Tante le promesse dei politici per essere adottata
La Gallinara dimenticata
E’, per estensione, il bene naturale più importante di Anzio ed è stata oggetto di attenzioni e polemiche per anni. E’ la pineta della Gallinara, un luogo protetto che racchiude storie vicine e lontane di cui il nostro territorio è stato protagonista. Da molti anni un gruppo di cittadini di buona volontà sta cercando di sopperire alla scarsa attenzione delle istituzioni verso la Pineta della Gallinara e, in particolare, della parte pubblica della stessa in quanto bene comune a disposizione degli abitanti della zona. La Pineta della Gallinara è malata, lo è da anni ed i cittadini si sono resi disponibili a concorrere alla sua guarigione. Di che cosa soffre la pineta? Si tratta dell’azione di un fungo, importato dalle truppe alleate che hanno a lungo stazionato sul litorale laziale, il quale si è gradualmente propagato ed adattato anche nella pineta di Lido dei Pini. E’ il fungo Heterobasidion irregulare che si trasmette per via radicale da pino a pino e poi esercita la propria azione debilitante limitatamente ad una altezza sul tronco di circa 150 cm. L’azione del fungo indebolisce notevolmente le capacità difensive della pianta e facilita l’attacco del Tomicus Destruens che completa l’azione distruttrice. A questo risultato è giunto il team dell’Università di Torino dopo un intervento durato un paio d’anni e con un assiduo lavoro di ricerca. Coloro che hanno studiato il problema sono il Prof Paolo Gonthier, titolare della cattedra di Patologia Vegetale Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino e la sua Assistente Dr. Luana Giordano. Su proposta del Gruppo Operativo Salviamo la Pineta il Sindaco di Anzio, un paio di anni orsono, ha attivato un tavolo di lavoro a cui ha partecipato il Prof Gonthier che ha dato una prescrizione fitosanitaria non per debellare il fungo ma per impedirne l’ulteriore contagio. Una copia in lingua inglese di tale “prescrizione” è stata fornita dal Prof Gonthier al sottoscritto, che ha partecipato al tavolo di lavoro ed al Consigliere Marigliani che in quel tavolo rappresentava il Sindaco di Anzio e che aveva molto lavorato per organizzarlo. Una copia tradotta in italiano di tale documento è stata inviata ed è a disposizione dell’Ufficio Ambiente affinché si attivi per porre in atto il necessario protocollo indicato dal Professore di Torino. Un lavoro prezioso che non ha avuto seguito in azioni concrete se è vero come è vero che i pini si continuano ad ammalare ed a morire. Contemporaneamente, le associazioni che aderiscono al Comitato Operativo Salviamo la Pineta, si sono rese disponibili ad assumere una diretta responsabilità nella gestione della pineta ed, attraverso una delle sue componenti più importanti, ha offerto di accettare l’affidamento del parco pubblico. Questo è stato discusso in via informale con il Sindaco De Angelis e con lo stesso sono state tracciate le linee su cui basare l’adozione della pineta da parte dei Consorzio Lido dei Pini. C’è una ragione per cui il Comitato Salviamo la Pineta ha deciso di percorrere questa via e cioè di fare in modo che la controparte del Comune non fosse un Comitato costituito da poco tempo e che è troppo soggetto al livello di partecipazione dei cittadini, ma di proporre che la responsabilità legale fosse affidata ad un ente strutturato e presente sul territorio da oltre mezzo secolo che è, appunto, il Consorzio Lido dei Pini. Ricordo nettamente che il Sindaco di Anzio ha espresso il suo parere favorevole a questa soluzione che appariva quella piu percorribile. Ricordo nettamente che il Sindaco di Anzio, sempre in modo informale, diede incarico al Segretario Generale di dare seguito all’accordo. Poi? Niente più è successo. Possibile che un atto condiviso, ragionevole, vantaggioso per tutti non abbia ancora avuto la sua formalizzazione? Perché rimandare l’accordo di affidamento del parco comunale della Gallinara quando la sua concretizzazione non può che essere un fatto favorevole per il parco, per la gente ed anche per il Comune che vedrebbe un bene pubblico curato da persone responsabilizzate a valorizzare la propria pineta? Perché, nonostante l’iniziativa presa dal Sindaco di cercare la via per curare la pineta, nonostante che il protocollo del prof Gonthier, tradotto in Italiano, sia stato inviato all’Ufficio Ambiente, non si ha traccia dei trattamenti prescritti? I cittadini di Lido dei Pini, che hanno dato segno di disponibilità e condividere le responsabilità, meritano risposte e, quello che più conta, azioni concrete. Il Covid non può essere la ragione per fermare anche quello che non ha bisogno di essere fermato.
Sergio Franchi
Gli inquilini di viale Europa devono lasciare le abitazioni della società fallita entro il 31 marzo
300 residenti sotto sgombero
Rifondazione Comunista di Anzio esprime solidarietà e sostegno ai 300 residenti sotto sgombero della palazzina di Viale Europa 16 ad Anzio, auspicando che le istituzioni intervengano rapidamente per evitare una grave emergenza sociale.
Anche nella nostra città va assicurato il diritto all’abitare. Il 31 marzo, infatti, è previsto lo sgombero di quella palazzina, non essendo stato applicato per questa vicenda il blocco degli sfratti previsto dal Decreto Cura Italia. Gli inquilini rischiano di essere gli unici a subire le conseguenze delle ormai note vicende del fallimento della società proprietaria dell’immobile, pur essendo sostanzialmente innocenti. Essi, infatti, sono stati regolarmente sotto contratto fino al 2016, poi quando la procedura fallimentare ha avuto inizio, hanno confidato nel Tribunale per una soluzione che tenesse conto dei loro diritti oltre che di quelli dei creditori, ma, nonostante alcune rassicurazioni verbali, nulla di ufficiale è stato avviato dal Curatore fallimentare in questo senso. Nel frattempo sono arrivate le ordinanze di sgombero e le prime famiglie sono state allontanate con la forza pubblica dalle loro abitazioni. In tempi di pandemia e crisi economica dovrebbe essere impensabile sgomberare queste persone, eppure sta per accadere. Gli inquilini di Viale Europa non possono essere gli unici o quasi a pagare per le vicende giudiziarie della società proprietaria dell’immobile di cui sono affittuari. I diritti sociali e civili degli inquilini non sono meno importanti dei diritti dei creditori, la cui tutela non può contribuire ad aggravare una già enorme crisi sociale.
Il Sindaco passi dalle parole ai fatti e intervenga per assicurare una soluzione giusta, che garantisca il diritto alla casa a queste persone: o tramite la permanenza nei loro attuali alloggi o tramite l’approdo ad un’altra adeguata sistemazione. Il Consiglio comunale dovrebbe interessarsi di questa emergenza, in primo luogo l’opposizione. Cogliamo l’occasione per chiedere loro la disponibilità ad ascoltare le ragioni di questi cittadini portandole nelle istituzioni.
Nel frattempo dopo Studio Aperto, anche le Iene nella mattinata di giovedì 4 marzo sono venute a dare risalto a questa vicenda. E’ incredibile come nell’orgia dell’edilizia residenziale privata ad Anzio, come nel resto del Paese, manchi del tutto qualsiasi forma di edilizia popolare e pubblica, mentre gli affitti e i mutui arrivano alle stelle, con grandi vantaggi per costruttori e speculatori ma nessuno per le classi popolari. Emergenze come questa rivelano l’assenza di una politica pubblica che tuteli il diritto alla casa per tutti e tutte e contemporaneamente la tutela del territorio. Anzio e la sua urbanistica dissennata, frutto di decenni di cementificazione selvaggia, di cui il piano regolatore del 2004 ne è solo l’ultimo episodio, sta lì a dimostrarlo. Facile per l’amministrazione vantarsi dei primati turistici ed edilizi sbandierati su patinate riviste di settore, mentre quasi ignora i diritti sociali dei suoi cittadini.
Il diritto alla casa è un diritto di tutti e tutte e farlo rispettare dovrebbe essere uno degli impegni prioritari delle istituzioni democratiche con adeguate politiche pubbliche sottratte alle logiche di mercato. Ma spesso, da parte degli amministratori, si manifesta la tendenza a nascondere tali problemi sotto il tappeto per non rovinare l’immagine della nostra ridente cittadina, e per tutelare interessi ben più corposi e redditizi. Tutto ciò è inaccettabile ed è un problema che non possiamo ignorare.
Ufficio stampa e comunicazione
PRC-FdS
“E. Che Guevara” - Anzio