Il Pontino Nuovo • 6/2022
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FEDE
FEDE
RAGIONE
RAGIONE
®
È CAMBIATO
IL FILM
SPEGNIAMO LA TV,
ACCENDIAMO I CERVELLI
Il Nobel Ernest Hemingway scrive: “C’era qualcuno
che diceva sempre, perché questo tale è così
preoccupato e ossessionato dalla guerra, e ora forse
è chiaro perché uno scrittore debba interessarsi al
continuo, prepotente, criminale, sporco delitto
che è la guerra. Sono certo di avere dei pregiudizi,
e spero di avere molti pregiudizi sulla guerra. Ma è
persuasione ponderata dello scrittore di questo libro
che le guerre sono fatte, provocate e iniziate da
precise rivalità economiche e da maiali che
sorgono a profittarne. Sono persuaso che tutta la
gente che sorge a profittare della guerra e aiuta a
provocarla dovrebbe essere fucilata il giorno stesso
che cominciano a farlo come rappresentanti
accreditati dei leali cittadini che la combatteranno.
L’autore di questo
libro sarebbe molto
lieto di incaricarsi
della fucilazione”
(“Addio alle armi”,
1948).
La sostanza di ciò che
Hemingway scrive è
condivisibile. (1) La
definizione stessa di
guerra come
“continuo, prepotente,
criminale, sporco
delitto”. (2) Si dovrebbero avere oggi ancor più
“pregiudizi” contro la guerra di quanti ne aveva
Hemingway nel 1948, visto il gran numero di guerre
che nei successivi 70 anni hanno insanguinato il
mondo. (3) Le guerre non si dichiarano né si
combattono per la “libertà” o per la
“democrazia”, ma “sono fatte, provocate e iniziate
da precise rivalità economiche e da maiali che
sorgono a profittarne”, come sa chi conosce un po’
di Storia e ha un po’ di buon senso. (4) In questo
mondo malato di vanità, esteriorismo e potere, dopo
averci ammannito per 24 mesi il lungo film sul
Covid, ora le televisioni mostrano un altro film,
quello della guerra; guerra che ovviamente
nasconde (a chi non ha occhi per vedere) “precise
rivalità economiche” e ovviamente rivalità
strategiche fra le solite potenze mondiali – proprio
quelle con le quali Cristo Gesù non volle allearsi
né volle per sé la loro gloria perché erano e sono
dominate dal principe del male (Matteo, 4). Ciò
che fa schifo è, adesso, la spettacolarizzazione
dell’evento guerra.
FINITO IL “COVIDDI”,
ADESSO È LA GUERRA
Cosa dice il Nuovo Testamento sulla guerra? Il
pensiero corre alle parole di Gesù: “Sentirete parlare di
guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi;
non è ancora la fine”. Queste parole sono riferite alla
distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. Ma il brano più
famoso è quello in cui Giovanni ritrae i cavalieri
dell’Apocalisse. È una sfilata di quattro cavalli e
cavalieri convocati dai quattro “esseri viventi” della
corte celeste: segno che le forze pur terribili della
storia non sono indipendenti, ma pur sempre sotto il
controllo della giurisdizione divina. Ecco il cavallo
bianco, colore della vittoria, segno di trionfo. L’arco in
mano al cavaliere è strumento bellico che riporta al
cuore della battaglia, degli eserciti, della violenza. La
guerra è l’incubo che apre mille sofferenze nella storia.
Il secondo cavallo è rosso:
evoca spargimento di
sangue; muoiono pace e
verità! trionfa la
violenza con le infinite
vicende di odio, rancore,
vendette, sfruttamento e
oppressione. “Ecco le
lacrime delle vittime da
nessuno consolate contro
il forte potere dei
violenti”. Il terzo cavallo è
nero: morte per fame
perché tutto rincara, tutti i beni di prima necessità
scarseggiano. Il cavallo nero corre ancora nei paesi
indebitati, poverissimi, impotenti di fronte a nazioni
ricche e egoiste. Il colore verdastro del quarto cavallo
può richiamare paura, cattiva salute, lividi, ma qui
rimanda a cadaveri in decomposizione. Il cavaliere si
chiama Morte. Essa è accompagnata da un triste corteo:
dietro di lei c’è il suo vassallo, l’Ades o soggiorno dei
morti.
Nell’Apocalisse, la signoria di questi cavalli e cavalieri
è limitata: infatti solo un quarto della terra è nelle loro
mani. Ma oggi, nell’epoca della globalizzazione dello
sfruttamento, dell’odio e delle violenze, si può ancora
dire che la signoria della guerra è limitata? Non occorre
forse una grande dose di fede fiduciosa per dire che
nonostante tutto Dio è il Signore di tutto? Non occorre
forse una fede come un granello di senape per
confidare ancora in Colui che siede sul suo trono e nel
Suo Cristo? Sì è vero. Occorre imparare da Cristo la
fede fiduciosa. La sola cosa che ci sia rimasta. La sola
cosa per la quale vale davvero la pena di vivere, morire
e poi vivere ancora.
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domenica ore 10.00 Conversazione biblica - culto a Dio
mercoledì ore 20.00 Studio del Vangelo di Luca
IL VANGELO PER I BAMBINI: SCUOLA PER I GIOVANISSIMI
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interamente curata ed
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ragionamento sui temi
importanti della vita e
della fede in Cristo.
www.chiesadicristopomezia.it Il prossimo numero uscirà il 17.04.2022 Tel. 339.577 3986
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La fede
come
esercizio
della
mente
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