di cui al comma 47, con l’ulteriore limite massimo di euro 5.000 per singola unità abitativa e relative pertinenze avente superficie residenziale catastale fino a 125 metri quadrati e di euro 10.000 per singola unità abitativa e relative pertinenze avente superficie residenziale catastale maggiore di 125 metri quadrati, indipendentemente dall’anno di stipulazione della relativa convenzione. Pertanto CHIEDIAMO a Lei e alla Sua Giunta, alla luce della novità normativa sopra richiamata, di istituire ed elaborare gli atti amministrativi dovuti (Determinazioni Dirigenziali) per definire i tanti attesi e risolutivi provvedimenti (le suggeriamo di valutare quando già fatto dal dipartimento PAU del Comune di Roma con la Determinazione Dirigenziale n. 1365 del 31 agosto 2021). Chiediamo di porre chiarezza e di mettere fine all’annoso ed ingiusto trattamento riservato ai “proprietari” degli alloggi in aree PEEP del popoloso quartiere Nuova Lavinium, e di tendere una mano ai tanti cittadini che non aspettano altro che di poter legittimare un sacrosanto diritto. I residenti sono pronti a pagare il giusto facendo valere i principi di equità, di correttezza e di trasparenza. Certo dell’attenzione che porrà, ringrazio anticipatamente a nome e per conto del Direttivo del Comitato e dei residenti del quartiere Nuova Lavinium. F.to Il presidente Francesco Di Ruocco”. T.R.