Dillo all’Avvocato: spese straordinarie e consenso
Chi paga la scuola privata
L’inizio del nuovo anno scolastico offre l’occasione per alcuni chiarimenti in merito alla divisione dei costi per le scuole ed università private dei figli. Nel caso di genitori separati/divorziati, chi deve sostenere questi costi? Si tratta tipicamente di spesec.d. straordinarie, ossia quelle che per la loro rilevanza, imprevedibilità ed imponderabilità esulano dall’ordinario mantenimento dei figli e vengono generalmente poste a carico di entrambi i genitori, nella misura indicata nel provvedimento di separazione e divorzio. Le spese straordinarie sono spesso motivo di contrasto tra ex coniugi e uno dei nodi più frequenti riguarda la necessità o meno di concordare la spesa stessa, come condizione per poterne poi esigere la partecipazione dell’altro genitore. In altri termini, il genitore che non ha dato il proprio consenso all’iscrizione del figlio ad una scuola privata deve, comunque, partecipare alla relativa spesa?La prima risposta a questa domanda deve rinvenirsi nel provvedimento di separazione e divorzio e nella regolamentazione ivi prevista, nonché nel protocollo adottato dal Tribunale competente, cui frequentemente si rinvia negli accordi separativi/divorzili. I protocolli dei Tribunali di Velletri e Roma, ad esempio, includono queste spese tra quelle per le quali è necessario il previo consenso, regolando anche forme e tempi per la manifestazione di un eventuale “motivato dissenso”.
Il contrasto tra genitori legato a questo tema resta comunque piuttosto frequente, come testimonia l’ampia casistica giurisprudenziale, che, come consuetudine di questa rubrica, utilizzeremo come bussola per orientarci nell’interpretazione della normativa. In una recente pronuncia (Cass. Ord. 14564/2023), la Corte di Cassazione ha ritenuto che il padre, pur avendo manifestato il proprio dissenso all’iscrizione del figlio minore ad una scuola privata, è comunque tenuto a partecipare alla relativa spesa, in quanto il prescritto consenso non può tradursi in veto; non basta dissentire, è necessario anche motivare le ragioni del dissenso. Si legge nell’ordinanza: “nel caso di mancata concertazione preventiva e di rifiuto di provvedere al rimborso della quota di spettanza da parte del coniuge che non le ha effettuate, spetta al giudice di merito verificare la rispondenza delle spese all’interesse del minore, commisurando l’entità della spesa rispetto all’utilità e alla sua sostenibilità in rapporto alle condizioni economiche dei genitori”. Quindi il Tribunale, a fronte del rifiuto di uno dei genitori, valuterà se la spesa per la scuola privata corrisponde all’interesse del figlio, se è bilanciata con l’utilità che se ne ricava e se è effettivamente sostenibile in relazione alla situazione economica dei genitori, potendo, all’esito della sua valutazione, imporre al genitore dissenziente la partecipazione alla spesa.
Vero è che, soprattutto in regime di affidamento condiviso, i genitori sono chiamati ad adottare di comune accordo le decisioni relative ai figli, ma è anche vero che “ non è configurabile a carico del coniuge affidatario un obbligo di informazione e di concertazione preventiva con l’altro in ordine alla determinazione delle spese straordinarie, trattandosi di decisione “di maggiore interesse” per il figlio e sussistendo, pertanto, a carico del coniuge non affidatario, un obbligo di rimborso qualora non abbia tempestivamente addotto validi motivi di dissenso”( Cass. Ord. 1070/2018). Diversamente, a fronte di immotivati rifiuti da parte di un genitore, si verrebbe a paralizzare ogni iniziativa relativa ai figli, con pregiudizio dei loro interessi.
Per completezza, onde rendere la complessità dell’argomento, possiamo concludere dando conto anche di quegli orientamenti che, valorizzando la disciplina contenuta nel provvedimento di separazione/divorzio, ritengono non ripetibili le spese non concordate quando il detto provvedimento regoli in modo analitico le spese, elencandole espressamente ed imponendo per alcune di esse “un obbligo inderogabile di concertazione preventiva tra i coniugi”. In questo caso «la previa concertazione delle spese straordinarie specificatamente indicate trovava fondamento nel titolo giudiziale, mai impugnato e pacificamente vincolante tra le parti» e le censure avanzate dalla madre vengono dichiarate inammissibile perché “non si confrontano con le argomentazioni svolte nel provvedimento impugnato, che spiega le ragioni del convincimento espresso in ordine al requisito della previa concertazione delle voci di spesa elencate nel titolo giudiziale disciplinante la regolamentazione tra i genitori del rimborso di dette spese, sul presupposto di una valutazione preventiva, ancorata alla tipologia di esborso, circa il carattere non necessario e non urgente delle medesime” (Cass. Ord. 793/2023).
Il consiglio di chiusura è sempre di prevenire i dissidi mediante un buon accordo separativo/divorzile o tra ex conviventi, che riduca le occasioni di attrito mediante una regolamentazione chiara e dettagliata e, nel dubbio, rivolgersi sempre al proprio avvocato di fiducia per una valutazione del caso.
Avv. Alessandra Lupi
Per avere chiarimenti sull’argomento trattato potete scrivere all’Avv. Alessandra Lupi all’indirizzo mail studiolegaleal@virgilio.it. L’Avv. Alessandra Lupi riceve a Lido dei Pini e Roma previo appuntamento telefonico (tel. 06.9178201 – Cell 349.6358027).
La storia di Manuel che è riuscito a sconfiggere il suo drago con la consapevolezza
“Non arrendersi mai”
Ho conosciuto Manuel diversi anni fa e di lui mi ha colpito la sua dolcezza, la sua sensibilità e il suo sorriso.
Il ragazzo ha combattuto per anni contro il suo drago interiore e un anno fa ha deciso di sconfiggerlo definitivamente. Quel mostro si chiama obesità e oggi Manuel è pronto a raccontarci di come lo abbia sconfitto.
- Ehi Manuel, ti va di raccontarci qualcosa di te e di cosa ti ha portato poi a sconfiggere il tuo drago?
“Parlare del Manuel di una volta non è facile, perché parlare di me al passato equivale ad andare a toccare in profondità dei lati interiori del mio “essere” che ancora non ho ben consapevolizzato.
Sono nato ad Anzio il 9 Maggio del 1994. Ho vissuto i miei primi 7 anni d’infanzia con i miei nonni materni. La mia è stata un’infanzia dove rispetto agli altri bambini non avevo presenti le colonne portanti della mia vita: mio padre e mia madre, ma nonostante ciò ho ricordi bellissimi della mia infanzia; ricordi fatti di spensieratezza e di felicità , momenti che non scambierei con nessun altro bambino. I problemi con il peso iniziano subito, sin dalle prime fasi della mia crescita. Inizia il periodo delle scuole superiori e inizia il bullismo psicologico. Mi ricordo che ogni giorno mi sentivo dire: ciccione, obeso, frasi offensive che erano diventate il mio pane quotidiano. La mia profondità e la mia fragilità mi portavano a stare male, non avevo la consapevolezza e il coraggio di rispondere alle provocazioni perché ero inesperto nei confronti della vita.
Purtroppo a casa i problemi erano tanti e quindi non avevo un punto di riferimento con la cui sfogarmi se non con il cibo. Arriva il 2014, inizio ad avere un obesità grave di 135 chili.
Proprio in quell’anno ebbi un lutto: mori mio nonno materno.
Quel forte dolore per la morte di mio nonno mi fece prendere consapevolezza del mio corpo e così iniziai a cambiare radicalmente la mia vita e il mio corpo. Iniziai così un percorso alimentare sano, e molto sport.
Dal 2014 al 2017 riuscì a perdere ben 40 kg.
Iniziai a stare bene con il mio corpo e con tutto ciò che mi circondava. Finalmente avevo trovato un lavoro e avevo ricominciato a tornare a cantare. Quel periodo me lo ricordo con uno dei periodi più belli e felici della mia vita. Stavo riprendendo a vivere e a capire il vero senso della vita.
Tutto procede per il meglio quando ad un certo iniziano ad arrivare problemi su problemi, tutto ciò mi porta nuovamente ad ingrassare, arrivando ad un peso di 168 kg.
Dal 2018 al 2021 ho vissuto anni di grande sofferenza interiore e solitudine. Mi fu riscontrato un disturbo alimentare chiamato “binge eating” (abbuffate notturne).
Gran parte della mia quotidianità era legata al cibo, vivevo solo per il cibo… per me non esisteva altro se non lui. Mi ricordo che per non farmi vedere mangiare dalla mia famiglia, nascondevo il cibo dentro lo zaino, in modo tale che così nessuno mi avrebbe mai visto. La mia vita era fatta di solitudine, problemi interiori ma soprattutto di cibo.
Mangiavo in qualsiasi orario della giornata e ingurgitavo grosse quantità di schifezze.
Non avevo minimamente la consapevolezza del mio dolore e del mio corpo.
Ricordo in quel periodo che c’era una piccola parte di me che voleva salvarsi ma purtroppo era più forte la mi parte malata e autodistruttiva, non ero consapevole del danneggiamento che stavo causando a me stesso ma non importava niente di morire , la mia felicità era solamente il cibo”.
Cosa ti ha spinto a sottoporti a un intervento chirurgico un anno fa? Quale è stata la motivazione?
“Credo che nell’essere umano ad un certo punto arrivi la cosiddetta “consapevolezza” ed in quel preciso momento della vita ti fa prendere coscienza di quali sono gli aspetti interiori che devi cambiare.
Così è stato per me... ad un certo punto mi sono guardato allo specchio e ho sentito quella vocina interiore che mi ha detto: “Manuel, ma cosa stai facendo? Vuoi vivere la tua vita o morire?” Questa vocina interiore mi ha preso dalla profondità del mare e mi riportato a galla.
Così ho deciso il 6 luglio del 2022 di darmi una 2ª possibilità nella vita, ho deciso di rinascere”.
- A distanza di un anno come ti vedi? È chiaro che lo specchio riflette una immagine di te diversa, ma rispetto a un anno fa in cosa Manuel è cambiato?
“Il Manuel di oggi è completamente diverso da quello di 1 anno fa. Per anni ho vissuto dentro una “gabbia” e per molti anni il mio corpo si era adattato nel viverci. Il Manuel di oggi è più sicuro di se stesso e nei confronti della vita. Ad oggi mi sento vivo ed è una sensazione che non provavo da molti anni. Le mie emozioni si sono amplificate e ad oggi faccio tante cose che mai avrei pensato di fare. Non ti nego che ad 1 anno dall’intervento ancora oggi faccio fatica nel riconoscermi allo specchio ma è giusto anche che io attraversi questa fase di cambiamento interiore della mia vita.
Amo molto di più la vita e apprezzo ogni cosa che mi circonda”.
- C’è un messaggio che vorresti lasciare ai nostri lettori?
“Il messaggio che vorrei lasciare ai nostri lettori è quello di non arrendersi mai. Ci sono dei momenti in cui la vita ti mette in situazione dolorose e non abbiamo altra scelta se non affrontarle e prendere consapevolezza del dolore che stiamo vivendo in quel preciso momento.
Bisogna prendere la vita con più leggerezza e soprattutto con il “sorriso”.
Credo nel destino e tutti noi individui abbiamo una cammino da percorrere, a volte questo cammino è molto doloroso, ma la vita se ci pone davanti delle sfide è perché evidentemente siamo in grado di superarle. Bisogna vivere il presente ed accettare tutto ciò che la vita ci mette davanti.
La mia sofferenza mi ha fatto capire che la mia missione è quella di aiutare chi come me, soffre o ha sofferto di obesità.
Spero nel mio piccolo, attraverso la mia testimonianza e i miei video di lasciare del materiale prezioso a coloro che stanno affrontando l’obesità che ricordo essere una malattia fisica e psicologica”.
Grazie mille per la tue testimonianza e per il messaggio che ci hai lasciato. Un messaggio ricco di forza, di coraggio e tanta tanta determinazione. Sono certa che aiuterai tante persone sul tuo cammino e che li conquisterai con il tuo sorriso.
Barbara Balestrieri