Una vera storia raccontata dal professor Di Dionisio
Il vedovo Giuseppe
AGiuseppe aveva sofferto molto dopo la morte della moglie. Erano coetanei e fin da piccoli si erano promessi eterno amore. E così era stato. Aveva ho avuto due figli. Lui lavorava in una libreria. Lei donna di casa, attenta al suo uomo e alle loro cose. Non vivevano nell’oro, ma erano comunque felici. A Natale, a Pasqua le grandi riunioni di famiglia, scambio di auguri e di regali.
E poi qualche viaggetto ci era pure scappato: a Venezia, a Napoli a Parigi, sempre con viaggi organizzati per via della lingua. La loro vita trascorreva così, nell’estrema semplicità. Giuseppe e la moglie erano più di una coppia felice, un punto di riferimento. Ma un brutto giorno la moglie se ne andò. Un infarto. Nonostante le cure immediate al pronto soccorso non c’era stato niente da fare. Dire del dolore di Giuseppe è impossibile: un uomo distrutto, un uomo a cui è crollato il mondo, un uomo lacerato. Sono passati dieci anni e Giuseppe oggi è un vecchio pensionato, circondato da mille persone affettuose: anziani, giovani, bambini, dai figli e dai nipoti. Vive della memoria del passato e del vuoto dell’avvenire. Va spesso al cimitero a portare un fiore, sempre uno diverso dall’altro; alla moglie piaceva la casa sempre piena di vasi e di fiori, di tutti i colori. Giorni fa mi ha confidato un suo pensiero: “Non esiste l’uomo, non esiste la donna: esiste la coppia, come una mela, un’arancia mezza mela è sempre la metà di un tutto. Io e mia moglie siamo due metà.
La mia, ora, è solo un’attesa. Ho imparato tante cose dalla vita che abbiamo trascorso insieme e posso dire di essere a mio modo felice. I ricordi sono tanti… e sono mezzo felice quando le porto un fiore, uno solo ma sempre diverso. Le parlo e lei mi ascolta. Lo so, e mi risponde anche. L’immaginazione è sempre una realtà, diversa ma vera; è vera perché è una cosa che c’è... Sta qui dentro di me, e non è meno vera”.
Poi tacque e mi guardò. E sorrideva anche se gli spuntava una lacrima. Era felice. Mezzo felice, come diceva lui.
E mi parlò dei suoi figli, dei suoi nipoti, degli altri parenti.
E’ felice Giuseppe? Non so. Giuseppe lo sa. Giuseppe lo è. E’ sempre sorridente. Ha imparato a fare del suo dolore una grande attesa, quella di rivedere la moglie quando sarà la sua ora. Zio Giuseppe, così lo chiamano, è un punto di riferimento per i nipoti che, a turno, lo accompagnano dal medico, a fare la spesa, che lo invitano spesso nelle loro case. In effetti, forse non lo sanno, sono loro ad aver bisogno di lui, della sua saggezza, della sua fermezza, delle sue convinzioni profonde sui valori della vita, quelli veri: gli affetti.
E quando Giuseppe mancherà, i figli, nipoti, i parenti, avvertiranno un grande vuoto. E Giuseppe sarà lassù in eterno con la moglie a cogliere i fiori sulle stelle per fare del Paradiso un luogo sempre più colorito.
Qualche proverbio e frasi sulla vedovanza:
- Le vedove giovani con un occhio piangono e con l’altro si guardano allo specchio. (Proverbio)
- Se gli uomini non avessero la mania di sposare donne molto più giovani di loro, d sarebbero meno vedove. (Fhilippe Bouvar)
- La perdita di un marito significa spesso la scomparsa di un padrone che costituisce ostacolo al godimento di molte gioie della vita. (Madeleine De Scuderj)
- Ho sognato che ero rimasto vedovo... un sogno completo: morte, camera ardente, funerale. lo camminavo dietro al feretro... alla mia sinistra camminava padre Agostino... mentre tutti piangevano io solo ridevo. Poi mentre calavano la bara giù nella fossa, ho sentito un colpetto dietro la nuca: tac! Anche abbastanza forte... Credevo fosse padre Agostino e invece mi sono svegliato nel mio letto: era mia moglie che mi diceva: “Cos’hai cretinetti, ridi nel sonno?”
(Alberto Sordi).
Guglielmo Di Dionisio
Realizzato un DVD per i genitori dei bimbi della scuola dell’infanzia Santa Cerioli
La recita natalizia non è mancata
Siamo in tempo di pandemia, purtroppo, ed ogni attività che implica il coinvolgimento di varie persone è sospeso, rimandato ad un periodo più favorevole. Ogni scuola cerca di limitare il più possibile ogni forma di assembramento. Però nella Scuola dell’infanzia “Santa Cerioli” che è sita in Nettuno, a Via Orsenigo nr. 4, non è mancata la tradizionale recita natalizia a cui tutti i piccoli alunni, anche in tempo di Covid, hanno partecipato con entusiasmo. Non si sono sentiti defraudati di quanto può essere appagante recitare con impegno, divertimento e… tanto altro ancora, sempre nel rispetto dei protocolli anti Covid-19. Ma i genitori non hanno potuto assistervi come avvenuto negli altri anni. Allora la Dirigenza, insieme alle docenti ed alle suore, ha pensato di realizzare un DVD della recita per farne dono alle famiglie. Jennifer Belli, rappresentante di Istituto, ha porto sentiti ringraziamenti alla scuola, a nome dei genitori che hanno gradito tantissimo questo dono così speciale. La tradizione anche quest’anno è stata rispettata nella “Santa Cerioli” il cui motto è: “Nessun bambino è perduto se ha un insegnante che crede in lui.” Ricordiamo che la Beata Cerioli è stata proclamata Santa da Papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004. Al secolo Costanza, assunse il nome di Suor Paola Elisabetta. A lei si deve la fondazione delle Congregazioni dei Religiosi e delle Religiose della Sacra Famiglia di Bergamo. Durante la sua vita, dopo la morte dei figli e del marito ha fatto tanto del bene agli orfani, accogliendoli nel suo nobile palazzo ed aiutando tutta la popolazione che viveva in condizione di estrema povertà.
Rita Cerasani
Brazzo ha girato il videoclip a Nettuno
Il giorno sabato 19 dicembre 2020, tra lo shopping natalizio e le luminarie il Comune di Nettuno è stato vetrina di un videoclip musicale dell’artista “Brazzo”.
Francesco Brizio, in arte Brazzo, è un rapper e attivista sordo italiano. Nato a Taranto il 14 marzo 1987, dopo la maturità si trasferisce a Milano. Attualmente lavora come impiegato nelle assicurazioni e nel tempo libero si dedica alla musica. Brazzo dal 2016 ha già diversi brani attivi sul suo canale Youtube e non solo perché è stato anche ospite in vari festival, e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive molto note, tra cui Italia’s Got Talent dello scorso anno (di cui potete vedere l’esibizione al seguente link https://youtu.be/QOnedu-uzo0). Il suo obiettivo è dare un senso della musica alle persone sorde e avere più visibilità nel mondo degli udenti abbattendo così i pregiudizi, e soprattutto per sensibilizzare la LIS (Lingua Italiana dei Segni) che in Italia non è ancora riconosciuta. Brazzo ha imparato a cantare con l’aiuto di una logopedista grazie alla quale ha anche imparato a seguire il tempo, il ritmo e le vibrazioni musicali, interpretando solo successivamente le canzoni in Lingua dei segni, per tanto, tutti i suoi brani sono interamente scritti da lui.
“Ho scelto come sfondo Nettuno - spiega Brazzo - per le sue luminarie incredibili, e il calore che trasmettono in questo periodo molto critico che ci circonda, per il mio nuovo singolo uscito il 24 dicembre 2020 (sui suoi canali social) dal titolo “Rosso Natale”. Con questo brano ho voluto sottolineare la drammaticità di questo momento ma allo stesso tempo per ricordare che il Natale è un momento magico dal quale si può ripartire con un po’ di gioia e speranza nel cuore. Voglio ringraziare, inoltre, Eleonora Serra dell’Ufficio Turismo del Comune di Nettuno, e il Vice Sindaco Alessandro Mauro per la disponibilità tempestiva nel permettere la realizzazione di questo videoclip”.
“Siamo orgogliosi di aver ospitato un artista come Brazzo nella nostra città che con le sue luminarie ha fatto da sfondo al suo ultimo videoclip che rilanceremo sui nostri canali social nei giorni di Natale - dichiara il Vicesindaco con delega al Turismo Alessandro Mauro - è importantissimo per noi trasmettere messaggi di speranza per il futuro nonostante il momento difficile che stiamo attraversando. Ci rende ancora più orgogliosi quando questi messaggi sono inclusivi e rivolti a tutte le fasce della nostra cittadinanza. La nostra è una città che fa del sociale uno dei suoi punti fondanti ed è stato un onore per noi permettere a Brazzo di mostrare il suo talento che va oltre i limiti e le difficoltà. Un messaggio forte e potente che porta in primo piano la diversità e la necessità di politiche che siano quanto più inclusive possibili. Il Comune di Nettuno sosterrà sempre questo tipo di iniziative, come già avvenuto a Febbraio quando il Performer Lis nettunese Mauro Iandolo ha portato la lingua dei segni sul palco del Festival di Sanremo”.
Comune di Nettuno