La riflessione della professoressa Maria Elena Pezone
Didattica a distanza
La professoressa Maria Elena Pezone vicepreside dell’Istituto Tecnico “Copernico” di Pomezia ci ha inviato qualche sua riflessione sulla didattica a distanza:
“Risalendo con la memoria al 4 marzo 2020, in termini di scansione temporale, parliamo solo di poco più di un mese fa, ma se si ripercorre questo intervallo di poco più di trenta giorni che ci separano da quell’annuncio così ermetico con cui il Presidente del Consiglio comunicava la chiusura della scuola dal giorno successivo, per “emergenza COVID -19”, si fa fatica anche solo a ricordare tutto il vissuto di questo periodo per la luce accecante con la quale ci ha improvvisamente abbagliati, per la mole di lavoro che ha inondato l’universo scolastico e che ha inebriato tutti fino a rendere poco lucida la visione di ciò che realmente sta accadendo nel “mondo di fuori”, catapultati improvvisamente nella realtà virtuale, e, al tempo stesso, impegnati nella tempestiva edificazione di un mondo scuola parallelo, di una scuola virtuale, pronta in pochi giorni per essere operativa e consentire, nel più breve lasso di tempo possibile, la ripresa dell’attività didattica con una modalità nuova e a molti sconosciuta.
Ci siamo riscoperti, ancora una volta e ancor di più, attori, protagonisti, artefici della vita dei nostri ragazzi, della sorte dei nostri futuri cittadini e nello spessore del nostro operato abbiamo dato prova di una consistenza produttiva e un supporto senza precedenti alle famiglie e agli studenti che a noi si rivolgono non solo come istituzione, ma anche come punto di riferimento e, talvolta, di conforto. E ancora una volta la scuola si presenta come un’erma bifronte che, da un lato, agisce come comunità educante e dal profilo amministrativo sempre più marcato, dall’altro, mostra il suo aspetto più umano, che mai come adesso emerge in tutta la sua autenticità. Il mondo virtuale in cui ci troviamo inseriti scandisce i tempi della nostra vita in parallelo con quella dei nostri ragazzi e il “Buongiorno!” che fino a un mese fa, in maniera così naturale e scontata, ci scambiavamo sulla soglia delle aule oggi lo sussurriamo attraverso un microfono o lo scriviamo sulla tastiera di un pc, entrando nelle case dei nostri studenti e loro nelle nostre, magari sorseggiando un caffè mentre si svolge una lezione, assumendo tutti quegli atteggiamenti che smontano un po’ la rigidità delle nostre figure e in questa sorta di “abbassamento delle barriere” scoprendo un rapporto molto più coinvolgente ed emozionale.
Eh sì, dolori e contraddizioni della didattica a distanza, quella che ci costringe a stare fisicamente lontani, ma che non ci ha mai fatti sentire così vicini, quella che ci fa scoprire un lato molto più umano di ciascuno di noi, pur comunicando attraverso “intelligenze artificiali” che di umano non hanno nulla, quella che è espressione tangibile della tragedia che stiamo vivendo, ma che distrae le nostre menti da quello stesso dramma, che in alcuni casi ci disturba ma al tempo stesso ci rende consapevoli dell’ancora di salvezza che è stata…. E se non avessimo avuto questa possibilità?! Il Coronavirus è stato e continua ad essere un’esperienza terrificante che ha segnato ineluttabilmente la nostra esistenza, soprattutto quella di chi è stato particolarmente colpito da questo devastante nemico, di chi ha combattuto e non ce l’ha fatta, di chi combatte ogni giorno sul campo e a cui va il nostro eterno grazie.
Noi, nel nostro piccolo, lavoriamo alacremente come laboriose formiche che stanno edificando il loro nuovo habitat, e ci stiamo muovendo con la massima celerità e determinazione a tutela dei “nostri ragazzi”. T.S.
Con Decreto del Ministro dell’istruzione 26 marzo 2020, n. 187 sono stati stanziati fondi per le scuole, a supporto della didattica a distanza: stiamo destinando quei finanziamenti esclusivamente a ciò per cui essi sono stati concepiti, cioè all’acquisto di tutto ciò che possa rendere fruibile al meglio la didattica digitale. La concessione di apparecchiature in comodato d’uso, l’ampliamento della rete informatica e l’acquisto di tutti i possibili dispositivi che possano essere di supporto alla didattica a distanza, e, ultima per ordine di azione ma non per importanza, la previsione della spesa di sanificazione prima dell’ingresso degli studenti nelle aule, sono solo alcune delle assegnazioni e finalità a cui dedicheremo il contributo che ci verrà destinato.
Ad oggi l’I.I.S. Via Copernico,
* ha concesso senza alcuna difficoltà, un congruo numero di dispositivi in comodato d’uso agli studenti che ne hanno manifestato la necessità;
* sta organizzando percorsi di formazione sulla didattica digitale per docenti, studenti e famiglie, avendo riscontrato proprio la necessità e l’urgenza di formare queste ultime, che sono il trait d’ union fondamentale tra gli utenti diretti (gli studenti) e la scuola, sulla pratica generale degli ambienti digitali;
* sta programmando, anche in vista dell’apertura dei percorsi serali, la creazione di misure di sistema che possano consentire, in maniera strutturata, la didattica digitale anche quando il clima dell’emergenza sarà sopito.
Sì perché anche quando tutto sembra catastrofico e il pessimismo potrebbe tranquillamente farla da padrone, la scuola non si arrende mai e già si programma per il prossimo anno, perché il futuro della didattica appare correlato al successo formativo degli allievi che sarà ancora più ricco di opportunità e di speranze, Ssì….perché siamo convinti che andrà tutto bene e usciremo più forti da questo drammatico momento!!.
A.S
Il 25 aprile 1938 la fondazione, il 25 aprile 1945 la liberazione dal nazifascismo
Due anniversari per Pomezia
Pomezia festeggia contemporaneamente il 25 aprile due ricorrenze cosi contrapposte. Il 25 aprile 1938 Pomezia, fu fondata dall’allora presidente del consiglio Benito Mussolini all’apice della potenza del regime fascista. Appena sette anni dopo quel regime cadde e il 25 aprile del 1945 ci fu la liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino.
Pomezia ha sempre nel tempo convissuto con queste due contemporanee ricorrenze: i coloni arrivati nella città nuova hanno ricordato ogni anno la sua fondazione; il movimento sindacale, nato nelle fabbriche di quella che a partire dagli anni ’60 è stata una “città del lavoro” unitamente alle sue rappresentanze politiche ha sempre festeggiato il 25 aprile festa della liberazione.
Pomezia città di fondazione ma anche città del lavoro, aperta e tollerante ha saputo accogliere negli anni gente venuta da ogni parte d’Italia e poi del mondo per costruire nella citta nuova un futuro per se e per la sua famiglia. Un esempio di convivenza civile e di laboriosità. Buon compleanno e buona festa della liberazione Pomezia! A.S..