Cittadini e associazioni avevano chiesto l’organismo che faccia chiarezza sull’accaduto
Loas: commissione fantasma
Una commissione fantasma, promessa ma mai realmente istituita, malgrado le richieste più volte avanzate da cittadini e associazioni che, sul disastro occorso la scorsa estate presso l’impianto della Loas Italia chiedono di vederci chiaro.
Invece, a pochi mesi dall’anniversario dell’incendio che ha completamente distrutto l’impianto di trattamento dei rifiuti ubicato presso il polo artigianale di Aprilia e quattro mesi dopo l’approvazione in Consiglio comunale della delibera che demandava alla riunione dei capigruppo il compito di riunirsi e mettere a punto le procedure volte ad attivare nel più breve tempo possibile la commissione speciale, proprio con il compito di indagare a fondo sul caso Loas e più in generale sulle situazioni che nel territorio mettono a rischio l’ambiente, l’assise resta ancora lettera morta e – cosa più grave - non sembra esserci da parte dell’amministrazione l’intenzione o quanto meno la fretta di lavorare affinché lo strumento voluto da associazioni e cittadini prenda forma.
La capigruppo infatti non è mai stata convocata e le pressanti richieste avanzate in tal senso da Aprilia in Azione, sono finite nel dimenticatoio.
A farsi portavoce della richiesta nata dal basso, erano stati infatti i consiglieri Davide Zingaretti e Giorgio Giusfredi che avevano sostenuto con forza l’iniziativa, divenuta oggetto di una mozione che dopo qualche indugio da parte della maggioranza, era stata approvata infine dal consiglio comunale del 22 dicembre scorso ha infine approvato il documento che demandava alla capogruppo il compito di avviare i lavori per l’istituzione della commissione speciale.
Un percorso tutto in discesa, quello che sembrava aprirsi dopo l’approvazione del documento in consiglio. Invece quattro mesi dopo, nulla si è più saputo e nessuno ha più parlato della commissione speciale. Uno strumento importante per un territorio come Aprilia, dove spesso i cittadini vivono gomito a gomito con realtà che potenzialmente potrebbero mettere a rischio ambiente e salute nel caso in cui si verifichino incidenti come quello accaduto alla Laos. Le conseguenze di quel rogo sono state visibili sin dai giorni immediatamente successivi, quando presso il sito sono stati registrati valori relativi a diossine e inquinanti tre volte e mezzo superiori rispetto a quelli registrati presso la Eco X nel 2017. L’urgenza nell’istituzione dell’organo istituzionale però, era soprattutto quella di indagare cause e possibili negligenza procedurali e amministrative nella fase di autorizzazione dell’impianto e se queste possano aver avuto un ruolo nel disastro avvenuto a seguito dell’incendio doloso che si è sviluppato presso il sito. Responsabilità che ad oggi restano celate dietro interrogativi mai sciolti.
Francesca Cavallin
Il Tar del Lazio ha dato ragione alla società STN 1
Ricorso accolto
Il Tar del Lazio accoglie il ricorso della società STN 1 srl, proponente del piano che prevede la realizzazione in località Le Scalette a Casalazzara di un mega impianto fotovoltaico da 40 MW di potenza, progetto autorizzato dalla Conferenza dei servizi della Regione Lazio il 31 luglio 2019. Dopo l’autorizzazione, a fermare il piano raccogliendo le perplessità già espresse dalla Soprintendenza dei beni culturali, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dei beni culturali, con l’atto di opposizione – poi impugnato dalla società – dell’ottobre 2019, ma del quale la società sarebbe venuta a conoscenza solo il 6 marzo 2020.
Nella sentenza del 6 aprile scorso, il collegio composto dal presidente Alessandro Tomassetti e dai consiglieri Mariangela Caminiti e Lucia Gizzi, sottolinea che il ricorso proposto dal Mibact, in quanto tardivo, non possa produrre gli effetti sospensivi dell’autorizzazione e quindi in sostanza, pur rigettando in parte il ricorso della società ha dichiarato inammissibile il ricorso principale e quelli per motivi aggiunti dalle parti ricorrenti. Pur considerando l’atto di opposizione del Consiglio dei ministri un atto endo procedimentale volto ad aprire “un’ulteriore fase procedimentale, che si svolge dinanzi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale, a sua volta, può avere diversi esiti”, il Tar ha riconosciuto la non tempestività dell’atto di opposizione, requisito necessario a rendere valida la sospensione del provvedimento di autorizzazione emesso dalla Regione Lazio. Dopo una lunga battaglia legale nelle aule del Tribunale amministrativo e provvedimenti di volta in volta favorevoli o meno alla realizzazione del piano, la STN 1 srl potrebbe essere un passo più vicina alla realizzazione di un progetto contestato da più parti e che ha avuto cattiva accoglienza anche da parte del Comune di Aprilia, che non ha mai fatto mistero della contrarietà al progetto, che comporterebbe nuovo consumo di suolo in un’area agricola considerata di pregio e prevede l’installazione nell’area di campagna di una sterminata distesa di pannelli fotovoltaici di ultima generazione. Un esito principalmente dovuto alle tempistiche dell’atto di opposizione, in grave ritardo rispetto alla pubblicazione della decisione finale della conferenza dei servizi.
Francesca Cavallin