I consiglieri di opposizione Roberto Boi e Vincenzo La Pegna tornano sulla questione degli incarichi dati a voce e fatture non pagate
Torna in auge l’asfalto elettorale
Se il Comune di Aprilia avesse liquidato alla Viam le fatture che l’azienda aveva emesso a copertura di servizi di manutenzione stradale per somme eccedenti l’accordo quadro stipulato con l’ente e senza previa aver ricevuto il via libera dal responsabile unico del procedimento, probabilmente sarebbe incappato in una procedura per danno erariale. Invece ad oggi l’amministrazione comunale si è guardata bene dal liquidare quelle fatture e contemporaneamente nei confronti dell’azienda ha instaurato una causa civile, ritenendo di non dover pagare per i servizi che l’azienda ha eseguito senza autorizzazione del dirigente. Questi in estrema sintesi i risvolti del caso sollevato con un esposto alla Corte dei conti e alla Procura da parte dei consiglieri Roberto Boi e Vincenzo La Pegna, l’indomani della tornata elettorale che nel 2018 aveva confermato il sindaco Antonio Terra alla guida della città di Aprilia.
È stato il sindaco durante il consiglio comunale di giovedì a volersi togliere qualche sassolino dalla scarpa, dopo che le verifiche effettuate dalla Corte dei Conti hanno ridimensionato la portata delle accuse mosse nei confronti dell’amministrazione. Secondo la ricostruzione dei due esponenti di opposizione, resa possibile dalle carte ottenute a seguito di una richiesta di accesso agli atti, durante la campagna elettorale il sindaco Terra avrebbe indicato alla ditta strade da asfaltare e buche da sistemare.
La Viam, che mesi prima aveva stipulato con il Comune di Aprilia un accordo quadro per l’esecuzione di quei lavori, avrebbe seguito le indicazioni pervenute dal sindaco ma anche dalla Polizia Locale, senza chiedere l’autorizzazione per quegli interventi al responsabile del settore lavori pubblici e tecnologico e senza tenere conto del fatto di aver speso 197 mila euro in più rispetto alle somme previste dall’accordo quadro.
Nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha chiesto al Comune di Aprilia spiegazioni circostanziate e tese soprattutto a sapere se l’ente ha poi effettivamente proceduto a liquidare quelle somme. Con la nota trasmessa il 20 maggio 2021, il segretario generale la dottoressa Gloria Di Rini, ha chiarito che “non risultano atti di liquidazione di somme eccedenti i limiti contrattuali relativi ai quattro contratti applicativi sottoscritti tra il Comune di Aprilia e la società Viam Infrastrutture srl”.
L’ente avrebbe liquidato solo quattro fatture emesse tra il 10 maggio e il 9 agosto 2018, per un importo complessivo di 251 mila 445 euro. Le fatture emesse dopo quella data e contestate dal Rup, l’ingegnere Corrado Costantino, non sono state liquidate né allora né nei mesi a seguire. E addirittura l’ente avrebbe trascinato in tribunale la società per contestare l’esecuzione di quei lavori.
“Siamo stati denunciati per l’asfalto elettorale - ha spiegato il sindaco Antonio Terra - ma proprio in questi giorni la Corte dei Conti ha scritto per chiedere spiegazioni. Abbiamo risposto con molta tranquillità perché gli uffici hanno agito più che correttamente e le accuse che ci erano state mosse sono state ridimensionate. Questi signori - ha aggiunto - avevano un budget prestabilito e hanno speso più di quanto potevano fare, usando quale giustificazione il fatto che in alcune circostanze avevano ricevuto segnalazioni dalla Polizia Locale e dal sottoscritto. Si è anche parlato di asfalto elettorale, ma la situazione è ben diversa. Ho inoltrato al loro direttore dei lavori segnalazioni che pervenivano dai cittadini, ma erano loro a dover conoscere i conti e a doversi interfacciare con i nostri uffici prima di effettuare gli interventi. Non ho mai chiesto di eseguire quei lavori, ho semplicemente segnalato un pericolo. Proprio per interventi eseguiti in assenza di un contratto applicativo, abbiamo instaurato una causa civile nei confronti della ditta”.
Francesca Cavallin
Il caso Viam è tutt’altro che una questione risolta. Non solo perché, malgrado le rassicurazioni rese dal Sindaco durante il Consiglio comunale di giovedì, i consiglieri di opposizione restano convinti del fatto che le chiamate veicolate dal Primo Cittadino nel 2018 per asfaltare alcuni tratti di strada, possano rappresentare un fatto inopportuno, soprattutto mentre era già in corso la campagna elettorale.
Secondo i consiglieri Roberto Boi e Vincenzo La Pegna, il caso è molto simile a quello di via Gorgona: l’amministrazione avrebbe scongiurato l’ipotesi di danno erariale non effettuando un pagamento che il dirigente avrebbe in un primo momento disposto, ma l’irregolarità di fondo a loro avviso resta e a farne le spese sarebbe stata solo la ditta, non pagata per gli interventi ordinati a voce e non attraverso regolari atti emessi dal Rup. Una circostanza che oggi spinge i due consiglieri di centrodestra a portare avanti l’esposto in Procura, attraverso una integrazione documentale. Insomma, se il sindaco ha voluto gettare acqua sul fuoco, i consiglieri di opposizione restano convinti del fatto che l’esecuzione di interventi senza copertura economica, per l’ammontare di 197 mila euro, debbano finire sotto la lente dei magistrati.
“Il sindaco – dichiarano il capogruppo della Lega Roberto Boi e il capogruppo di Fratelli D’Italia Vincenzo La Pegna – è consapevole di non dire la verità, quando racconta in consiglio che la risposta presentata dal Comune di Aprilia alla Corte dei Conti, vale a chiarire ogni dubbio sul caso. Non per nulla, le dichiarazioni sono state rese in un momento in cui eravamo assenti dai lavori del consiglio comunale. In verità ci sono molte similitudini con il caso via Gorgona: nello specifico, ci risulta che mentre la campagna elettorale era già in corso, il sindaco Antonio Terra abbia indicato alla ditta non solo buche da riparare, ma addirittura interi tratti di strada da asfaltare. La ditta ha eseguito gli interventi non dubitando del pagamento, malgrado si trattasse di somme che eccedevano i limiti fissati dall’accordo quadro per almeno 197 mila euro. Il Comune, da quello che ci risulta, era già pronto a liquidare anche quelle somme. Tutto si è fermato a seguito del nostro esposto, teso a segnalare le irregolarità”.
L’assenza del pagamento, come specificato dal Primo Cittadino in consiglio comunale, avrebbe permesso al Comune di scongiurare l’ipotesi di danno erariale e di non commettere alcuna irregolarità.
“L’ente – rimarcano Boi e La Pegna - avrebbe pagato, ma il pagamento fu sospeso per via della nostra segnalazione e per il fatto che il Rup si oppose, ritenendo si trattasse di un atto non conforme. Non parliamo di etica, di fronte ad un sindaco che non reputa sconveniente contattare una ditta per indicare tratti di strada da sistemare mentre la campagna elettorale è in corso. Confidiamo sia la procura ad effettuare un controllo puntuale degli atti per verificare eventuali violazioni. Dispiace che in tutto questo, come avvenuto anche in via Gorgona, a rimetterci sia solo la ditta che ha eseguito i lavori senza essere pagata”.
Francesca Cavallin