Sul concetto di LIBERTÀ /2
di Lia Bronzi
Sul piano storico, le libertà civili nel senso moderno sono nate e si sono sviluppate principalmente in Inghilterra, che dunque può definirsi la culla della libertà moderna, così come Atene lo era stata in quella antica. E ciò è accaduto anche se, paradossalmente, questo paese non ha mai posseduto una costituzione analoga alle altre europee, e a quella americana.
Non che il processo di sviluppo della libertà, anche in Inghilterra, sia stato agevole; in quel Paese, infatti, come in altri, si dovette combattere a lungo contro alcune potenze contrarie alla libertà: la potenza del papa, la più terribile di tutte, perché fondata sul pregiudizio e sull’ignoranza; la potenza regia, sempre pronta ad esorbitare; la potenza dei baroni; la potenza dei vescovi che, mescolando sempre il sacro col profano, tentavano di prevalere sui baroni e sul re. Ma, a poco a poco, la Camera dei Comuni divenne la diga che arrestò tutti questi torrenti e il principale baluardo della libertà.
Una delle prime libertà di cui si sentì la necessità, in Inghilterra come nel resto d’Europa, fu quella religiosa, contro l’Inquisizione e l’intolleranza, da cui derivarono le persecuzioni, i supplizi, le proscrizioni che inondarono il mondo cristiano di sangue e macchiarono la storia della Chiesa di orrendi delitti.
E ci volle non poca fatica per far capire che solo l’ebbrezza del fanatismo e delle passioni, o l’impostura più disinteressata avevano potuto insegnare agli uomini che essi potevano, persino dovevano, distruggere quanti avevano opinioni diverse dalle loro.
Sul piano delle libertà civili, ricordiamo che esse si possono far risalire alla famosa “Magna Charta Libertatum” concessa da Giovanni Senza Terra ai suoi baroni nel 1215; ma è il ‘600 il secolo delle grandi enunciazioni delle libertà politiche in Inghilterra. Si pensi alla “Petition of Rights” del 1628; all’ “Habeas corpus” del 1679 (che assicurava a ogni persona arrestata sicurezza personale e pronto giudizio); al “Bill of Rights” del 1689, con cui, a seguito della seconda Rivoluzione, si fissavano i principi della monarchia costituzionale.
Nel ‘700 due grandi avvenimenti segnano il trionfo del principio di libertà, apportando immensi benefici a tutta quanta l’umanità: la Rivoluzione americana e quella francese.
Per l’America, fondamentale è la “Dichiarazione d’indipendenza” (4 luglio 1776), in cui si consacrano come «diritti inalienabili» il diritto alla vita, alla libertà e al conseguimento della felicità, e la legittimità solo di quei governi che garantiscono tali diritti.
Per la Francia, la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” (26 agosto 1789) che dichiara diritti «naturali ed imprescrittibili» dell’uomo: la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione.
Queste Dichiarazioni, che si rivolgono a tutta l’umanità costituendo una clamorosa manifestazione di universalismo, segnarono una svolta nella storia.
Esse significano che d’allora in poi l’uomo, e non il precetto divino o gli usi consacrati dalla tradizione, sarebbe stato la fonte del diritto. Incuranti dei privilegi assicurati dalla storia a certi strati della società e a certe nazioni, documentano l’emancipazione del genere umano da qualsiasi tutela, la sua condizione di maggiorenne.
Continua
Per la I parte, vedi Il Litorale metà giugno 2020
OSSERVATORIO LINGUISTICO
Rubrica aperta ai contributi di tutti gli interessati
FALSE FRIENDLY WORDS (Inglese) - PAROLE INGANNEVOLI (Italiano)
di Paola Leoncini
Anche chi non ha studiato la Storia a fondo, sa - o dovrebbe sapere - che gli Antichi Romani hanno invaso la Gran Bretagna lasciando qualche segno del loro passaggio. Vedere alla voce: Vallo di Adriano. Ma non hanno lasciato solo quella preziosa testimonianza edilizia.
La loro visita oltre Manica ha inciso anche nella lingua, depositando sedimenti di latino, la lingua parlata nell’ impero. La conseguenza si è riversata nella lingua degli occupati i quali, nei secoli a venire, hanno lasciato diversi vocaboli latini nel loro idioma, aggiungendo qualche consonante assente nell’ alfabeto italiano come, ad esempio, qualche ipsilon, qualche ics, qualche i lunga eccetera, che compaiono soprattutto nei dizionari scientifici in cui s’ incontrano facilmente termini latini. Tuttavia, i segreti non finiscono qui.
Alcune parole inglesi sono scritte in modo molto simile alle corrispondenti italiane però, attenzione! Non hanno lo stesso significato e possono trarre in inganno..
Qui di seguito stilo un piccolo elenco di esempi illuminanti, utilizzando parole che s’ incontrano spesso: sensitive non vuol dire “sensitivo” bensì sensibile; sensible vuol dire sensitivo; simpathy non è simpatia, bensì compassione. “Simpathy for the Devil”, ovvero: Compassione per il diavolo, famosa canzone dei Rolling Stones; simpatia, in inglese, è tradotto con loveliness, o pleasantness. Office viene spontaneo tradurre con ufficio. Lo è, ma fino ad un certo punto, e in alcuni casi, Office, infatti, è, con maggiore esattezza, ministero. Foreign Office è il Ministero degli Esteri. La parola Ufficio è tradotta comunemente con bureau. F. B. I. : Federal Bureau (of) Investigation, è l’ Ufficio Federale di Indagini, dove ufficio sta anche per agenzia, sempre con l’accezione di ente che svolge un servizio governativo. Agency, significa agenzia, ma la parola non è sempre intesa alla lettera come la intendiamo in Italia. Agency può essere un luogo che eroga un servizio governativo: Central Intelligence Agency, nota anche con la sigla C. I .A. , è l’ ufficio che tratta informazioni, di solito, piuttosto riservate. Intelligence: attività d’ informazione. Spionaggio. Vedere sopra: C. I. A. .Il vocabolo italiano intelligenza, con il significato di capacità di comprendere, in inglese si traduce in vari modi: understanding (capacità, appunto, di comprendere), cleverness, smartness. Motive vuol dire movente (di un crimine); motivo, in inglese, si traduce con reason. Motivo musicale, invece, è hit. (To) adjust non significa aggiustare, bensì, adattare, regolare (uno strumento o un dispositivo). Aggiustare è (to) fix. Ostrich: si associa facilmente a ostrica ma, in realtà, è uno struzzo Ostrica, in inglese, è Oyster. Character: non è carattere, bensì personaggio di romanzo o film; personality: carattere; facilitiy non è facilità, ma edificio, di solito, industriale; facilità è easyness; factory: non è fattoria, ma fabbrica; fattoria, invece, è farm; fabric: non è fabbrica, bensì tessuto, in genere. E via ingannando. Consiglio a chi non usa l’ Inglese tutti i giorni: quando cerchiamo un vocabolo nel dizionario, non fermiamoci alla prima traduzione. Un buon vocabolario riporta molte versioni della stessa parola, ognuna perfetta nel contesto che la richiede, dunque, vale la pena perdere un po’ di tempo ad individuare la parola giusta per ogni situazione.
E garantisco che c’è.
LE DONNE E LA II GUERRA MONDIALE 1ª parte
di Francesco Bonanni
Come era avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale, anche nella Seconda le donne furono chiamate a ricoprire un importante ruolo supplente ma non solo. Gli uomini al fronte. E loro a combattere non sui campi di battaglia ma su un fronte non meno impegnativo: quello interno con tutti i problemi e soprattutto con i disagi conseguenti. Anzi la Seconda Guerra Mondiale fu caratterizzata da un peculiarità: la ubiquità del Fronte. Difatti, a causa delle moderne tecnologie di guerra utilizzate, le operazioni belliche si svolsero ovunque: le città furono soggette a sempre più massicci bombardamenti nella stessa misura dei siti militari veri e propri.
Le donne sono diventate indispensabili.
Gli Stati del Continente europeo, come la Francia, l’Italia, il Belgio, l’Olanda ed gli altri coinvolti nella guerra, subirono, non solo la dominazione straniera, ma anche le devastazioni conseguenti alle operazioni relative alla loro liberazione. Ebbene in tali frangenti le donne furono protagoniste a pieno titolo di tali eventi. Con i mariti al fronte dovevano provvedere, in condizioni di estrema precarietà, a tutte le necessità familiari, compresa la salvaguardia della prole da tutti i pericoli incombenti a causa lo stato di guerra.
La Tessera Annonaria e la Borsa Nera.
L’approvvigionamento dei beni essenziali era strettamente razionato mediante le note Tessere Annonarie.
Tessere che oltre a contingentare gli acquisti dei generi alimentari, ad esclusione della frutta e della verdura, erano indispensabili anche per l’acquisto di altri generi diversi, quali ad esempio dei tessuti necessari al confezionamento degli abiti.
Con il sempre più disastroso andamento della guerra ci fu una graduale riduzione delle razioni che divennero nettamente insufficienti a garantire un efficiente sostentamento soprattutto per i giovani in fase di sviluppo. Perciò, da chi se lo poteva permettere, ci fu un frequente ricorso alla famigerata Borsa Nera.
Dentro e fuori casa per provvedere alla famiglia.
Ed anche fu compito delle donne di casa che da “Angeli del Focolare” si trasformarono in agguerrite “Custodi della Famiglia”. Con l’inizio delle ostilità si replicò lo stesso copione visto nella Grande guerra: gli uomini validi al Fronte e le donne utilizzate nelle mansioni che in tempo di pace erano state di pertinenza quasi esclusivamente maschili.Difatti dopo la parentesi bellica del 1915-18, in cui per la prima volta nella storia del nostro Paese le donne erano uscite di casa per occupare i posti di lavoro lasciti liberi dagli uomini richiamati al Fronte, col ritorno alla normalità i reduci si riappropriarono delle loro mansioni. Il reclutamento della manodopera femminile avvenne secondo i piani di produzione bellica adottati dal Governo. A tale proposito è interessante quanto riferito da Miriam Mafai nel suo interessante libro: “Pane nero. Donne e vita quotidiana nella Seconda Guerra Mondiale”.
Prendere per la prima volta delle decisioni.
Scrive infatti la Mafai: «La presenza dei figli, la necessità di un minimo di strategia per l’avvenire, le difficoltà della vita quotidiana, danno talvolta un’ansia che somiglia alla paura. Si tratta di decidere acquisti ed economie, vacanze e sfollamenti, cambiamenti di casa e di scuole. Per molte donne queste sono le prime decisioni della loro vita; per la prima volta sono costrette a valutare da sole il pro e il contro, le conseguenze delle loro scelte, i rischi e i vantaggi che ne possono derivare a sè medesime e alle famiglie.
I soldi: le donne sono abituate a spenderli, giorno per giorno o a risparmiarli. Adesso la guerra li spinge a cercare di guadagnarli».