Dopo la fase critica della pandemia di Covid-19 è necessario riflettere
Una nuova visione del mondo
Italia, giugno 2020: le persone ricominciano spostarsi tra le regioni, l’economia riparte, la fase critica della pandemia Covid-19 sembra per il momento alle spalle. Sono passati tre mesi dall’inizio della “clausura”. Più di trentamila morti (ufficiali) in Italia e tre mesi di sacrifici speriamo siano serviti a farci riflettere sulle cause della pandemia e su cosa dobbiamo fare per combattere le pandemie future. Molti hanno detto e scritto che l’aggressione e la devastazione degli ambienti naturali perpetrata dagli esseri umani altera gli equilibri ed i rapporti tra animali ed esseri umani, favorendo le pandemie .L’ attuale pandemia deve indurci a ripensare la nostra visione del mondo, dell’economia, della società. Il XX secolo è stato il secolo delle guerre mondiali, della contrapposizione destra-sinistra e nord del mondo-sud del mondo, del prepotente fenomeno del consumismo, della perenne lotta dei poveri contro i ricchi per una migliore redistribuzione delle risorse. I ricchi accusano i poveri di essere scansafatiche e li invitano a rimboccarsi le maniche per partecipare al “banchetto” consentito dal liberismo economico. I poveri accusano i ricchi di appropriarsi delle ricchezze del pianeta e di sfruttarne le risorse umane. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo. L’economia non può fare a meno degli imprenditori, persone che rischiano i loro soldi (e quelli che riescono a reperire sul mercato – spesso soldi pubblici) per creare imprese e lavoro. Nello stesso tempo i lavoratori subordinati chiedono certezze sul loro posto di lavoro e redistribuzione dei guadagni ottenuti dalle imprese, per ottenere più equità sociale, soprattutto per chi è rimasto indietro. Una delle sfide del XXI secolo è la redistribuzione, a favore del sud del mondo, di parte delle ricchezze accumulate nel nord del mondo, dopo secoli di colonialismo, genocidi dei popoli sottomessi, rivoluzioni industriali e tecnologiche, predominio della finanza speculativa. Per chi fosse poco attento alle vicende economico-finanziarie, giova ricordare che il debito mondiale ha raggiunto quest’anno (fonte: “Affari e Finanza de La Repubblica” del 9 marzo 2020) la stratosferica cifra di 253mila miliardi di dollari, pari al 322,4% del PIL mondiale. In poche parole, la crescita economica del secondo dopoguerra (l’era del consumismo : 1950-2000) è stata fatta a caro prezzo, a debito, soprattutto a carico delle future generazioni. Oggi, giugno 2020, tutti si affannano e si interrogano su come ripartire dopo l’emergenza pandemica, che ha bloccato e messo in ginocchio l’economia mondiale. Questa crisi ha messo in luce questioni già evidenti da almeno vent’anni, a che ora non possono più essere più nascoste.
L’attuale modello economico è da rivedere completamente, ed anche alla svelta. L’economia cosiddetta “lineare” (estrazione risorse > produzione > consumo > smaltimento prodotti e rifiuti) ha fatto il suo tempo. Non è possibile crescere all’infinito in un pianeta finito: lo capisce anche un bambino, ma gli economisti, ed i politici che reggono le sorti del mondo, non lo capiscono (o fanno finta di non capirlo). Da diversi anni non si fa che parlare e scrivere di ECONOMIA CIRCOLARE. A parole sono tutti diventati ambientalmente sostenibili, verdi, attenti all’ambiente ed “economisti circolari”; tanto a proclamarsi tali non costa nulla. Chi non sarebbe d’accordo sulla protezione dell’ambiente, sulla pace del mondo, sulla ricerca della felicità? Ma proteggere l’ambiente e la società COSTA FATICA, LAVORO e SOLDI, perché occorre spendere denaro per ripensare i processi produttivi e gli stili di vita e di consumo. Difendere la pace nel mondo significa eliminare il più possibile i fattori di conflitto tra i popoli, che quasi sempre sono conflitti per l’accaparramento di risorse e/o guerre tra ricchi e poveri; anche le guerre di religione sono quasi sempre guerre camuffate di poveri contro ricchi e vice-versa. Economia circolare significa soprattutto riprogettare prodotti, servizi e cicli produttivi, per realizzare oggetti e macchinari più durevoli, fuori dalla logica della obsolescenza programmata e dell’usa e getta. Prodotti più durevoli, che seguano la logica PAAS (product as a service – prodotto come servizio):
1. invece di vendere la lavabiancheria, vendiamo il servizio di lavaggio, noleggiando la lavatrice al cliente finale e facendo assistenza tecnica;
2. invece di vendere automobili, le aziende costruttrici devono vendere “mobilità”, cioè farmi andare dal punto A al punto B con il metodo più veloce, economico e confortevole, utilizzando sia mezzi privati che pubblici (multimodalità).
3. invece di vendere luce o gas, le aziende energetiche mi devono vendere un servizio di energia efficiente ed efficace, anche attraverso l’ottimizzazione dei miei sistemi domestici e della coibentazione della mia casa
Questa è la sfida del XXI secolo. La sfida di un mondo sempre più affollato (10 miliardi di persone al 2050) ed affamato (anche energeticamente). Se non faremo questo, un triste destino ci attende: miliardi di persone impoverite e incattivite si faranno la guerra tra di loro, fino ad arrivare all’olocausto finale. E non abbiamo ancora menzionato la grave crisi climatica che incombe!Dobbiamo fare una battaglia culturale per uscire dall’intossicazione consumistica, la cui cifra è rappresentata dall’ “ideologia del supermercato”. Durante l’emergenza Covid-19 mi è capitato di vedere code chilometriche di persone per fare la spesa al supermercato, mentre i negozi di alimentari “di vicinato” hanno continuato a lavorare ed a fornire un servizio senza code e senza affollamenti. Le persone non si rendono conto che il risparmio sul prezzo dei prodotti acquistati al supermercato (10-20%?) viene vanificato dal tempo speso nelle file: QUANTO VALE UN’ORA DEL MIO TEMPO? Siamo talmente allucinati dall’attrattiva dell’ipermercato e del supermercato da dimenticare i fatti fondamentali della vita. E andando al supermercato spesso compriamo più prodotti di quelli necessari, intasando armadi e dispense con cose a volte inutili. Ormai anche nella grande città è possibile trovare un gruppo di acquisto più o meno solidale o un contadino che porta al mercato rionale la frutta e la verdura del proprio orto. Al supermercato andiamoci una volta ogni tanto, per acquistare la carta igienica o la scatoletta di tonno. Un altro aspetto importantissimo, che ci deve far riflettere: la pandemia ha costretto milioni di persone, tra lavoratori e studenti, ad interagire da casa con il proprio computer. Sono trent’anni che si parla di telelavoro. Ora si parla di “smart working”, non solo per fare gli anglofili.
Dobbiamo passare dal lavoro “a ore” al lavoro “intelligente”, pagato per obbiettivi e risultati raggiunti. Io non devo essere pagato per le 8 ore al giorno, le 40 ore a settimana che trascorro in ufficio, ma in funzione dei risultati che ottengo. Questo è un grosso cambiamento, ma la strada è tracciata. E poi, come dicono in molti, il lavoro a distanza consentirà, se ci sarà la volontà di farlo, di ripopolare i bellissimi borghi dell’Italia. Non tutti i lavori ovviamente , ma molti lavori si potranno fare restando nel proprio paesello di collina o di montagna, recandosi presso la propria azienda saltuariamente e non tutti i giorni come avviene oggi. In conclusione, i tre mesi terribili appena trascorsi (8 marzo 2020 “inizio clausura” – 8 giugno 2020 “fine clausura”) non devono essere passati invano. Approfittiamone per cambiare in meglio le nostre vite.
Marco Mandelli
Stereotipi e pregiudizi diffusi tra la gente
Luoghi comuni
Per luoghi comuni dobbiamo intendere le opinioni diffuse tra la gente. Qui di seguito elenchiamo i principali: 1) I giovani italiani non vogliono fare certi lavori. 2) Siamo invasi dagli immigrati. 3) Manteniamo gli immigrati e trascuriamo gli italiani poveri che dormono in macchina. 4) Una delle cause della miseria in Italia è l’evasione fiscale. 5) Gli italiani sono individualisti e non osservano le regole. 6) La nostra Costituzione è la più bella del mondo. Vediamo come stanno le cose nella realtà.
1) I giovani italiani non è vero che non vogliono fare certi lavori. Che vi piaccia o no, semplicemente sono una specie estinta. Su una popolazione di 29.445.741 maschi italiani (dati del 2017) i giovani nella fascia di età dai 15 ai 29 anni erano appena 4.707.109, cioè meno del 16 per cento. Se consideriamo che una buona parte di essi sono ancora in età scolare, scuola primaria o universitaria, quindi indisponibili per il lavoro, ne rimangono ben pochi.
2) Siamo invasi dagli immigrati. Ne ospitiamo appena l’8,4 per cento, molti meno che tutti gli altri paesi europei, ma noi ne abbiamo assoluto e urgente bisogno. Abbiamo chiesto braccianti agricoli, medici, docenti scolastici, alla Romania e ad altri paesi.
3) Gli italiani ultra cinquantenni possono fare i muratori, gli infermieri, lavorare nei campi? Certamente, no. Molti immigrati sono imprenditori di aziende che offrono lavoro a impiegati, operai, cuochi, pizzaioli, italiani. Personalmente faccio lavare la macchina in una stazione di servizio con personale totalmente pachistano.
4) Evasione fiscale causa di miseria. E’ vero ma solo in parte. Alcune grandi aziende italiane hanno la sede fiscale nei paradisi fiscali, Olanda e altri. Fuggono da noi che siamo l’inferno fiscale. La nostra pressione fiscale è al primo posto in Europa con il 64,8% rispetto alla Francia al 62,8 %, alla Spagna 50% alla Germania 48,8% al Regno Unito 32%. In aggiunta dobbiamo considerare il maggior costo dei carburanti, energia elettrica, gas, assicurazioni, pedaggi e tanto altro, costi che costringono molti nostri imprenditori a delocalizzare, al fallimento, al suicidio.
5) Gli italiani non sono ossequienti alle leggi? E’ vero il contrario. Essi accettano supinamente leggi capestro che in qualsiasi altro paese spingerebbero le popolazioni alla rivoluzione. I francesi per pochi centesimi di aumento sui carburanti hanno manifestato violentemente sulle piazze per mesi di seguito. l’Italia è un ovile, un popolo di pecore. Si sono lasciati chiudere in casa ad allevare batteri e virus per mesi, unico paese al mondo con le autocertificazioni per uscire da casa; sopruso incostituzionale.
6) La nostra Costituzione è la più bella del mondo. In realtà la nostra Costituzione con le due camere paritarie, deputati e senato, rende il Paese ingovernabile consegnandolo alle mafie.
Cesare Zaccaria
Arrestato dai carabinieri
Notte movimentata per i Carabinieri della Compagnia di Anzio, che hanno arrestato un cittadino di origini tunisine, di 37 anni, pescatore, con precedenti, sposato da alcuni anni con un’italiana residente ad Anzio. Una pattuglia della Stazione di Anzio, impiegata in servizio serale di controllo del territorio, mentre transitava lungo viale Marconi, è stata fermata da una donna in lacrime e con evidenti segni di violenza sul viso e sul corpo. La donna, con il naso ancora sanguinante e la maglietta strappata, ha riferito ai militari che poco prima era stata aggredita dal marito e rapinata anche della borsa, contenente effetti personali, 670 euro e le chiavi di casa, e che si era poi dileguato alla vista dei Carabinieri. La vittima è stata subito soccorsa e accompagnata presso l’Ospedale di Anzio dove è stata ricoverata a causa della frattura del setto nasale e di una costola, come riscontrato dai medici. La donna ai militari ha riferito di essere stata più volte oggetto di frequenti e ripetute violenze con percosse e minacce, nel corso delle ultime settimane, all’interno delle mura domestiche, spesso in preda a raptus di gelosia o perché sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. A seguito delle immediate ricerche in zona, l’uomo è stato poco dopo rintracciato dai Carabinieri nei pressi della locale Stazione Ferroviaria. A seguito della perquisizione personale, i militari hanno rinvenuto tutta la refurtiva che aveva sottratto alla compagna, che è stata poi restituita. All’interno degli slip invece, i militari hanno rinvenuto 4 bustine di crack che sono state sequestrate. Il 37enne è stato accompagnato in caserma e arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e rapina. Successivamente, al termine delle attività di foto-segnalamento, è stato condotto presso il carcere di Velletri in attesa dell’udienza di convalida.
Legione Carabinieri Lazio
Compagnia di Anzio