Servono controlli
La premessa fondamentale è che in questo momento, in cui si può finalmente tirare il fiato senza però abbassare la guardia, ancora molto dipende dal senso di responsabilità di tutti noi. I comportamenti individuali sono uno degli strumenti principali per contrastare il virus ed evitare un secondo lockdown, i cui effetti sarebbero devastanti.
Inoltre, capiamo benissimo che prendere decisioni in queste situazioni è molto difficile. Tuttavia, crediamo che l’ordinanza di chiusura a mezzanotte per ristoranti, pub e bar non sia il modo migliore di affrontare il problema. Prima di tutto perché penalizza tutti gli esercizi allo stesso modo, senza distinguere fra chi rispetta le misure e chi eventualmente le viola. Si tratta di una categoria già molto colpita dalla crisi, che immaginiamo abbia investito parecchio per mettere i locali in regola e fornire i DPI ai dipendenti e che sta cercando di recuperare le gravi perdite dei mesi scorsi. Penalizzarli tutti indistintamente proprio adesso che ripartono non ci sembra giusto. Inoltre, abbiamo grossi dubbi sull’efficacia della misura: gli assembramenti possono benissimo formarsi anche prima di mezzanotte.
Crediamo che la strada migliore sia un’altra: per far rispettare le misure di sicurezza servono i controlli. Di nuovo, capiamo tutte le difficoltà del caso, ma auspichiamo che l’amministrazione metta in campo ogni risorsa utile per il controllo delle misure di contenimento. Più che un’ordinanza di dubbia efficacia, è necessario un serio coordinamento di tutte le forze dell’ordine che operano sul territorio ed è urgente incrementare quanto prima il corpo di Polizia Locale. Quest’ultimo è più di tutti in prima linea nel controllo delle misure anti-Covid e la perenne situazione di sotto-organico è un problema ancora più serio in questo periodo.
Alternativa per Anzio
Il Comune di Anzio tentenna nell’affidamento ad entità che operano nella zona per curarla
Pineta della Gallinara: un parto difficile
Sono ormai anni che un gruppo di cittadini di Lido dei Pini sta sollecitando una soluzione strutturale per la gestione del parco pubblico della Gallinara al Lido dei Pini. Il Gruppo Operativo Salviamo la Pineta è nato con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sul male che ha colpito la pineta che ha già provocato la morte di oltre un centinaio di Pini e con l’intento finale di valorizzare un bene naturale così importante per i cittadini della zona. L’attività del gruppo che, giova ricordare, è nato per l’iniziativa del Circolo le Rondini di Legambiente ed è formato da varie associazioni e comitati, ha avuto negli anni sorti alterne con avvenimenti che sono sfociati anche in procedimenti penali, come l’aggressione subita da alcuni suoi aderenti durante un gazebo. Gli obiettivi non sono cambiati ed alcuni punti fermi sono stati stabiliti, tra cui quello di definire un protocollo per un intervento fitoterapico della pineta e quello di giungere ad una convenzione per il suo affidamento ad entità che operano nella zona.
L’obiettivo primario resta, però, sempre quello di curare il male che ha colpito la Pineta della Gallinara. Il Professor Gonthier dell’Università di Torino, che si sta occupando del problema, ha reso noto che la causa è un fungo, l’Heterobasidion irregulare, che è originario degli Stati Uniti ed è presente in Italia dal periodo bellico poiché fu importato delle truppe alleate attraverso i contenitori di munizionamento leggero dei soldati accampati sul litorale laziale. Il fungo è attualmente presente nella Pineta di Castel Porziano, di Castelfusano, di Fregene ed anche nell’interno nella zona di Fossanova e nell’ambito della città di Roma in cui si sta facendo ben poco per combatterlo. Quindi la versione “irregulare” del patogeno è, in Europa, solo presente nel Lazio, si propaga attraverso le spore e lo ha fatto, finora, con relativa lentezza solo a causa delle interruzioni di continuità delle nostre pinete. Il timore è quello che il fungo possa propagarsi con maggiore velocità in presenza di maggiore continuità delle macchie di pino ed in condizioni di vento e clima differenti. Allo stato della conoscenza non si hanno cure specifiche ma l’unica possibilità per contrastarne l’azione devastante è contrastarne il contagio. Il Prof Gonthier ha inviato al sottoscritto una copia in inglese del protocollo che il suo laboratorio ha sviluppato per fermare la trasmissione del fungo. Questo documento è stato tradotto a cura del Gruppo Salviamo La Pineta ed inviato all’Ufficio Ambiente affinché lo rendesse esecutivo. Non si conoscono azioni conseguenti. Salvare la Pineta significa anche coagulare sulla stessa l’attenzione necessaria che il Comune non è stato finora capace di dare. La proposta di cedere in adozione la pineta nasce quindi anche dalla necessità di creare l’indispensabile consapevolezza, l’attenzione e la continuità di azione necessarie intorno al problema fitosanitario che resta responsabilità primaria del Comune di Anzio e della Regione Lazio. Una proposta di adozione è stata formulata da parte del Gruppo Operativo Salviamo la Pineta, anche tenendo conto delle richieste anticipate informalmente dal Sindaco in merito alla struttura organizzativa e quindi all’affidabilità del gruppo affidatario. La proposta di adozione data ottobre 2019 ed identifica nel Consorzio Lido dei Pini la legale controparte del Comune di Anzio nella convenzione che ne dovrebbe regolare i rapporti. Tale convenzione, che stabilisce responsabilità delle parti, identifica chiaramente anche il ruolo del Gruppo Salviamo la Pineta nella gestione operativa della pineta e nel suo sviluppo. Dopo un paio di incontri col Sindaco e la piena convergenza di intenti, disposizioni operative sono state date alla Dirigente responsabile di preparare l’atto formale. Ad oltre otto mesi di distanza, nonostante solleciti e conferme, non si comprende la ragione per cui una buona iniziativa non veda la sua concretizzazione.
Ho personalmente pregato il Sindaco di Anzio di comunicarmi ove siano sopraggiunti ostacoli che impediscano il progetto di affidamento ma, nonostante mi sia giunta la conferma di fattibilità, non si riesce a far decollare la convenzione. I cittadini di Lido dei Pini che, con senso di responsabilità continuano ad esprimere azioni ed iniziative nella direzione della partecipazione e del loro amore per un bene cosi importante per il loro territorio, aspettano che la burocrazia faccia quello che la politica e la gente di Lido dei Pini le chiede di fare. Il Covid 19 ha fermato il mondo e quindi una parte del ritardo è comprensibile: ora si proceda.
Sergio Franchi