portato via in manette dalla sede comunale.
L'anno 1982 si concluse con “l'agghiacciante esecuzione mafiosa” di un vigile urbano del comune di Ardea ucciso nella notte del 30 ottobre 1982, a Tor San Lorenzo, davanti alla moglie e ai figli. La morte del vigile urbano fu l'ultimo di una serie impressionante di omicidi, rimasti tutti impuniti, che insanguinarono il territorio ardeatino e pometino dopo la morte di Frank Coppola, un boss internazionale della mafia che risiedeva a Tor San Lorenzo dopo la sua espulsione dall'America nel 1948.
Nel 1984 la Regione Lazio approvava il Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Ardea, fatto da un commissario regionale, che legittimava lo stato di fatto di un territorio devastato da decine e decine di lottizzazioni e diventato la zona franca di un abusivismo edilizio che era una fonte inesauribile di affari e di clientele per amministratori locali, studi tecnici, costruttori-palazzinari, proprietari fondiari, procacciatori di appalti, riciclatori di denaro sporco, faccendieri, speculatori e profittatori di ogni genere.
La gente viveva in insediamenti sparsi a macchia d'olio sul territorio o in villettopoli, senza nessun rapporto tra loro e spesso privi di tutto: acqua potabile, strade, piazze, fogne, pubblica illuminazione, depuratori, scuole per tutti, servizi sociali.
A partire dal 1985 si inaugura ad Ardea, in anteprima nazionale, la stagione delle “giunte anomale” DC-PCI con il contorno di partiti vari (PSI-PSDI-PRI). Uno “sviluppo edilizio” insensato continuò ad essere il motore dell'economia locale consumando ogni forma di SUOLO con l'inquinamento delle ACQUE superficiali e sotterranee ed il degrado di risorse territoriali come il MARE, mentre il blocchetto di tufo cedeva il passo alla struttura in cemento armato: si costruiva dappertutto senza regole, senza controlli, senza vergogna.
Chi denunciava rischiava la vita! Nel 1991 gli abitanti del Comune di Ardea, ufficialmente, erano 16854, ma alla continua crescita demografica non corrispondeva alcuna forma di programmazione economica, urbanistica, sociale, sanitaria, scolastica, stradale, commerciale: si continuò come prima, anzi peggio di prima! Dopo aver chiesto l'annullamento del piano paesistico territoriale, il Partito Unico del cemento armato che paralizzava l'istituzione comunale di Ardea, andò avanti con le lottizzazioni, le varianti al Piano Regolatore Generale, l'accaparramento di tutti gli appalti per la gestione incontrollata dei pochi servizi sociali legati ai bisogni fondamentali di cittadini, sempre più numerosi e provenienti soprattutto da Roma, sradicati, isolati, divisi ed in balia degli interessi di pochi.
Il Comune di Ardea venne letteralmente smantellato: con gli appalti ai privati venivano date in gestione anche le funzioni amministrative!
Nel 1992, in Italia, ci fu “MANI PULITE”: le conseguenze ad Ardea furono nulle!
Nel 1993 il dissesto finanziario del Comune di Ardea non poteva più essere nascosto: l'amministrazione pubblica era ridotta, ormai, ad un cumulo di macerie amministrative. A pagare i miliardi di “debiti comunali” furono i cittadini, soprattutto quelli delle giovani generazioni, che si ritrovarono senza quei servizi civili indispensabili alle persone che risiedono in un luogo.
Gli abitanti del Comune di Ardea, nel 2001, sempre ufficialmente erano 26711: dieci anni dopo, nel 2011, erano quasi 46000.
Le statistiche certificavano che in quaranta anni, dal 1971 al 2011, il territorio del Comune di Ardea era stato praticamente invaso. Era il primo di tutti i comuni dell'area metropolitana di Roma (la cosidetta prima cintura) a pagare, con le sue straordinarie risorse naturali, ambientali e culturali per il vero e proprio esodo di massa, soprattutto da Roma Capitale e provincia, di tutti quelli che erano venuti a cercare o a farsi una casa “a poco prezzo” sulla spiaggia in riva al mare, sulle sponde dei corsi d'acqua, nelle valli e sulle colline dell'antica terra dei Rutuli senza alcun rispetto della sua natura e della sua storia (salvo, poi, a maledire ogni giorno il luogo dove abitano in quartieri dormitorio con le “strade” bucate, i furti nelle case, ecc. ). I luoghi di lavoro, inoltre si concentrano soprattutto a Roma costringendo queste persone a quotidiani spostamenti con la loro auto su strade sempre più trafficate, caotiche e pericolose.
I cittadini, nel 2001 e nel 2004, elessero due sindaci (una donna ed un uomo) che durarono in carica poco più di 2 anni.
Nel 2006, per la prima volta nella storia amministrativa di Ardea, una commissione di accesso, costituita con decreto prefettizio n.14187 del 22 febbraio 2006, accertava “gravissime e persistenti violazioni di legge evidenziando uno stato di diffusa illegalità gestionale dell'Ente locale, segnatamente, nel settore edilizio, nel settore degli appalti, nel conferimento degli incarichi dirigenziali”.
Tutto continuò come prima, anzi peggio di prima nonostante l'inevitabile crisi edilizia, fino ad oggi (giugno 2020) come dimostra il fatto che il COMUNE di ARDEA si trova in un altro grave stato di dissesto finanziario, politico ed amministrativo perché, ancora una volta, il “NUOVO”, finora, è la SOMMA di TUTTO il PEGGIO che c'è stato prima!
COMITATO CIVICO della COMUNITA' di ARDEA