Accolte anche le osservazioni presentate in anticipo
Rigenerazione urbana
Dopo le polemiche per le osservazioni del Comitato Borghi Rurali e della Fonte di San Vincenzo non prese in considerazione durante la scorsa commissione urbanistica perchè presentate in anticipo rispetto alle attese dell’amministrazione, alla fine ha prevalso la linea del buon senso. Il 6 febbraio scorso infatti, dopo che il tecnico del Comune, la geometra Alessandra Scaraggi ha illustrato le due osservazioni alla delibera sulla Rigenerazione Urbana che mancavano all’appello, l’amministrazione ha deciso per quanto di propria competenza, di accoglierne i contenuti. In sostanza il territorio con destinazione agricola per 12 ettari, situato in prossimità della ex Yale e ricadente in prossimità della storica sorgente Reggia di Turno oltre che nella fascia di protezione dei pozzi di captazione del titolare della concessione per l’acqua minerale, verrà stralciato dal piano, sottratto cioè dalle possibilità edificatorie possibili attraverso lo spostamento delle cubature dalle zone a rischio alle altre aree individuate dal piano stesso.
Un risultato importante per i proponenti, che miravano a preservare la zona agricola da possibili speculazioni, tenendo conto dei vincoli più stringenti non contemplati dalla carta del consumo del suolo. Un risultato per nulla scontato né indolore, all’esito di una commissione dove non sono mancate incomprensioni e momenti di tensione.
Prima di conoscere l’esito infatti, il Comitato Borghi Rurali aveva chiesto parola per spiegare le proprie ragioni. Una richiesta sulle prime non accolta dalla maggioranza, che ha invitato i cittadini ad ascoltare i lavori evitando interazioni vietata da regolamento. “Vi siete dimenticati di noi”, hanno ribadito i residenti, delusi dall’indirizzo che la commissione sembrava voler adottare, ma i consiglieri di maggioranza Massimo Bortolameotti e Angelo Zanlucchi hanno preso le parti dei cittadini, il primo invitando l’amministrazione a ragionare su una proposta pertinente, l’altro affermando di aver provveduto in prima persona a chiedere che il presidente del comitato Carlo Pallotta venisse ascoltato.
“Non c’è alcuna corrispondenza – ha notato inoltre il consigliere della Lega Roberto Boi – tra l’ambito individuato e la zona industriale: quell’area circostante alla ex Yale corrisponde a un terreno agricolo, per altro posto nella zona di protezione della concessione per l’acqua minerale”.
Del resto l’amministrazione, come risultato poi dalla lettura della controdeduzioni, aveva già deciso di accogliere in parte, per quanto di competenza dell’ente le osservazioni su Casalazzara, ribadendo che la delocalizzazione con demolizione e ricostruzione di nuovi edifici è possibile sui lotti ocra ma solo su terreni non sottoposti a altri e più stringenti vincoli, che se esistenti prevalgono rispetto alla norma.
“Non spetta a noi giudicare gli errori del Cus – ha però obiettato l’assessore Salvatore Codispoti – ma nello spirito di collaborazione e condivisione possiamo raccogliere istanze sulle criticità rilevate nella cartografia e cercare poi un confronto sul tema”.
Francesca Cavallin
Quella sulla trasparenza ha discusso sul presunto caso di mobbing
Commissione a porte chiuse
Una commissione trasparenza a porte chiuse sul presunto caso di mobbing e presunto trasferimento illegittimo di una dipendente della Polizia Locale verso altri uffici del Comune di Aprilia. Un trasferimento sul quale anche il Dipartimento della Funzione Pubblica ha chiesto chiarimenti al segretario comunale. In attesa che sia il Tribunale del Lavoro di Latina a pronunciarsi nel merito del ricorso intentato dalla dipendente nei confronti del Comune di Aprilia, con la prima udienza già fissata per metà marzo, il consigliere di Fratelli D’Italia Vincenzo La Pegna – supportato dal compagno di partito Matteo Grammatico e Roberto Boi della Lega – ha chiesto e ottenuto un approfondimento da parte dell’VIII commissione consiliare, deputata al controllo sulla regolarità e la trasparenza degli atti amministrativi. Proprio sulla funzione della seduta convocata a porte chiuse dal presidente Giorgio Giusfredi - in ragione della delicatezza dei contenuti ma anche a garanzia della privacy, come prevede l’articolo 19 del regolamento sul funzionamento di commissioni e consigli comunali – diametralmente opposta la visione di maggioranza e opposizione. Da un lato Vincenzo La Pegna, che ha ribadito l’esigenza di far luce sulla legittimità di uno spostamento di ufficio ad danni di una dirigente sindacale in assenza del nullaosta della sigla di appartenenza e senza una visita di inidoneità da parte di una commissione medica accreditata; dall’altra i consiglieri della Lista Terra Giuseppe Petito e Ilaria Iacoangeli, che senza troppi giri di parole hanno dichiarato di essere presenti in aula solo per una questione di cortesia istituzionale, trattandosi di un contenzioso che non può trovare risposta univoca tra le carte. Una materia tanto delicata da non consentire la presenza ai lavori neppure della diretta interessata, ma solo dei commissari, del segretario comunale e dell’attuale dirigente della Polizia Locale.
“La commissione trasparenza serve per analizzare la regolarità degli atti e l’opportunità sotto il profilo politico, non può diventare il luogo deputato per trattare un contenzioso in materia di lavoro tra un dipendente e l’amministrazione comunale: per questo ci sono i tribunali e i sindacati” ha dichiarato al termine della commissione il consigliere della Lista Terra Giuseppe Petito.
“Pur leggendo le carte e ascoltando i dirigenti, essendoci contenziosi e denunce in corso, per noi è impossibile dare un parere. Abbiamo deciso di partecipare solo per una questione di garbo istituzionale e perché trattandosi di una commissione convocata su richiesta dell’opposizione non volevamo si pensasse ad un boicottaggio”.
“Ho ritenuto irrispettoso e arrogante l’atteggiamento dei due consiglieri della Lista Terra – replica Vincenzo La Pegna – che volevano lasciare l’aula con una seduta in corso, relativa a fatti denunciati di una certa gravità, qualora venissero confermati. Non spetta a noi amministratori il compito di esprimere un giudizio nel merito, ma compete all’amministrazione dare delle risposte agli interrogativi su un iter in apparenza lacunoso, dubbi sorti esaminando le carte non solo a noi ma anche al Dipartimento della presidenza del consiglio, organo a cui il segretario comunale dovrà rispondere quanto prima. La commissione purtroppo non è servita a chiarire alcuni aspetti, che intendo continuare ad approfondire tramite la lettura della documentazione. Parlando di un sospetto caso di mobbing, credo che il passaggio fosse doveroso”.
Francesca Cavallin