La narrazione di Benjamin Abelow su questa vicenda
Guerra in Ucraina
Benjamin Abelow, “Come l’occidente ha provocato la guerra in Ucraina” (con Prefazione di Luciano Canfora), Fazi editore, Roma 2023, pp. 87, Euro 10,00.
Davvero la tragica vicenda Ucraina è dovuta agli eccessi espansionistici di un dittatore le cui modalità di azione somigliano a quelle di Hitler? Un’invasione senza alcuna motivazione plausibile se non uno sfrenato impulso espansionistico e di sopraffazione di un novello Hitler? “Scopo principale di questo libro…è di rettificare una narrazione falsa, e per una ragione molto concreta: perché le false narrazioni portano ad esisti molto negativi.
Le narrazioni si riflettono inevitabilmente sui comportamenti; sono sia descrittive sia generative. Funzionano come modelli della realtà, esse servono da guida per l’azione” (p. 58, 59). Sono una sorta di profezia autoavverante, descrivendo e parlando in maniera scorretta e sbagliata di una vicenda possono contribuire a generare quegli esiti negativi e drammatici che caratterizzano stessa vicenda stessa. E’ più che lecito, secondo B. Abelow (Storico dell’Europa Moderna e dottore di ricerca alla Pennsylvania e alla Yale School) è lecito avere dei dubbi e tentare una ricostruzione della genesi dell’attuale conflitto che non si lasci condizionare dal mainstream mediatico-propagandistico disinformante (talks televisivi, giornali, siti di informazione ecc), che mantiene una narrazione unilaterale e di parte. I
l rischio è grosso: automaticamente e inappellabilmente si corre il rischio di essere annoverati fra i ‘putiniani’ con tutte le varie conseguenze infamanti, piccole e grandi, che ne conseguono.
Questo libretto, che si avvale di una meditata e illuminante prefazione dello storico Luciano Canfora, è uno studio che va al di là delle retoriche da talk show e delle ricostruzioni fasulle, erratiche e di parte. E’ uno studio documentato fondato oltre che sulla ricostruzione storica anche sulle analisi di studiosi, funzionari governativi di alto livello, osservatori militari ecc. (cfr. p. 4). Non si tratta di andare alla ricerca di improbabili cause deterministiche in un processo storico, un susseguirsi di eventi distorti, di malintesi, abbagli, di promesse non mantenute un po’ da ambo le parti dal 199, culminate con gli eventi del 2014 e, otto anni dopo, con la sanguinosa quanto esecrabile, imperdonabile aggressione-invasione di Putin in Ucraina.
L’autore ripercorrendo analiticamente questi decenni si sofferma sui pochi anni in cui “tutti gli stati euro orientali confinanti con la Russia (i paesi Baltici), o con la Bielorussia (la Polonia), con l’Ucraina (la Romania) -a tacere della fomentata crisi caucasica- diventare membri della NATO” (Prefaz. di L. Canfora p.X). Poi il colpo di stato in Ucraina (fomentato quasi sicuramente dagli USA) che ha visto deporre il presidente Janukovic e il suo governo pacificatore dentro e al di là dei confini, il caos con il governo nazionalista di Poroscenko e infine l’andata al potere con quasi il 70% dei consensi di Zelenski che pure all’inizio si poneva come argine ai nazionalisti in una prospettiva di pace (cfr. p.66). Nel frattempo la Russia pensò di cautelarsi con i due accordi di Minsk del 2014 e 2015, prontamente disattesi.
Nel frattempo l’invasione della Georgia da parte della Russia, nel 2008 (la guerra dei 5 giorni (cfr. p. 18) dopo l’espressa volontà di aderire alla NATO della repubblica ex sovietica e le susseguenti pesanti esercitazioni NATO proprio lungo i confini con la Russia (cfr. pp. 18 e 19). La perdita delle basi navali nel mar Baltico e, quasi in contemporanea, la questione Ucraina (Poroscenko), spinsero -erroneamente- Putin a invadere la Crimea (p. 20 e sgg.), anche per controbilanciare le persecuzioni anti russofone del Donbass…Insomma una lunga storia che si può far risalire alle promesse verbali che, ingenuamente, Gorbaciov, l’indomani della deflagrazione dell’Unione Sovietica, prese per buone, ma smentite -da parte della NATO- nel giro di pochi anni. Se vogliamo possiamo risalire ai primi anni 60 ai missili di Cuba, che Krusciov inviò per controbilanciare la grande istallazione dei missili NATO in Turchia, ritirati poi non perché -come dice il mainstream- Krusciov venne a più miti consigli, ma perché, contestualmente, venne di molto ridotta l’istallazione dei missili, anche con testate nucleari, al confine turco. La Russia ha sempre guardato con sospetto all’occidente fin dai tempi dei cavalieri Teutonici, poi Napoleone, poi le continue pressioni asburgiche (culminate successivamente con la prima guerra mondiale), successivamente Hitler.
Adesso siamo alle prese con una guerra devastante e sanguinosa, guerra d’invasione e, contemporaneamente, ‘per procura’, un orrendo vespaio del quale non si capiscono bene quali siano i reali obbiettivi da parte di entrambi; una quotidiana escalation che sembra non avere mai fine, fino all’apocalisse finale, mentre per la pacificazione, o cessate il fuoco, nessuno, tranne il Vaticano, sta muovendo un dito.
Giuseppe Chitarrini
Anche figuranti e stuntman di Anzio e Nettuno al primo festival degli spaghetti western
Trinità Days a Nettuno
Sotto la direzione artistica di Tiziano Carnevale, in collaborazione con la locale Pro Loco e Vincenzo Pelosi alias “Vincenzone” del Bar Pelosi ed il patrocinio del Comune, si è svolta a Camerata Nuova la tre giorni dedicata agli spaghetti western “Trinità
Days”, il primo festival italiano del genere spaghetti western. Questa kermesse nasce nella località sita a cavallo tra Lazio ed Abruzzo, sin dagli anni ‘70 centro dell’epopea filmica a base di risse, sparatorie, scazzottate e cavalcate che, grazie ad ambientazioni e scenografie, altrove irriproducibili ed introvabili, hanno fatto sognare e rivivere le atmosfere di frontiera dei famosi film con Bud Spencer e Terence Hill, o quelli targati Sergio Leone con Clint Eastwood e Lee Van Cleef. Nonostante il clima piovoso ed inclemente, l’evento ha preso il via nel pomeriggio di venerdì 4 agosto, con l’introduzione del famoso regista Enzo G. Castellari, alla presenza del Sindaco Settimio Liberati e del Presidente della Pro Loco Francesco Fulgenzi.
Una partecipazione speciale è stata quella dell’attore Franco Nero, che in queste località fu protagonista di vari successi cinematografici, tra cui il western “Keoma”. In presenza di un vasto pubblico di cittadini, turisti, appassionati ed addetti ai lavori, sono stati illustrati il libro dello scrittore abruzzese Piercesare Stagni, “Il cinema forte e gentile” ed una rassegna cinematografica di pluripremiati cortometraggi a tema: “Dead north” di Fabrizio Livigni; “Tutto per una sporca stella” di Daniele Bartoli; “Il silenzio di Jill” di Daniele Tullio; “Black Town” di Emiliano Ferrera, noto attore e regista che ha trionfato nel 2013 con “Oro e Piombo”, il nuovo successo spaghetti western al quale hanno preso parte anche Tiziano Carnevale e la presentatrice ed attrice Yassmin Pucci. “Oro e piombo” è anche il titolo del divertente e brillante spettacolo western, portato in scena sul palco centrale tra le ricche scenografie, dal gruppo di attori e performer capitanati dallo stesso Tiziano Carnevale, che ha coinvolto tutti i presenti e riproposto alcune scene di classiche pellicole del passato. Il successivo sabato 5, dopo l’apertura degli stands gastronomici a base di prodotti tipici locali, romaneschi ed abruzzesi, il programma è iniziato con la visita libera all’altopiano di Camposecco, tanto sorprendente quanto immutato scenario naturale di memorabili ciak di film come “Trinità”, “Little Rita nel West”, “Preparati la bara”, “La collina degli stivali” e moltissimi altri.
Nella mattinata si è svolta una nuova ed emozionante rappresentazione di “Oro e Piombo”, dedicata alle opere del Maestro Sergio Leone, subito dopo l’esibizione della Academy of Victorian Dance, che ha riportato il pubblico presente alle romantiche epopee degli antichi balli western di coppia e di gruppo. Nel pomeriggio si sono alternati sul palco centrale, che rappresenta un saloon di fine ottocento, sapientemente ricostruito ed arredato da Tiziano Carnevale e dai suoi valenti collaboratori: la bellissima esibizione musicale dei Limestone Peak Pickers; “Testimonianze degli spaghetti western” con gli ospiti Davide Mancori, Marcello Vicini, Fausto Bellone, Alberto Baldisserotto ed i registi dei cortometraggi presentati; “Sulle orme di Trinità -le testimonianze dei cascatori”, con l’appassionante racconto degli storici stuntmen di Cinecittà e non solo, che hanno fatto grande il cinema italiano western ed avventuroso; la seguitissima ed animata esibizione di Italo Vegliante. U
na menzione a parte merita l’affettuosa partecipazione dell’attore Massimo Capitani, figlio d’arte del grande Remo Capitani, probabilmente più noto con il nome di “Mezcal”, il personaggio messicano simpaticamente avversario di Trinità, nel secondo capitolo della saga di E. B. Clucher. Protagonisti delle rievocazioni filmiche della tre giorni del “Trinità Days” sono stati infatti i performer caratteristi Antonio Maurizi (Trinità) e Fabio Celani (Bambino), veri e propri sosia della inimitabile coppia. Tanti gli ospiti della serata tra cui Giovanni Cianfriglia il noto attore e stuntman di Anzio, Ottaviano Dell’Acqua, Marco Stefanelli, Massimo Vanni, Eugenio Alabiso, Carlotta Bolognini e Vassili Karis, i quali hanno preso parte ad un interessante talk show, ripreso in diretta radiofonica e web dall’emittente locale Radio Dimensione Stereo, ottimamente presentato da Yassmin Pucci e moderato da Antonio Maggiora Vergano. Ha concluso la serata l’esibizione della ASD Free Spirits – Terre di Confine.
Il clou dell’evento si è svolto domenica 6 agosto; nella prima parte della mattinata con il gioco di ruolo dal vivo “La Corsa all’Oro di Colt” di e con il gruppo animatori degli Spaghetti Larp. Quindi nel pomeriggio si sono tenute ulteriori versioni di intrattenimenti e spettacoli western per tutta la famiglia e la sorprendente esibizione dell’azienda Security Dog Italy, che ha trattato il tema dell’addestramento alla difesa personale e quello dei cani anti aggressione. Quindi vi è stata l’esibizione a cavallo della A.S.D. Free Spirit – Terre di Confine, ancora una rappresentazione dello spettacolo western “Oro & Piombo” e l’esibizione dance della Scuola Country “Go West”, che ha fatto scatenare in pista tutta la piazza. Ogni performance è stata presentata da Yassmin Pucci, nota sceneggiatrice e produttrice, oltre che attrice e perfomer che, assieme a Tiziano Carnevale, Vincenzo Pelosi ed Emiliano Ferrera hanno collaborato senza sosta per centrare l’obiettivo di riportare a Camerata Nuova il cinema italiano di qualità e far riscoprire l’altopiano di Camposecco, location di tanti film, tra cui “Lo chiamavano Trinità” e “Continuavano a chiamarlo Trinità”. Arrivederci alla seconda edizione.
Rita Cerasani