La cerimonia funebre dei due fratellini si è tenuta ad Ostia, mentre quella del 74enne Salvatore Ranieri a Valmontone
Celebrati i funerali di David, Daniel e Salvatore
Strage di Ardea, celebrati i funerali dei due fratellini uccisi: palloncini e fiori bianchi per l’addio a David e Daniel. Sabato 19 giugno si sono svolti ad Ostia, presso la chiesa Santa Maria Regina Pacis, i funerali dei due bambini Daniel e David recentemente scomparsi nella tragedia di Colle Romito. Il vicesindaco Morris Orakian e l’assessore Alessandro Possidoni hanno preso parte alle esequie in rappresentanza del Comune di Ardea, insieme ai rappresentanti di altre istituzioni come il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, il Sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà, ed il presidente del X Municipio, Giuliana Di Pillo. A celebrare il rito funebre è stato monsignor Dario Gervasi, ausiliario per il settore sud di Roma.
“L’Amministrazione di Ardea rinnova le proprie condoglianze alla famiglia, in un momento così difficile – è scritto in una nota del Comune di Ardea – “. Palloncini bianchi e azzurri e tante corone di fiori bianchi per l’ultimo saluto, ad Ostia, a David e Daniel Fusinato, i due fratellini uccisi domenica ad Ardea. I feretri dei bambini, di colore bianco, sono arrivati in due auto di colore chiaro. Per i funerali sono stati predisposti servizi di vigilanza delle forze dell’ordine dentro e fuori la chiesa di Santa Maria Regina Pacis a Ostia. Presenti anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
La famiglia ha chiesto il massimo riserbo in rispetto del proprio dolore. All’uscita del feretro dalla chiesa i presenti hanno acceso dei fumogeni biancocelesti e liberato nel cielo i palloncini, seguiti poi da due colombe che sono volate via assieme.
“L’Ostiamare si è chiusa in lutto - ha raccontato commosso Luigi Lardone, presidente della squadra in cui Daniel faceva il portiere per la categoria pulcini - abbiamo chiuso l’impianto e partecipiamo al dolore dei familiari. Parlare di calcio o di altro in questo momento non ha alcun senso, è una tragedia incredibile. Purtroppo per una serie sfortunatissima di coincidenze è capitata a noi”.
S.Me.
Si sono svolti lo scorso 22 giugno a Valmontone i funerali di Salvatore Ranieri, il 74enne ucciso nella strage di Ardea. L’anziano aveva tentato di convincere il killer, Andrea Pignani, a smettere di sparare. Alla cerimonia erano presenti parenti e amici più cari, i due figli e la moglie Luciana. Presente anche il sindaco di Ardea, Mario Savarese, che ha voluto ricordare il gesto eroico di Salvatore Ranieri, vittima innocente della furia omicida di Andrea Pignani. A rappresentare la comunità di Colle Romito, c’era il presidente del Consorzio, Romano Catini.
“Di fronte a fatti del genere le nostre parole non solo sono inutili, ma spesso sono anche inopportune. Una morte assurda che scaturisce da un cuore ottenebrato, da un cuore completamente corrotto, oscuro. Ogni giorno registriamo morti tremende e non ci facciamo neanche più caso. Una morte senza parole, senza spiegazione, ma cosa vuole dirci un fatto del genere? Anche da questi fatti dobbiamo imparare qualcosa. Cosa ci insegnano Salvatore e i due piccoletti? Ci insegnano il valore sacro ed intangibile della vita che spesso noi magari calpestiamo. Quando noi diciamo che la vita è sacra, non è un modo di dire”.
Così nella sua omelia il vescovo della diocesi di Velletri-Segni, Vincenzo Apicella.
Intanto proseguono le indagini su Andrea Pignani. Gli investigatori vogliono scoprire i motivi per cui il 34enne sia uscito di casa la scorsa domenica con una pistola in pugno e abbia sparato a due fratellini che presumibilmente non conosceva. E perché poi abbia ucciso con un colpo di pistola anche Ranieri e poi si sia suicidato all’interno del suo appartamento. I PM cercano la verità nei suoi computer e nei suoi hard disk, convinti che qualche indizio possa contribuire a ricostruire il profilo psicologico del killer. Non è mai stato in cura psichiatrica, ma c’è un episodio nel suo passato che lo descrive come soggetto con disturbi mentali: un anno fa ha minacciato la mamma con un coltello e per questo è stato accompagnato al pronto soccorso. Dopo un consulto psichiatrico, è stato dimesso con l’invito di contattare la Asl per cominciare un percorso di cura. Cosa che il ragazzo non ha mai fatto. Su questo aspetto gli inquirenti dovranno fare piena luce e capire le motivazioni che hanno spinto il giovane omicida a compiere l’assurda ed ancora inspiegabile strage.
S.Me.