Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Antonello Aurigemma insieme al consigliere Raffaella Neocliti hanno visitato il complesso abusivo
Completare la demolizione del serpentone delle Salzare
“Abbiamo effettuato un sopralluogo al Complesso Immobiliare di Lido delle Salzare. Le Salzare ad Ardea, edificato negli anni 90 a pochi passi dal mare sulla via Litoranea, ed a ridosso della famosa area archeologica del “Castrum Inui” – hanno detto il consigliere di Fratelli d’Italia della Regione Lazio Antonello Aurigemma e la consigliera comunale di Fratelli d’Italia ad Ardea Raffaella Neocliti -. La situazione è per certi versi incandescente. Erano sette palazzine, di cui tre da tempo sono state demolite per abusivismo. Ne restano quattro: una di esse è occupata irregolarmente, perlopiù da persone rom, che vivono nei fatiscenti e inagibili appartamenti senza energia elettrica né acqua. Nella zona circostante regna il degrado assoluto, una sorta di mega discarica a cielo aperto”. Una situazione davvero drammatica se si pensa agli innumerevoli interventi delle forze dell’ordine, che nell’arco degli ultimi venti anni, hanno effettuato a dir poco quotidianamente una serie di blitz per consentire il ritorno alla legalità in un luogo che doveva in un certo qual modo rappresentare il rilancio del litorale, ed invece si è trasformato come emblema del degrado e da forme di delinquenza che ne hanno decretato la chiusura sociale. “Troppo spesso si registrano casi di roghi tossici, che si spandono per il cielo di Ardea – hanno sottolineato ancora il consigliere di Fratelli d’Italia della Regione Lazio Antonello Aurigemma e la consigliera comunale di Fratelli d’Italia ad Ardea Raffaella Neocliti -, che ammorbano l’intero paese, generando un odore acre e costituendo così un rischio per l’igiene e la salute pubblica. La cittadinanza, comprensibilmente e giustamente, è esasperata: basti pensare ai tanti interventi dei vigili del fuoco e alle petizioni degli abitanti. Noi chiederemo quanto prima lo svolgimento di un consiglio comunale straordinario, visto che l’area è di competenza proprio del Comune. In quella sede, chiederemo innanzitutto le reali intenzioni dell’amministrazione, e una tempistica certa per risolvere le criticità esistenti. È indispensabile una bonifica immediata in modo da ripristinare decoro e legalità. Contestualmente il Comune deve anche indicarci come intende agire per sgomberare coloro che vivono senza titoli in questi appartamenti. Non va dimenticato che una sentenza del tribunale aveva deciso la demolizione di queste palazzine perché abusive. La passata amministrazione comunale aveva iniziato a portare avanti l’attività di demolizione (ne restano ancora 4 delle 7 totali), ma poi di fatto tutto si è fermato. Ora, però, la situazione è arrivata al limite. Il Sindaco deve illustrarci come voler affrontare nel dettaglio questa tematica, per giungere ad una rapida ed ormai non più rinviabile soluzione definitiva. In questo complesso, poi, in futuro gli edifici potrebbero essere destinati per degli usi differenti, come ad esempio per gli alloggi popolari o comunque per l’emergenza abitativa. Auspichiamo, inoltre, che arrivino risposte certe in tempi brevi, anche perché da giorni nelle vicinanze è ferma una roulotte, proveniente, a quanto pare, dai vicini campi rom di Roma: cosa, questa, che preoccupa non poco i cittadini delle abitazioni circostanti e gli abitanti di Ardea. Non vorremmo che col passare del tempo quest’area si trasformasse in un accampamento, anche in vista della chiusura del campo nomadi di Castel Romano. Per questo, è indispensabile un intervento urgente e chiaro. Basta con l’inerzia.
Infine, chiediamo anche alla Regione, nell’ambito delle sue competenze, di tenere alta l’attenzione sull’intera situazione; da troppo tempo i cittadini segnalano criticità e chiedono soluzioni per il rispetto dell’igiene e dell’ambiente”.
S.Me.
La battaglia ambientale del “Serpentone”, è stata vinta.
Gli articoli del giornalista e geometra che da anni campeggiano su tutti i giornali locali e ripresi anche da quelli nazionali e da un cittadino del posto che da tempo si è prodigato per la risoluzione del problema, hanno finalmente trovato la giusta attenzione da parte delle preposte istituzioni. Non va dimenticato neppure che nel marzo del 2020 la questione è stata patrocinata dall’Avv. Francesco Falco, impegnato nelle battaglie ambientali, come eco X e altre delicate vicende come l’abusivismo edilizio sulle dune. Il patrocinio è consistito negli esposti presentati al prefetto, al sindaco di Ardea, al ministro degli interni ed al comandante della municipale di Ardea e per ultimo almeno per il momento l’esposto con richiesta di sequestro preventivo presentato nel luglio del C.A., presso la Procura della Repubblica di Velletri. Un plauso va dato al dirigente all’ambiente, urbanistica e Lavori Pubblici Ing. Emanuele Calcagni, il quale è riuscito nelle more del dissesto finanziario del Comune di Ardea a reperire i fondi necessari per la bonifica necessaria per conferire i rifiuti in discarica autorizzata. Nel contempo va ringraziata l’opera del comandante della polizia municipale ten. Col. Sergio Ierace che ha predisposto l’operazione di sequestro a cui seguirà la bonifica. Altresì va fatto notare il consueto apporto della tenenza Carabinieri di Ardea, sempre sensibili alle tematiche ambientali del territoriale ed al contrasto alla criminalità. Va constatato comunque che l’intervento di stamane delle forze dell’ordine si è reso necessario solo dopo che cittadini probi, giornalisti ed avvocati hanno denunciato il problema “Serpentone”, mentre la giunta ed il sindaco sono rimasti inerti fin dal loro insediamento avvenuto tre anni fa. Questo non è cosa di poco conto in quanto i cittadini di Ardea si troveranno gravati di oltre 200.000,00 euro per quanto concerne la bonifica dell’area in questione. La domanda sorge spontanea: Perché si è intervenuti tanto in ritardo? Perché l’ordinanza del 16 luglio 2020 arriva dopo quasi oltre 1000 giorni? Si poteva ridurre la spesa? Si, intervenendo subito. Intanto la questione “Serpentone” resta aperta sotto due punti di vista. Il primo non basta il sequestro formale dell’area delimitato da un nastro bianco e rosso di plastica, ma occorrerà approntare degli strumenti di sorveglianza affinchè quanto previsto dall’atto di sequestro cautelare reale venga rispettato.L’altro profilo non meno importante è lo sgombero e la demolizione di quello che resta dell’originario complesso immobiliare di Lido delle Salzare”. (Luigi Centore)