Migliaia di morti da Covid potevano essere evitati se il Piano Pandemico fosse stato adeguato secondo le linee guida dell’OMS
Covid e carte false hanno causato 10.000 morti in più
Pian piano i nodi vengono al pettine e si comincia a intravedere qualche sprazzo di concretezza storica oltre alla nebbia imposta dal una realtà drammatica. Se qualcuno muore per l’incuria di un altro il codice penale ne definisce limiti, responsabilità e pena. Se si legge un dossier, scritto dal generale dell’Esercito Pier Paolo Lunelli che lancia accuse pesanti contro il governo italiano e contro quelli precedenti, senza che nessuno lo smentisca vuol dire che chi tesseva lodi e scriveva libri sul “modello italiano” millantava o non sapeva. Se l’Italia ha il record Europeo di morti da Covid non si può accettare senza andare a vedere perché e chi ne ha una colpa che non si può attribuire esclusivamente al virus ma che è anche di chi non lo ha contrastato nel modo adeguato o di chi ha “omesso” nel contrastarlo.
L’affermazione fatta dal Gen Lunelli che “Diecimila, delle oltre 35mila morti in Italia a causa del Covid-19, si sarebbero potute evitare, se il nostro Paese avesse aggiornato il proprio piano anti-pandemie, secondo le linee guida indicate negli anni scorsi dall’Oms e dall’Ecdc. Ma il piano era obsoleto.”, è un’accusa precisa e documentata da fatti e circostanze che si sta tentando di tenere nascosta per non disturbare un manovratore che somiglia sempre più al “pifferaio di Hamelin”. Un’accusa che una stampa distratta o troppo attratta continua a minimizzare lasciandone gli approfondimenti alle sole trasmissioni di inchiesta come “Report” e “Non è l’arena”. Ma per fortuna che c’è anche un Magistrato che vuole vederci chiaro e che si spera venga lasciato lavorare senza interferenze esterne. Quali sono i fatti che fanno di questa faccenda qualcosa di inconcepibile per un paese occidentale? In breve sintesi ed in modo molto semplificato: ogni Nazione che aderisce all’Organizzazione Mondiale della Sanità è soggetta a seguire certe direttive e certi protocolli nel contrasto e nella prevenzione delle malattie; una delle incombenze a cui gli Stati membri devono dare risposta è quella della preparazione periodica del piano di emergenza per contrastare una pandemia. Questo documento è come un piano a livello tattico e strategico per affrontare una battaglia ed un conflitto; è, cioè, un programma di attuazioni di protocolli e di predisposizioni logistiche ed operative da porre in atto dal momento che si dichiara lo stato di emergenza pandemica. Recentemente il Prof Francesco Zambon, un ricercatore italiano della sede Italiana dell’OMS, ha pubblicato un documento, subito dopo rimosso, che è un vero e proprio atto di accusa nei confronti delle autorità italiane per la totale inadeguatezza nell’affrontare il Covid 19. Un’inadeguatezza che dipende essenzialmente dalla mancanza di un piano pandemico aggiornato ed adeguato ai tempi ed alla tecnologia. La domanda è semplice e semplice deve essere la risposta: “L’Italia era preparata a contrastare la pandemia di Covid-19? È questa la domanda intorno a cui ruota tutta la vicenda del documento pubblicato e poi rimosso dal sito dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il 13 maggio un gruppo di ricercatori dell’Oms ha provato a dare una risposta. Lo ha fatto attraverso un documentato rapporto destinato a quei Paesi che ancora non avevano affrontato il Covid-19 e che dovevano prepararsi prendendo spunto dall’esperienza italiana: una delle peggiori al mondo nell’affrontare la pandemia. Il documento viene pubblicato e rimosso nell’arco di ventiquattro ore, a detta dell’Oms perché pieno di inesattezze. Giustificazione rigettata duramente dal Prof Zambon. Chi ha voluto la rimozione? Perché? L’ipotesi è che a decidere di rimuovere lo scomodo rapporto sia stato il Prof Ranieri Guerra, vice Direttore dell’OMS e responsabile, in quanto precedentemente Direttore Generale della prevenzione, della preparazione del piano pandemico aggiornato. Ma nel rapporto puntuale e documentato di Zambon c’è scritto che il piano pandemico italiano, che organizza la risposta del Paese ad un’emergenza come il Covid, non veniva aggiornato dal 2006, ma semplicemente rinnovato senza cambiare una virgola, come appare anche da molti refusi. L’ultimo rinnovo era stato approvato nel 2017 senza essere rivisto appunto dal Direttore Generale della prevenzione del Ministero della Salute, competente in merito, che era proprio Ranieri Guerra, oggi vicepresidente per l’Europa dell’Oms. Zambon, che dichiara di essere stato minacciato di licenziamento dal Prof Guerra, ribadisce, in un’intervista al Guardian” tutte le sue accuse verso un sistema inefficiente e verso Ranieri Guerra per il suo tentativo di insabbiare le responsabilità sue e del suo Ministero. Un documento di cento pagine chiaro ed articolato fatto di analisi sugli errori commessi dall’Italia nella prima fase della pandemia di Covid-19, prima a livello generale e poi Regione per Regione. Una reazione al Covid che viene definita “improvvisata, caotica e creativa”. Il Vice Ministro della Salute Sileri auspica apertamente calci nel sedere a quei Direttori Generali “che si sentono dei ‘mini ministri’ perché sanno che la politica è transitoria, mentre loro rimangono dove sono per decenni. Per quanto riguarda il piano pandemico “credo che siano loro oggi a dover rispondere e a dover dare spiegazioni esaurienti, perché un semplice appunto inviato al ministro o al viceministro non è sufficiente per declinare esattamente quali siano state le azioni intraprese negli ultimi 14 anni” così aggiunge il Vice Ministro Sileri. Quindi i dettagli del “modello italiano che tutto il mondo ci invidia” che ha causato un tasso di mortalità tre volte maggiore di quello tedesco cominciano a venire alla luce e la politica tenterà di dare le colpe del fallimento alla burocrazia. Ma le cose non funzionano così. Il 31 gennaio del 2020 l’Italia dichiara, con atto formale, l’emergenza pandemica con cui l’autorità di Governo assume poteri straordinari per affrontare la pandemia. Devo pensare che, subito dopo tale atto formale, il Presidente del Consiglio ed il Ministro della Salute siano andati nella cassaforte ed abbiano tirato fuori i “piani” di guerra e cioè quelli contenenti le modalità previste e studiate in precedenza per far fronte alla pandemia; ma non credo lo abbiano fatto, se è vero come è vero, che lo stesso Presidente del Consiglio ha sempre dichiarato di “seguire l’evoluzione della pandemia attuando reazioni adeguate alla sua evoluzione” ponendosi cioè dalla parte sbagliata del problema, perché la pandemia andava preceduta attuando i piani previsti e non seguita nella sua evoluzione. Non credo che l’abbiano fatto perché se lo avessero fatto avrebbero scoperto che il piano di emergenza pandemica era, di fatto, quello di 14 anni prima mai rielaborato per adeguarlo all’evoluzione tecnologica, organizzativa e procedurale. Infatti il piano rielaborato nel 2017 era solo un copia e incolla di quello del 2006 che evidentemente non prevedeva la predisposizione di tutti quei presidi sanitari la cui mancanza ha provocato la morte di migliaia di persone tra cui centinaia di operatori sanitari. Fatto di una gravità estrema la cui risposta, in un paese del mondo occidentale, dovrebbe subito portare alle dimissioni del Ministro della Salute dopo che un calcio al sedere, auspicato dal Vice Ministro Sileri, abbia cacciato con ignominia tutti coloro che ne sono stati causa. Se tale gravissima lacuna è stata causa di morte di cittadini malati sarà la giustizia a definirlo ed a comminare le pene che meritano.
Sergio Franchi