Incontro con il famoso storico nettunese
Silvano Casaldi
Si è trattato di un incontro molto cordiale quello avvenuto lunedì 11 settembre con il famoso storico di Nettuno Silvano Casaldi. L’occasione l’ha data la pubblicazione del suo ultimo libro: ‘Nettuno Storia antica e moderna’. Dopo le presentazioni dello stesso testo a Wehr ( nel luglio 2022) ed a Traunreut (lo scorso luglio), entrambe in tedesco; ad Ipswich (nell’ottobre del 2022), in lingua inglese e la prossima pubblicazione in francese, mancava soltanto l’edizione italiana a cui Casaldi ha dato corso in questi giorni. Veramente splendido questo testo che non dovrebbe mancare in ogni famiglia, soprattutto di Nettuno, perché ricco di fonti storiche, di foto originali, di considerazioni e perché no, anche di critiche sulla politica nettunese. Una vera fonte di notizie originali e non, ma comunque tutte inerenti alla Nettuno vista attraverso 360 gradi dalla mente di Casaldi, una persona instancabile, un vero e proprio vulcano di idee che ancora oggi, grazie alla sua dimestichezza nelle lingue, fa da cicerone alle delegazioni in visita a Nettuno, dopo tanti anni trascorsi a curare il Museo dello Sbarco, all’interno del Forte Sangallo.
Come ci riferisce l’Autore, riporta una cronologia degli avvenimenti storici fino ai nostri giorni, fungendo nel contempo da guida per ammirare i più bei palazzi, i più bei monumenti, chiese, strade e piazze di Nettuno.
Per descrivere la fortezza ed il castello si è avvalso di altri due storici, Don Vincenzo Cerri (anche per le notizie sul Santuario) e di Diego Angeli (traducendo la sua opera dal francese). Molto interessante la storia amministrativa degli ultimi trent’anni. Purtroppo dal Sindaco Carlo Conte ad oggi, tutti i sindaci che si sono susseguiti sono stati commissariati. L’Autore riporta il suo pensiero personale su tali scioglimenti ed ha fiducia che gli anni a venire riservino alla città amministrazioni migliori. A questo punto del libro ben si è raccordata l’intervista della giornalista Elisabetta Bonanni all’attuale Commissario Prefettizio Dott. Antonio Reppucci. Una esauriente galleria fotografica, ed i capitoli dedicati all’estate nettunese e le città gemellate: Traunreut, Bandol, Van Burren, Corinaldo, Onex, Wehr, Ardee, Ipswich completano in un crescendo di meraviglie ‘Nettuno Storia antica e moderna’. Prima di lasciarci Silvano Casaldi ci mostra alcune foto antiche che ritraggono la Madonna delle Grazie, una addirittura inedita che reca la scritta originale in inglese antico ‘Ivs Aret Gratiotas’ poi coperta dopo una restaurazione con la scritta in latino ‘S. Maria Ora Pro Nobis’.
Le copie della Patrona di Nettuno si trovano in due chiese anglicane, ad Ipswich (in legno ed in bronzo) ed a Little Barfield. Inoltre una copia esatta della Madonna delle Grazie di Nettuno è stata consegnata nel giugno scorso alla chiesa cattolica di St. Pancras di Ipswich e verrà benedetta nel maggio prossimo. Queste sono solo poche righe per dare un’idea di quest’opera che non tralascia proprio nulla su Nettuno, un libro che va ad aggiungersi ai tanti altri testi che ha scritto Silvano Casaldi, a cui è doveroso un sentito ringraziamento. L’opera è acquistabile presso Amazon in tutto il mondo, presso le edicole Cibati e Giannascoli di Nettuno, oppure telefonando all’autore: 347 4792130.
Rita Cerasani
Spesso gli autori delle violenze di genere non sono i soli ad essere responsabili
Le responsabilità degli altri
Nel tempo in cui il sesso può considerarsi del tutto”sdoganato”, in un Paese in cui l’approccio tra i generi è stato deprivato di qualsiasi fronzolo romantico e prima si passa una notte insieme e poi ci si presenta, appare drammaticamente sorprendente che esista chi debba usare violenza sessuale. Eppure è di questi tempi il susseguirsi di stupri e violenze di genere rivolte in modo particolare al genere femminile. La cronaca nazionale da conto solo di quelli più eclatanti anche perché riguardano ragazze giovanissime ma trafiletti della stampa regionale riportano dei tanti stupri e violenze che vengono rivolti quotidianamente alle donne e non pochi sono quelli patiti da omosessuali. I dibattiti che inevitabilmente ne conseguono hanno gli stessi toni e mettono a confronto le stesse tesi, magari con gli stessi opinionisti, di quelli che l’informazione scritta e parlata offriva, ad un’opinione pubblica inorridita,dieci anni fa. Dibattiti che si concludevano inesorabilmente con frasi del tipo “affinché questi fatti non si ripetano più”. Amen.
Oggi il dibattito è diventato ancor più radicalmente rivolto alla difesa della persona che ha subito la violenza sessuale come se quella violenza, che certamente è una fra le più spregevoli che si possano praticare, sia un elemento etereo privo di circostanze e di responsabilità condivise.
“La ragazza stuprata è innocente, senza se e senza ma, parlare di circostanze e situazioni significa attenuare le responsabilità del violentatore”.
Questa è la tesi urlata da molti commentatori. Non sono d’accordo: l’omicidio è il reato più socialmente impattante, eppure in ogni causa di omicidio ed anche di strage si analizzano tutte le situazioni e le circostanze in cui il reato è stato commesso. E poi la giustizia la amministrano i giudici e non gli opinionisti e gli esperti in TV. Queste violenze hanno poco a che vedere col sesso e non sono sintomo di desiderio maschile inƒespresso, ma spesso esse sono solo espressione del desiderio di supremazia del maschio aggressore e della sua debolezza ed è per questo che molti eventi di questo tipo vedono il branco all’azione e non il singolo. Non si difende la donna e non si fa un’informazione equilibrata attribuendo tutte le responsabilità a chi usa violenza anche perché, così facendo, si danno per ininfluenti condizioni e fatti che invece costituiscono concausa dei fatti e dei reati. Non mi riferisco al “te lo sei cercato” anche se ritengo quanto meno inopportuno esercitare il sacrosanto diritto di passare col verde quando incroci una strada percorsa da pazzi incoscienti ed in un luogo in cui il rispetto delle norme interessa a pochi.
Penso al resto dei players di questi fattacci. Sentivo un’intervista rilasciata da un parente di una bambina stuprata alcuni giorni fa e mi ha sorpreso la frase “ era con in suo fidanzato che avrebbe dovuto difenderla” la bambina aveva 12 anni.
E’ normale avere un “fidanzato” all’età in cui mia madre giocava con le bambole e anche molti i bambini d’oggi di divertono col tablet? Dove erano i genitori quando la bambina veniva stuprata, quella volta e le altre volte? Oppure che faceva quell’altra mamma, che poi piange accorata di fronte alle telecamere cercando risarcimenti, mentre la sua bambina veniva violentata in piena notte.
“Era solo una bambina”. Ma le bambine di notte stanno a letto con i propri genitori. Ritengo che l’attribuzione di ogni responsabilità a chi ha perpetrato la violenza assolva di fatto chi quella violenza avrebbe potuto evitare magari intervenendo con le modalità che la legge impone con l’obbligo di tutela da parte dei genitori. Col colpire solo i violentatori si soddisfa il desiderio di veder puniti gli esecutori ma si dimenticano coloro, i genitori, la scuola, l’ambiente sociale, che sono corresponsabili in toto e che hanno offerto l’habitat adatto a considerare normalità quello che la società ritiene reato. Certo che mettere in galera quattro imbecilli bulletti di quartiere è più facile che affrontare il problema sociale dell’ambiente che ha facilitato, quando non causato, il verificarsi ed il ripetersi di fatti coì miserabili. Spesso questi fatti che avvengono in certi ambienti, occupano la cronaca nera solo quando passano certi limiti mentre sono normalmente noti e tollerati quando essi avvengono in tono minore; se cosi non fosse non si sentirebbe raccontare che le cose “ andavano avanti da molto tempo”.
La violenza di genere è sempre un’aberrazione sociale e le aberrazioni sociali non si combattono solo con la punizione del colpevole, punizione che in questo Paese spesso resta sulla carta, ma con un lunga e paziente opera di risanamento sociale: un lavoro che lo stato, la famiglia e la scuola devono poter perseguire con costanza fino al raggiungimento dei risultati.
Sergio Franchi