Il Pontino Nuovo • 4/2021
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FEDE
FEDE
RAGIONE
RAGIONE
®
UMANITÀ PERDUTA,
ANZI RITROVATA
I cocci dell’umanità
Una recente decisione della Regione Toscana
stabilisce che con le dovute precauzioni d’ora in poi
sarà possibile ai parenti visitare i loro cari che
giacciono negli ospedali, malati del virus o di altre
malattie. La notizia è passata un po’ in sordina. La
decisione regionale è lodevole, ma dovrebbe dirci
qualcosa, anzi molto, che occorra una norma per fare
in modo che i malati siano visitati, assistiti,
incoraggiati dai familiari.
Se si vuole non rinunciare a utilizzare il cervello, è
lecito chiedersi: Ma che ci è successo? Che cosa ci è
mai accaduto per essere arrivati al punto che ci vuole
una legge per fare il bene? Dai tempi dell’uomo
delle caverne e delle palafitte, noi uomini, nonostante
tutti i nostri peggiori difetti,
abbiamo però esercitato il
senso di umanità verso
genitori, parenti e altri
uomini in generale. Oggi c’è
maggiore sensibilità umana
persino verso gli animali.
Nonostante tutti i nostri
tragici errori, quello che
chiamiamo senso di
umanità è un tratto che,
volenti o nolenti, attesta la
nostra somiglianza con il
Padre Eterno (sia pure una
somiglianza offuscata dal
nostro fallimento morale).
Proprio l’Eterno, infatti,
parlando per bocca dei suoi profeti, dice ad esempio,
“io fascerò la pecorella ferita, fortificherò la pecorella
malata” (Ezechiele, 34). Perfino il testardo faraone
d’Egitto, quando la piaga si abbatte sul suo Paese, non
rinuncia a stare accanto al proprio figlio primogenito.
Il re Davide, uomo di guerra, prega con fervore stando
accanto al letto del figlio malato avuto da Betsabea.
Né la malattia né la stessa morte riescono a farci
allontanare dai nostri cari ammalati.
Ma c’è di più. Raccogliendo i cocci della nostra
povera umanità sofferente, ecco che Cristo stesso,
il culmine della rivelazione di Dio agli uomini, egli
stesso cura e guarisce. In un racconto indimenticabile,
il peggiore uomo della società del tempo di Cristo (un
samaritano) si avvicina a un ferito che trova per la
strada e lo soccorre, fascia le sue piaghe versandovi
sopra olio e vino, i medicamenti del tempo. Poi lo
prende con sé, lo porta in un luogo sicuro e si prende
grande cura di quel ferito (Luca, 10). Quale esempio!
La regola dimenticata
Tutto questo è in armonia con una regola antica e
nobile impressa nella “coscienza” di tutti gli esseri
umani. Tale regola ancestrale, calpestata mille volte,
eppure innegabile, dice: ama il tuo prossimo come
te stesso (Luca, 10). Proprio la regola rivivificata da
Cristo Gesù. Però nel mondo dell’homo sapiens
sapiens, siamo al punto che c’è bisogno di una
delibera (solo regionale) per mettere in atto un
aspetto costitutivo della coscienza umana e
dell’evangelo eterno di Cristo.
Sì, se non si vuole rinunciare a pensare, è cruciale
chiedersi: Ma che cosa ci è successo? Che cosa ci è
mai accaduto per essere arrivati a questo punto? È
giusto, è davvero giusto lasciare i malati negli
ospedali privi di ogni
assistenza amicale, morale e
spirituale? Senza il
conforto dei loro cari,
senza la consolazione di una
parola incoraggiante che,
come sa bene la psicologia,
tanto potrebbe contribuire
alla guarigione del paziente?
Molto prima della
preoccupante “profezia” di
Bill Gates (che nel 2015
parlò di una pandemia da
virus peggiore di una guerra
mondiale), e cioè nel
lontano 1982, Hans Küng
aveva scritto che molti
medici mettono oggi in guardia da una “medicina
senza umanità”, da una medicina e da
un’assistenza all’ammalato tecnologiche, che
trattano l’uomo come un pezzo della catena di
montaggio… da una medicina disumana, che ritiene
emozionalmente sterile il rapporto di fiducia tra il
medico e il paziente, e riduce al minimo
indispensabile (anzi annulla!) i contatti umani, il
dialogo cordiale, l’assistenza personale… diventa
sempre più grande oggi il numero delle persone che
temono il ricovero nell’isolamento dei nostri grandi
ospedali… dove gli apparati e le banche dei dati
sostituiscono l’interesse per il paziente vivo in
quanto persona. Il timore per una medicina senza
l’uomo e, quindi, sempre più inumana non è
infondato.
Ritroviamo dunque la nostra umanità perduta
accostandoci con umiltà amorevole a Cristo Gesù,
Vita, che ci parla nelle pagine del Nuovo Testamento.
Ritornare a
Cristo Gesù
Comunità di Cristo
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Pomezia
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domenica ore 10.00 Conversazione biblica - culto a Dio
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IL VANGELO PER I BAMBINI: SCUOLA PER I GIOVANISSIMI
Questa pagina,
interamente curata ed
autofinanziata dalla
comunità di cristiani
che si incontra in
POMEZIA,
LARGO MAMELI, 16/A,
ha il solo fine di
promuovere il
ragionamento sui temi
importanti della vita e
della fede in Cristo.
www.chiesadicristopomezia.it Il prossimo numero uscirà il 5.03.2021 Tel. 339.577 3986
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La fede
come
esercizio
della
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