Per sostenere tutte le iniziative di solidarietà e beneficenza per le attrezzature mediche
Maratona del Sorriso
Si svolgerà dal 10 maggio al 25 luglio “La Maratona Del Sorriso”, una ricerca fondi organizzata dalla associazione Teniamoci per Mano onlus.
“Questa campagna sociale di raccolta fondi servirà all’acquisto di macchinari negli ospedali di tutta Italia. Obiettivo della nostra associazione, nata a Napoli nel 2010 è quella di supportare, mediante la terapia del sorriso, del gioco e della comicità, la degenza del paziente in ospedale o in strutture di accoglienza, come case famiglia o case di cura per anziani con l’obiettivo specifico di far conoscere il valore artistico/terapeutico della figura del clown” mi dicono dalla Associazione.
La Clownterapia è una terapia medica alternativa che, utilizzando le tecniche del circo e del teatro di strada, alleggerisce il ricovero del paziente e facilita le cure ospedaliere.
“La Maratona del Sorriso nasce per sostenere tutte le iniziative di solidarietà e beneficenza organizzate da ogni singolo Distretto della famiglia Teniamoci per Mano sul proprio territorio di appartenenza.
Ogni delegazione ha presentato un progetto, come ad esempio la donazione di un’attrezzatura medica e l’organizzazione di attività di volontariato, ed ogni campagna sociale contribuirà all’obiettivo finale della Maratona.
Attraverso eventi sportivi, aste di beneficenza ed una grande raccolta fondi (utilizzando anche la piattaforma GoFundMe), si sensibilizzerà l’opinione pubblica alla causa, raccogliendo le donazioni necessarie nel periodo temporale 10 Maggio – 26 luglio 2021 (Festa finale: 19/26 luglio 2021).
Ogni distretto sarà supportato da chi sarà impegnato in prima linea.
Il nostro distretto di Roma è impiegato nelle date 14-20 giugno e speriamo di raccogliere circa 7.225.00,00 euro che serviranno per l’acquisto di n. 2 Elettrocardiografi PageWriter TC20/TC30”.
Chiunque volesse donare e sostenerci in questa impresa, può donare un contributo libero sulla piattaforma gofundme, oppure attraverso un bonifico bancario sull’iban IT57S0760103400001047479710 usando come causale Maratona Del Sorriso.
Barbara Balestrieri
Cinema per resistere
Lezioni di cinema all’ITET nettunese “Emanuela Loi”, infatti, nelle scorse settimane di scuola, l’Istituto ha iniziato un nuovo progetto PCTO intitolato “cinema per resistere”, promosso dal Dirigente Scolastico dell’Istituto, dott. Gennaro Bosso e coordinato dal Professor Antonio Maiorino che è stato proposto, alle classi quarto e quinto A Turistico. Il titolo del progetto richiama le attuali difficoltàdel mondo della cultura in generale, e segnatamente delcinema, nella probante contingenza della pandemia.
“Resistenza, tuttavia, non è solo quella del cinema – spiega il professor Maiorino - ma, anche quella che col cinema consente ad ogni spettatoredi guardarsi dentro attraverso lo specchiocinematografico per riappropriarsi della propriaidentità: di esseri pensanti, di persone, di cittadini. In particolare per gli studenti - termina il docente - il linguaggio delcinema, oltre a rappresentare una forma artistica di cuiscoprire l’alfabeto e le strategie di espressione,costituisce un’occasione fertile per riflettere ediscutere sul proprio processo di crescita, sul propriomondo relazionale e sul ruolo attivo di cittadinanza chesi è chiamati a sviluppare”.
Il percorso si è sviluppato attraverso la visione e l’analisi di due cortometraggi, “eroi perduti” di Lorenzo Giroffi ed “Aida” di Mattia Temponi. Alle proiezioni sono seguiti le video conferenze con i registi ed i produttori, in occasione di questi incontri, gli studenti, hanno scritto per le loro opere delle logline e tagline. Lo svolgersi del tradizionale dibattito ed il confronto vivo degli studenti con gli autori dei corti haconsentito loro di accedere sia alla pienacomprensione delle forme dell’arte cinematografica.
Il concerto rock si tenne al Paradiso sul Mare
Battiato ad Anzio
Forse adesso è impegnato nel suo lungo percorso, evitando le ‘correnti gravitazionali’ dei pianeti e dei corpi celesti, seguendo, nell’infinito dell’universo, le rotte e le coordinate disegnate dalle geometrie Euclidee e dalle risonanze delle Sfere pitagoriche. Spirituale, mistico e metafisico, colto e raffinato -nel già colto e raffinato panorama cantautoriale italiano- Battiato ci ha lasciato. Dicono che se ne sia andato sereno, forse la sua metafisica e mitopoiesi lo avrà aiutato a trovare il senso ultimo e destinale della vita, preservandolo dal baratro della ‘orrida casualità’. Le parole delle sue canzoni, i suoi versi, le sua strofe sono entrati già da tempo nell’immaginario collettivo e popolare: locuzioni spesso oscure, parole-concetto a volte ermetiche e allusive e che, nonostante ciò, fanno parte di quell’universo Pop che molti descrivono facilone, superficiale…’solo canzonette’, dimostrando così, ai mass mediologhi, che il popolare (che almeno non tutto ciò che è popolare) non è solo superficialità e genericità votata al facile consumo. ‘La primavera che tarda ad arrivare’, ‘il centro di gravità permanente’, ‘trovare l’alba dentro l’imbrunire’…ci mostrano come anche la popolarità può produrre e indurre al pensiero e alla complessità della lingua parlata (cantata) e del linguaggio musicale.
La mia memoria non può non risalire a una tarda primavera, quella del 1974 (o forse del 75), quando il Circolo Arci di Anzio e Nettuno, nell’ambito di un vasto programma di iniziative socio-culturali, riuscì, attraverso non ricordo quali complicati e tortuosi canali, a portare Franco Battiato a Anzio e, precisamente al Paradiso dalla parte del mare, riviera Zanardelli, nel salone e nelle grotti di quello che allora veniva chiamato ‘Momus’, ormai chiuso da diversi anni. Allora Battiato era agli esordi con il suo rock progressivo ed elettronico, aveva già pubblicato due albums: ‘Fetus’ e ‘Pollution’, usciti entrambi l’anno precedente a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Parlavano un linguaggio del tutto nuovo di temi allora poco perseguiti: ambiente e inquinamento, ecologia. Allora non era del tutto conosciuto al grande pubblico; ricordo che venne insieme a un altro cantautore: il milanese Yuri Camisasca, ognuno eseguiva il proprio repertorio, Camisasca suonava dal vivo con un suo gruppo, mentre Battiato, aveva le basi musicali incise, considerato il fatto che la sua musica elettronica e di non facile esecuzione non poteva essere riprodotta se non con un’organizzazione e un dispendio di tempo e risorse finanziarie che il circolo culturale Arci di Anzio Nettuno non aveva. Allora il cantautore catanese (da poco trasferitosi a Milano, ove, se non ricordo male, aveva fatto il servizio di leva allora obbligatorio) era molto giovane, ma già aveva intrapreso, in maniera decisa ed originale, il suo percorso di sperimentatore musicale e cantautore, che procedeva in maniera parallela e convergente con l’itinerario mistico-filosofico-sapienziale da epigono dei filosofi, matematici e poeti della Magna Grecia, che anticamente avevano abitato la sua terra.
Un’esperienza della quale adesso mi sfuggono i particolari, ricordo solo che fu una pomeriggio e una serata interessante; un’esperienza originale, densa di atmosfere, e che adesso, a distanza di mezzo secolo, di fronte alla sua scomparsa, torna non solo con nostalgia ma anche con il senso di una distopia di un presente diverso da come lo si era immaginato allora. Un’iniziativa fuori dell’ordinario, allora per Anzio e Nettuno…-allora!- ma probabilmente l’iniziativa sarebbe fuori dell’ordinario anche oggi, visto l’opacità dell’odierno scenario socio culturale locale e no.
Giuseppe Chitarrini