L’Eneide scritta da Publio Virgilio Marone narra della leggenda importantissima che è legata alla nascita di Roma
La leggenda che accomuna Ardea, Pomezia e Priverno
A gennaio di quest’anno in una visita con la Pro Loco di Pomezia a Priverno scoprimmo che Pomezia, Priverno e la stessa Ardea avevano una grande leggenda in comune.
Alcuni di noi questa leggenda l’avevano studiata a scuola con l’Eneide ma poi era stata riposta e dimenticata in un cassetto della mente.
Ho ricordato poi a metà aprile questa leggenda in una diretta con il presidente della Pro Loco di Pomezia Claudio Mazza.
Ma ecco in sintesi il mio intervento nella diretta con Mazza:
“Ardea, Pomezia e Priverno sono accomunate da una grande leggenda legata a Turno re dei Rutuli di Ardea, a Camilla Regina dei Volsci di Priverno, all’eroe troiano Enea che fonda Lavinium. La loro storia è stata resa immortale da Virgilio nell’Eneide e poi ripresa da Dante nella Divina Commedia Canto primo dell’Inferno.
Questa leggenda è importantissima perché legata alla nascita di Roma. Publio Virgilio Marone scrive l’Eneide dal 29 a.C al 19 a.C. e vi racconta le gesta dell’eroe troiano Enea che caduta Troia dopo molte vicissitudini sbarca con il figlio Ascanio ed un gruppo di troiani nel Lazio, alla foce del fiume Numicus odierna Torvaianica quindi nel comune di Pomezia. Il re del posto Latino del popolo dei Laurenti promette in sposa ad Enea la figlia Lavinia obbedendo a ciò che, quando la figlia era piccola, gli aveva annunciato l’oracolo dell’antro del fauno che gli aveva predetto l’arrivo di un eroe straniero che avrebbe sposato Lavinia. Tale decisione scatenò le ire del vicino re dei Rutuli di Ardea Turno a cui Lavinia era stata promessa in sposa, che con l’aiuto della principessa guerriera Camilla regina dei Volsci di Privernum muove guerra ad Enea che nel frattempo può contare sull’aiuto degli Etruschi. Alla fine la principessa Camilla muore in battaglia uccisa dagli Etruschi e anche Turno viene sconfitto dai troiani ed ucciso da Enea.
Qui termina l’Eneide. Poi altre fonti narrano che Enea sposa Lavinia e fonda nel 1183 a.C. una citta a cui dà il nome della sua sposa Lavinium. Ascanio, figlio di Enea, chiamato Iulo dai Latini, fonda poi Alba Longa e la sua discendenza è la Gens Iulia. Una discendente della Gens Iulia è Rea Silvia che messa incinta dal dio Marte partorisce due figli Romolo e Remo, poi Romolo uccide Remo e fonda nel 753 a.C Roma. I discendenti di Romolo saranno poi Giulio Cesare e il nipote di questi, l’imperatore Augusto e i suoi successori altri imperatori della Gens Iulia. Quindi capite come nasce questa leggenda, Roma all’apice della potenza cerca di dare ai suoi fondatori una natura divina e quindi ecco l’eroe Enea, figlio della dea Venere che inizia la saga della Gens Iulia e poi il suo discendente Romolo, anche lui di natura divina, essi sono gli antenati guarda caso di Augusto e degli altri imperatori di questa famiglia. E’ evidente che poi prima Virgilio e poi gli altri storici costruiscono una storia che esalta Roma e chi come la potente famiglia Iulia la governava.
Capite quindi l’importanza che viene data a questa storia che per noi è naturalmente una leggenda ma che per gli antichi romani era un fatto vero che testimoniava la grandezza delle origini di Roma e il ruolo di dominio sul mondo allora conosciuto che a lei avevano destinato gli dei, e l’origine divina degli imperatori della Gens Julia. Che poi questa leggenda sia iniziata sul nostro territorio rendeva per gli antichi romani Lavinium, la città fondata da Enea e quindi sede degli dei penati di Roma, luogo sacro per eccellenza pieno di templi dove venire a fare sacrifici sulle XIII Are o supplicare gli dei. Famoso il tempio della dea Minerva con la statua della Minerva Tritonia, ora il pezzo forte del Museo Lavinium, oppure visitare quella che era considerata la tomba di Enea.
Una sacralità che rende ancora oggi questo territorio unico e misterioso e fa di Enea un personaggio immortale. Non è un caso che qui si è fatto seppellire, nel piccolo cimitero di Pratica di Mare, adiacente all’aria sacra dell’Antica Lavinium, Sergio Leone, grande maestro del cinema mondiale.
Nel 2002 al summit di Pratica di Mare, l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi, davanti a tutti i potenti della terra, ricordò loro che si trovavano in un territorio dove era nata la leggenda della nascita di Roma e quindi la culla della civiltà occidentale.
Ma anche gli altri due territori coinvolti in questa leggenda, Ardea e Priverno, con personaggi mitologici di grande fascino come appunto Turno e Camilla erano considerati luoghi da sempre legati alla nascita di Roma e quindi nel tempo le rispettive comunità hanno mantenuto con orgoglio il ricordo di questi due loro grandi antenati. Turno re e semidio essendo figlio di una ninfa, avversario di Enea è un eroe segnato da un destino avverso stabilito dagli Dei. In molti in lui vedono un eroe coraggioso che si batte con ardore ed è il simbolo delle antiche genti italiche fiere e combattive nei confronti degli invasori.
La principessa guerriera Camilla regina dei Volsci e simbolo di Priverno ma anche di tutte le donne della Ciociaria. Camilla consacrata alla dea Diana dal padre Metabo re dei Volsci che l’educò all’arte della guerra e crebbe libera nei boschi. Camilla antesignana dell’emancipazione femminile e antesignana delle donne in divisa. Mi auguro che queste tre città coinvolte: Ardea, Pomezia e Priverno, condividano insieme questa straordinaria leggenda semmai con iniziative comuni”.
Antonio Sessa