Riceviamo e pubblichiamo la recensione in chave storica cronologica del libro scritto dal professor Clemente Marigliani
Da Innocenzo XII a Pio IX - La rinascita di Anzio
Il geometra Luigi Guerrini ci propone la sua recensione in chiave storica del libro “Da Innocenzo XII a Pio IX” scritto dal professor Clemente Marigliani.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, che viene fissata nel 476 d.c. - anno in cui Odoacre depose l’ultimo Imperatore Romanod’Occidente, Romolo Augustolo - e la presa diCostantinopoli da parte dei Turchi(1.453 d.c.)o la scoperta dell’America(1.492 d.c) trascorsero circa 10 secoli durante i qualil’antica e prestigiosa “ Antium “ fu abbandonata a se stessa e dimenticata.Dopo tale caduta il potere Imperiale si trasferì, di fatto e lenta mente , alla Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana e quindi i suoi Pontefici esercitarono tale potere in quello che fu denominato “Potere Temporale“ (politico, economico, legislativo e giudiziario);e lo esercitarono nel loro Stato - dal 756 al 1870 d.c.- in virtù della cosiddetta “ Donazione di Costantino “del 313 d.c. che il filologo Lorenzo Valla, solo nel 1440 d.c., scoprì che fosse un atto falso. A prescindere da queste amenità - che comunque hanno determinato e condizionato il destino dell’Italia e di buona parte del mondo Occidentale- e quindi da codeste doverose premesse ci inoltriamo ora nello studio delle varie attività poste in essere - per la rinascita di Anzio e del suo Porto - dai numerosi Pontefici che si sono succeduti tra il 1.500 ~ ed il 1.870, anno in cui lo Stato Pontificio venne assorbito dal Regno d’Italia di Vittorio Emanuele II.Il 1* Pontefice che si impegnònella riscoperta dell’antico Porto di Anzio fu Papa Alessandro VI (Borgia) il quale, come tutti i suoi successori, si preoccupava soprattutto di difendere le coste Laziali dalle incursioni piratesche e quant’altro e quindi aveva individuato nel porto di Anzio, in quello di Ostia Antica/Fiumicino e quello di Civitavecchia i 3 Porti che occorrevano per soddisfare sia i bisogni di difesa della Costa Laziale che i commerci con gli altri Staterelli della Penisola; mentre per quanto riguardava il Mar Adriatico era funzionale il Porto di Ancona. C’è anche da dire che, a quei tempi, era molto diffusa la navigazione di piccolo e medio cabotaggio tenuto conto sia dell’assenza di strade degne di questo nome che per la presenza di vaste zone costiere afflitte dalla malaria. Per quanto riguarda il Porto indicato anche come Torre o Capo d’Anzio ovvero d’Ansi; ovverosia così come lo chiamavano i marinai: ” il Capo della danza,” atteso che da codesto sito e fino al Porto di Civitavecchia non vi erano Porti degni di questo nome e quindi volevano significare che da quel sito c’era da correre e quindi c’era ancora da “ danzare “.
In quei ~ 4 secoli (XVI,XVII, XVIII e XIX) quasi tutti i 27 Pontefici che si sono succeduti eprodigati per il ripristino del Porto di Anzio si sono trovati di fronte ad interessi contrastanti tra chi voleva veramente ripristinare il Porto sia per attività militari che commerciali che di coloro che volevano ricercare, saccheggiare e lucrare sulla compravendita dei reperti archeologici, ivi sepolti.E questa fu una bella lotta ove primeggiavano a volte gli uni ed a volte gli altri. Tra i vari Pontefici che si occuparono del Porto quello che è passato alla Storia per l’impegno profusoè Innocenzo XII il quale abbandonò l’idea del ripristino del Porto Neroniano, a ponente della Costa etentò e si prodigò di inaugurarne uno a levante della stessa. Va ricordato in questo contesto il fatto per cui tale Pontefice manifestò gratitudine nei confronti di Anzio in quanto mentre navigava nel Tirreno da Napoli a Roma per partecipare al Conclave che lo avrebbe eletto Papà naufragò di fronte al Porto e fu salvato dai pescatori locali. Quasi tutti iPontefici succitati - non essendo il loro mestiere - si avvalsero della Consulenza di Professionisti ed Esperti vari in materia di infrastrutture marittime e tutti costoro discutevano, dissertavano, disquisivano, argomentavano, speculavano e filosofeggiavano sulla migliore soluzione da fornire al problema ma il problema principale rimaneva sempre quello dell’insabbia mento a causa delle correnti marine prevalenti.Furono investite cospicue risorse economiche senza risultati soddisfacenti ed accadde che qualche Professionista resosi conto del fallimento della propria opera fuggì dal cantiere, con il maltolto, indossando un abito da frate, come tale Zinaghi.Altrettanto accadde successi vamente sotto il Pontificato di Benedetto XIV allorquando, nel 1748, i D.L. fratelli Arch.Antonio e Stefano Giral di Montpellier fuggirono dal cantiere, come lo Zinaghi. Quasi tutti i Pontefici volendosi rendere conto di persona delle difficoltà che si incontravano nella realizzazione delle opere portuali effettuavano dei sopralluoghi, insieme con tutta la Corte Pontificia.Interessante la descrizione, nel libro, del viaggio - “ in sedia “- del Pontefice Innocenzo XII che iniziò la mattina del 21 Aprile 1697 con una prima sosta a S.Giovanni in Laterano, quindi una seconda sosta con pernottamento a Castel Gandolfo ed una terza sosta, dopo essere passato per Albano, in località Carroceto - attuale Aprilia - ospite nel palazzo del Principe Borghese ove pranzarono ed alle 17,30 del 22 Aprile prosegui rono il viaggio verso Nettuno ove fu ospite, con tutta la Corte, nel Palazzo del Principe Pamfilj ove cenarono e pernottarono avendo, il Principe, predisposto ed imbandito 400 letti. Il giorno successivo 23 Aprile andò a visitare la Villa Costaguti e quindi andò finalmente a visitare il Porto d’Anzio, tornandoci anche il giorno dopo. Quindi il 25 Aprile alle ore 11 partì da Nettuno con tuttoil seguito ed alle ore 15 fecero sosta a Carroceto ove mangiarono e riposarono e quindi alle 17 partirono per Castel Gandolfo ove giunsero alle 21 ed ivi pernottarono. Il giorno dopo 26 Aprile, dopo aver svolto alcune pratiche religiose e soddisfatto delle incombenze sociali, pranzarono a Castello ed in serata tornarono nella sede papale del Quirinale. Tutta questa narrazione per significare chein quei tempi per effettuare un sopralluogo, per noi di poche ore, si impiegavano5 giorni con un seguito di alcune centinaia di persone.
Un altro Pontefice che aveva tutta l’intenzione di impegnarsi nella suddetta opera fu Pio VII il quale, però, ebbe la sfortuna di incontrare sulla sua strada Napoleone che nel 1808 lo fece deportare in Francia ove rimase prigioniero fino al 1813.
L’altro Pontefice che aveva ed ebbe tutta l’intenzione di occuparsi del Porto d’ Anzio fu Pio IX che aveva iniziato bene la sua attività realizzando parecchie opere utilima fu travolto successiva mente da una serie di eventi politico/militari chesi conclusero con l’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia.Nel successivo secolo e mezzo (1870/2020) sia con il Regno d’Italia che con la Repubblica Italiana la situazione è rimasta pressoché invariata con le solite “ grida manzoniane “ dei politicie delle noiose disquisizioni ed argomentazioni dei vari Consulenti e Professionisti incaricati daipolitici stessi. (vedi le attività svolte avverso i continui insabbiamenti ed i progetti irrealizzati dalla Capo d’Anzio S.p.A.). Tornando un momento a ciò che accadde nel corso del XIX secolo vi è da dire che la Reverenda Camera Apostolica si era mezzo dissanguata- nel tempo - per la realizzazione di varie opere infrastrutturali tra cui anche quelle che riguardavano il Porto d’Anzio. Tanto è vero che nel 1831 fu costretta a vendere alla famiglia Borghese tutti i suoi territori di Anzio e Nettuno,di cui era proprietaria, per 400.000 scudi.Successivamente, sempre i Borghese - nel 1834 - acquistarono varie altre proprietà dalla famiglia Torlonia - che le possedevano dal 1819 - nonché tutte le proprietà del Principe Doria Pamphili, sia a Nettuno che a Porto d’Anzio e numerose altre proprietà da privati. Le uniche proprietà che non riuscirono ad acquistare furono quelle della famiglia Mencacci che a suo tempo le avevano acquistate con 20.000 scudi dal Principe Corsini. A questopunto mi preme chiarire una dimenticanza e/o una inesattezza commesse dal Col. Renato Coppeta e dal Comm. Mario Carletti che nella lettera facente parte del libro.“Storia di Anzio e di Nettuno “ non hanno evidenziato adeguata mente da chi hanno acquistato i terreni, che poi hanno lottizzato; tenuto conto che era noto a tutti che l’intero territorio di Anzio e Nettuno era di proprietà della famiglia Borghese. Mi premeanche ricordare, in questo contesto, uno dei “ volenterosi “ cui ho dedicato una ricerca storica inviata sia al Consorzio che alla Pro Loco di Lavinio e cioè il Comm.Umberto Brilli che si adoperò e prodigò per far realizzarela Stazione FF.S. di Lavinio ed il servizio automobilistico Roma - Lavinio - Anzio.Ritornando al secolo precedente mi corre l’obbligo di segnalare che in quel tempofurono inaugurate alcune “ strade ferrate “ della penisola di cui la 1^, nel 1839, fu realizzata nel Regno di Napoli con il tronco Napoli - Portici. Per quanto riguarda ilPorto di Anzio va’ ricordato che tale Giuseppe Venturoli fu tra i primi che, nel 1838, sponsorizzò la costruzione di una Ferrovia che collegasse Anzio/Nettuno con Roma; ma mentre la Ferrovia Roma - Civitavecchia fu inaugurata nel 1859, quella per Anzio vide la luce solonel 1884. Tra l’altro nel 1827 la città di Anzio veniva unita a quella di Nettuno ma, a seguito di aspri litigi tra le2 comunità - trent’anni dopo - nel 1857, si separarono nuova mente.Vi è anche da ricordare che sia nella 1^ metà del secolo che anchenel periodo del Regno d’Italia (1870/ 1946 ) furono fatte eseguire delle opere di recupero della funzionalità del Porto di Anzioinsieme agli altri Porti del centro Italia con un’impiego di risorse e di maestranze rinforzate dalla partecipazione di galeotti, da parte dello Stato Pontificio che di condannati ai lavori forzati, da parte del Regno d’Italia. Infatti appena dopo l’avvenuta unità d’Italia ed esattamente nel 1875 furono istituite e/o ampliatedelle “ colonie penali “ siain Toscana che in Sardegna, la più grande delle quali era quella di “Castiadas “ (terra castigata ) in provincia di Cagliari da dove venivano prelevati e deportati nel Continente gruppi di “forzati “ per l’esecuzione delle predette massiccie infrastrutture portuali. Concludo questa mia modesta recensione, da cui io stesso ho appreso molte cose a me stesso sconosciute , con la speranza e l’Augurio che non occorrano altri 500 anni per affrontare seriamenteil succitato “ problema “, la cui soluzione contribuirebbe a valorizzare e sviluppare l’intero territorio di Anzio ed a caduta anche quello dei suoi Quartieri, come quello nostro di Lavinio. Invito chi avrà il tempo e la voglia di leggere questa mia recensione a migliorarla e completarla con altre eventuali notizie ed aneddoti in Suo possesso; colgo comunque l’occasione per inviare a tutti i gentili lettori i miei più cordiali saluti.
Luigi Guerrini
Vendita case
In esecuzione della delibera della commissione straordinaria del 6 aprile 2023, concernente il piano di alienazione e valorizzazione immobiliare 2023/2025 a breve sarà attivata la procedura di vendita di 92 unità immobiliari, comprese tra un minimo di 40 e un massimo di 80 mq ciascuna, site in via della Liberazione, Largo Santa Barbara e via Lombardia.
L’Ufficio Tecnico comunale sta curando la predisposizione del bando di alienazione ai fini della successiva pubblicizzazione con le modalità più disparate.
La Commissione Straordinaria
(Giallongo - Reppucci - Infantino)