SIMPOSIO
OGGI E DOMANI
Si vorrebbe in questo spazio parlare di argomenti al di fuori del contesto generale dell’attualità. Non con la presunzione di fare cultura che possa allontanarsi dai problemi che ci assillano quotidianamente, ma per un momento, almeno, essere distesi e rilassati, anche divertirci se possibile. Un invito a pensare “altro”, ad argomentare su quello che ci appassiona per favorire un dialogo a più voci anche silenzioso di pensieri nuovi. È sempre una sorpresa ad ogni numero del giornale scoprire l’argomento che viene proposto.
Ma, se questo non può bastare, state tranquilli perché siamo al lavoro per programmare il calendario dei prossimi incontri al Simposio. Purtroppo la situazione attuale ci costringe a rispettare le norme di sicurezza, ad evitare affollamenti e per questo saremo costretti a chiedervi di volta in volta la vostra adesione: una telefonata o mail di prenotazione sarà necessaria. Però, come in tutte le cose, siamo fiduciosi nel credere che anche questo periodo difficile passerà. Prima o poi il Simposio tornerà ad essere un “libero incontro”.
Giuliana
Cammini,
con sulle spalle la bisaccia,
tu cammini…
con dentro
pane, garza, e amore,
per asciugare le ferite,
di chi della violenza,
sa il dolore.
Eppure il tuo eterno
camminare,
si disperde come goccia
in mezzo al mare,
perché il seme antico
di violenza,
riesce in ogni luogo
a germogliare.
Ma questo
già da tempo
tu sapevi,
ma hai continuato
ancora
a camminare.
Per questo io dico a te:
grazie!
Perché
non perdi mai la tua
fiducia,
e continui imperterrito
a sognare.
Pino Pieri
ROMA CAPITALE D’ITALIA
Fine del potere temporale papale
23ª parte
di Francesco Bonanni
Nel 1378 Papa GregorioXI, proprio un anno dopo aver riportato a Roma la Sede Pontificia, morì quando già, mutata idea, intendeva tornare ad Avignone.
Fu sepolto a Santa Francesca Romana al Foro e nel 1384 il Popolo Romano, ignaro della nuova decisione del Pontefice, gli eresse un monumento come ringraziamento di aver riportato la Sede da Avignone a Roma.
Ma alla morte di Papa Gregorio a Roma erano presenti solo alcuni Cardinali con netta maggioranza di parte francese. Difatti nove erano Francesi, quattro Italiani e un Aragonese. Trascorsi dieci giorni dalla morte del Papa, il 7 aprile 1378, i Cardinali si riunirono in Conclave in Vaticano. Il Popolo romano accolse con un clima agitato l’apertura del Conclave ed a causa del timore che venisse eletto un Papa non italiano diede origine a violenti disordini. Preoccupazione non infondata.
Infatti il Collegio Cardinalizio, a maggioranza di Prelati francesi, era decisamente intenzionato ad eleggere al Soglio Pontificio un Transalpino. Ma i Romani, temendo che un nuovo Papa francese avrebbe potuto disporre il ritorno ad Avignone, reclamando a gran voce: “Romano lo volemo, o almeno Italiano” insorse con il precipuo scopo di scongiurare tale tanto temuto evento. Gli schiamazzi continuarono per tutto il pur breve periodo del Conclave. Anche se la Deputazione Capitolina aveva rassicurato la Curia per quanto riguardava il mantenimento dell’ordine pubblico nel Rione Borgo con un Presidio di numerosi cittadini agli ordini dei Capitani delle Regioni, i timoridei Cardinali erano più che giustificati. Così fu eletto un Italiano, ma non un Romano e nemmeno un componente del Collegio Cardinalizio.
Ma fu l’ultima volta che veniva elevato al Soglio Pontificio un Ecclesiastico non appartenente all’Ordine Cardinalizio. L’otto aprile fu eletto Bartolomeo Prignano, dotto Canonista e Arcivescovo di Bari. Poiché’ il neo eletto non era presente in Vaticano il suo nome non venne reso noto subito. Questo ritardo di annuncio provocò una situazione tragicomica. Sospettando che fosse stato eletto un Francese una nutrita folla di Romani irruppe nella sala del Conclave per cui i Cardinali impauriti dichiararono che era stato eletto il vecchio Cardinale romano Francesco Tebaldeschi. Alla richiesta della folla minacciosa che chiedeva l’immediato insediamento del nuovo Pontefice il povero Cardinale Tebaldeschi fu costretto a rivelare Il vero nome del neoeletto. Allora i Cardinali temendo il peggio pensarono bene di darsi alla fuga. Ma finalmente il 18 aprile Bartolomeo Prignano fu incoronato Pontefice col nome di Urbano VI.
Indubbiamente questa fu una elezione chiaramente viziata dalle pesanti pressioni esercitate da una folla pericolosamente minacciosache senz’altro intimorì il Collegio Cardinalizio. Quando sembrava che tutto fosse risolto avvenne un colpo di scena: i Cardinali francesi intimarono al nuovo Pontefice di trasferire di nuovo la Sede Papale ad Avignone. Al netto rifiuto di Urbano VI i Cardinali francesi e l’unico aragonese, Pedro De luna, abbandonarono la curia e si trasferirono ad Anagni invitando i colleghi italiani a fare altrettanto denunciandole modalità con le quali era avvenuta l’elezione.
CURIOSITÀ NELLA POESIA/4
di Sergio Bedeschi
NON SOLO CALCIO
Se pensate che, parlando di Sport nella poesia, io abbia privilegiato il Gioco del Calcio, beh avete proprio ragione. D’altronde noi anzianotti apparteniamo a quella generazione del Dopo-Guerra quando l’unico attrezzo sportivo che ci si poteva permettere era un pallone, magari fatto con quattro stracci legati assieme, da prendere a pedate sulla strada davanti a casa. Sicuri che ci abbiate perdonato, concordiamo che non è solo di Calcio che si debba parlare.
GIANNI BRERA
Gianni Brera infatti parlava di tutto. Non era un poeta, era semplicemente un giornalista sportivo. Ma quando appariva in quella televisione in bianco e nero degli anni’50 e ’60, dalla sua voce fluiva un linguaggio garbato e al contempo incisivo, aulico ed ironico sempre, un capolavoro che non potevi non ascoltare. Dei due celeberrimi ciclisti di quel tempo sentenziò:
Faustìn inventa il ciclismo moderno,
il Gino è l’epigono più glorioso di quello antico…
Al pari ci incantano i versi in Brasile di Carlos Drummond nelle sue silloge O momento feliz dove si ispira alle imprese della Selecao verde-oro:
Una geometria scaltra, aerea, musicale
di corpi sapienti, membra polifoniche belle, sudate…
ARCITELLI, UN GRANDE CANTORE
È chiaro che i puristi storceranno il naso ancora una volta. Ma provateci, per favore. Vi assicuro, talvolta sembra vera poesia! Qualche volta nostalgica, empati