Si sta realizzando nella struttura Asl in località Macchiozza
Casa di Comunità
Finalmente una notizia positiva sulla sanità pubblica locale. Infatti dallo scorso marzo si sta realizzando nella struttura Asl della Macchiozza, in via del Mare a Pomezia, una Casa di Comunità e un ospedale di Comunità, finanziate con i fondi del PNRR, che dovrebbero entrare in funzione nel 2026. Ne parliamo con il presidente del consiglio comunale Francesco Lamanna che è soprattutto un medico di famiglia con una quarantennale esperienza e quindi sicuramente un esperto della sanita pubblica.
- Come funzionerà una casa di Comunità?
“Il decreto definisce le Case di Comunità “luogo fisico di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria”. Le Case di Comunità sono quindi strutture sociosanitarie che fungono da punto di riferimento per tutti e vogliono essere il luogo in cui il cittadino trova risposte adeguate alle sue esigenze sanitarie o sociosanitarie, con particolare attenzione per i soggetti fragili e i pazienti cronici. Vi opereranno un gruppo di medici di medicina generale che coopereranno con gli specialisti della Asl”.
- Lei opererà in questa nuova struttura?
“Attualmente io operò nell’UCP (Unità di Cura primaria) composta da medici di famiglia del territorio che danno la loro disponibilità dalle 10.00 alle 19.00 per cinque giorni a settimana, da lunedì al venerdì. In tale orario i medici che hanno aderito fanno dei turni in modo tale che l’assistito trovi sempre un medico a disposizione. Nei festivi e prefestivi e nelle ore non coperte dai medici dell’UCP è in funzione la Guardia Medica e l’Ambulatorio Festivo (AmbuFest). Naturalmente se mi sarà chiesto darò ugualmente la disponibilità ad operare in turnazione nella casa di comunità. Vorrei solo sottolineare che il decreto interministeriale 23 maggio 2022 prevede che, all’interno di ogni Distretto sanitario, sia costituita una Casa della Comunità ogni 40 – 50 mila abitanti. Nel distretto 4, che comprende Pomezia ed Ardea, vi sono oltre 120 mila abitanti, quindi ci vorrebbero almeno tre case di Comunità e ce ne viene assegnata una. Poi qualcuno si sorprende perché io continuo a protestare per la mancanza di adeguati servizi sanitari pubblici nel nostro territorio. A questo punto auspico che si realizzi almeno un’altra casa di comunità ad Ardea”.
- Parliamo degli ospedali di comunità.
“L’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Sono rivolti a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso.E’ prevista una degenza breve, dopo di che il paziente o ritorna a casa stabilizzato oppure avrà bisogno di una ospedalizzazione. Nell’ospedale di comunità opereranno medici di medicina generale che hanno dato la loro disponibilità e specialisti della Asl.L’ospedale di comunità di Pomezia avrà 20 posti letto, in verità pochi, visto che deve servire gli abitanti di Pomezia ed Ardea”.
- Altre cose da fare dottore?
“Io riproporrei il medico scolastico che aveva un ruolo essenziale nella prevenzione e serviva anche a dare una educazione sanitaria ai futuri cittadini. Come presidente del consiglio comunale di Pomezia mi sto impegnando per migliorare i servizi sanitari dell’unica clinica convenzionata del nostro distretto sanitario, ampliando i suoi servizi quali “Emodinamica; una unità operativa complessa di anestesia e rianimazione; un reparto maternità e magari qualche posto letto in più”.
- In maggioranza vi è chi segue i problemi della sanità?
“Nell’attuale amministrazione sono l’unico medico, e quindi sono spesso io a porre in primo piano il problema sanitario anche se debbo dire che trovo molta attenzione su queste problematiche sia da parte del Sindaco che di molti esponenti della maggioranza. In tutta la storia amministrativa di Pomezia, tranne pochissime volte, la delega alla sanità è stata sempre gestita dal primo cittadino. Senza sminuire il lavoro del Sindaco che comunque è oberato anche da altre importanti mansioni, in un settore così delicato come quello della sanità, ci vorrebbe di supporto un apposito delegato che abbia naturalmente delle provate competenze in materia”.
A.S.
Dibattito con PD, Italia Viva, PSI e Movimento 5 Stelle
Difendiamo la sanità pubblica
Sabato 24 maggio una mattina importante a Pomezia. Abbiamo messo al centro la necessità di difendere la sanità pubblica dai tagli del Governo Meloni e dalla pessima gestione del presidente Rocca in Regione.
C’erano tante cittadine e cittadini, abbiamo cercato di mostrare la nostra volontà di ascolto e di apertura sui problemi reali che le persone vivono tutti i giorni. È stato un dibattito intenso che ha messo al centro la drammatica situazione delle liste di attesa ed il peggioramento dei servizi garantiti presso il distretto di Pomezia ed Ardea. Le voci di Andrea Varone del Psi, Marietta Tidei di Italia Viva e Adriano Zuccalà del M5s hanno consentito di approfondire il ruolo che la Regione dovrebbe svolgere per assicurare il diritto alle cure dei cittadini e tutti i limiti del governatore Rocca.
Parlare oggi di sanità significa affrontare uno dei temi più importanti del nostro tempo: il diritto alle cure, la difesa del Servizio sanitario nazionale dalle spinte politiche che vorrebbero spostare le cure verso i privati. In un periodo storico segnato da crisi economiche, pandemie e crescenti disuguaglianze sociali, la sanità pubblica rappresenta uno dei pilastri fondamentali della democrazia e della giustizia sociale. È il presidio che garantisce a ogni cittadino il diritto alla salute, indipendentemente dal reddito, dall’età o dal luogo di residenza.
Un tema di grande urgenza, in modo particolare nella nostra città, che deve tornare al centro del dibattito per pretendere soluzioni strutturali. Tutti conosciamo la situazione dei poliambulatori della città. I servizi sono in regressione: mancano medici per cure fondamentali come il diabete, mancano macchinari e sono centellinati anche i prelievi del sangue. A Pomezia, così come nella vicina Ardea, non è garantito il diritto alla salute, un diritto costituzionale.
Le interminabili liste di attesa spingono i cittadini verso il privato pur di essere curati. Ecco perché ho sentito la necessità di promuovere questo incontro come primo passo per lanciare un allarme e pretendere risposte per il nostro territorio.
Stefano Mengozzi