Il 29 agosto 1965 il Santo Padre officiò la Santa Messa in piazza Indipendenza e tenne un discorso pastorale sulla trasformazione di Pomezia
55° anniversario della visita del beato papa Paolo VI
Quel 29 agosto 1965 il Santo Padre Paolo VI in piazza Indipendenza officiò la Santa Messa durante la quale tenne un discorso pastorale soffermandosi soprattutto sulla forte trasformazione che in quel periodo stava attraversando Pomezia da borgo rurale a polo industriale: “Sono venuto, figliuoli miei, per dirvi: comprendete appieno la vostra sorte; e sappiate, in questo passaggio dall’operosità antica a quella moderna, dalla fatica dei campi a quella delle officine, dalla vita di ieri a quella di oggi, sappiate conservare la vostra fede cristiana, e sappiate che essa non è contraria al vostro benessere nel tempo. Sappiate che essa racchiude l’origine della vostra reale grandezza morale e spirituale. Sono venuto, in una parola, ad annunciarvi ancora la salda fede dei vostri padri; ad esortarvi a non lasciarla mai”.
Alla fine della Messa, alla presenza del Vescovo Mons. R. Macario e di P. Davide Agostini, S.S. Paolo VI riceve in dono dal dott. Alberto Barbieri a nome dell’ARCA, una roulotte destinata alle Missioni. Tra i tanti in piazza quel giorno ad accogliere il Papa vi era anche don Benvenuto Cucuzza parroco di Pratica che aveva conosciuto il futuro Papa nell’estate successiva allo sbarco alleato di Anzio del gennaio del 1944.
“Nell’estate del 1944 - mi ha raccontato poi don Cucuzza – incurante del pericolo, in quanto era noto che tutta la zona era minata, Monsignor Montini, il futuro Papa Paolo VI, fu uno dei primi a soccorrere le nostre popolazioni; giunse con una macchina del Vaticano e distribuì alle nostre parrocchie generi alimentari, medicinali e coperte. Allora monsignor Montini era alla Segreteria di Stato a Roma”.
A.S.
Gli auguri del Sindaco
Cari dirigenti, docenti e operatori scolastici, quello che inizia ufficialmente oggi è un anno scolastico che pensiamo, organizziamo e desideriamo da mesi. La chiusura di tutte le scuole nel marzo scorso, così come il lockdown causato dall’emergenza Coronavirus, sono stati eventi eccezionali, unici nella storia repubblicana del nostro Paese. Tutti noi cittadini responsabili ne siamo stati protagonisti e abbiamo fatto i conti con nuove modalità di vita e di lavoro, sacrificando le relazioni interpersonali e la socialità. Il grande esperimento della didattica a distanza, seppur con alcune criticità, ha dimostrato la forza e l’unità del sistema-scuola, mettendo in rete docenti e famiglie per consentire a bambini e ragazzi di continuare a studiare. Ora è tempo di ripartire, in sicurezza ma in presenza, perché la scuola è il cuore di una società sana, è un presidio di civiltà ed è il motore del futuro. Questo sarà un anno diverso, con regole di distanziamento, dispositivi di protezione, didattica mista; sarà un anno di grande apprensione per docenti e genitori, consapevoli che siamo pronti a contenere il rischio di contagio ma non possiamo annullarlo. Le istituzioni saranno al Vostro fianco, come fatto finora. Il Comune di Pomezia ha lavorato tutta l’estate per rispondere con efficienza e velocità alle richieste dei Dirigenti scolastici per mettere in sicurezza le scuole e consentire l’inizio delle lezioni. Oggi suona una campanella speciale per tutti, in particolare per bambini e ragazzi, per troppo tempo lontani dai banchi di scuola. Agli studenti va un pensiero speciale: quest’anno sarà diverso anche per voi, abituati a stare tutti insieme, ad abbracciarvi, a darvi la mano. Il ritorno a scuola è la grande sfida che l’Italia si assume per la ripartenza, ma non bisogna abbassare la guardia, perché non vogliamo più vedere cancelli chiusi e aule vuote. Inizia in questi giorni per Voi un nuovo viaggio, che ci coinvolge tutti, ancora più degli anni passati. Oggi è quindi un nuovo inizio per tutta la comunità cittadina: la scuola - primo ingresso nel mondo sociale, primo luogo di confronto, condivisione e integrazione – è una realtà preziosa, di cui prendersi cura, oggi più che mai.
Con questo spirito, Vi auguriamo un buon inizio!
Adriano Zuccalà