Edoardo Bennato ha pubblicato una sua foto del concerto apriliano del 2016
Un pensiero per Aprilia
Edoardo Bennato, una delle rockstar più influenti della storia della musica italiana, ha dedicato un pensiero ad Aprilia durante queste festività natalizie atipiche, senza abbracci, senza serate nei teatri e senza concerti nelle piazze.
“Ci sono emozioni che possono essere vissute live. La musica non si ferma”. È questo l’augurio dell’artista napoletano, che ha appena lanciato l’album “Non c’è”, e che dimostra di non vedere l’ora di poter tornare alla normalità e di riprendere a girare la penisola italiana da un palcoscenico all’altro.
Il messaggio è stato lanciato da Bennato via social nel bel mezzo del lockdown di Natale, durante il quale l’artista ha pubblicato una foto del suo concerto in Piazza Roma ad Aprilia del 2016, quando fu l’ospite di punta delle festività di San Michele.
La fotografia è stata scattata dal cittadino apriliano Maurizio Boccetti, uno di quelli davvero capaci di “fermare” le emozioni del tempo attraverso la macchina fotografica.
I suoi scatti d’autore hanno raccontato le giornate più importanti della Città di Aprilia, i suoi eventi come il Carnevale, affiancando questa sua attività pubblica a fotografie immersive nella natura che egli ama percorrere da buon escursionista sportivo. Maurizio Boccetti, uno di quelli che si fanno volere bene.
Una curiosità. Edoardo Bennato si è esibito ben quattro volte ad Aprilia nel corso della sua quarantennale carriera, seppur in pochi si ricordano della prima volta. Stiamo parlando infatti dell’inizio degli anni ’70, quando il rocker era nulla più di un talento emergente, che suonava la chitarra con Lucio Battisti, e tra i primi a scoprirlo fu proprio il talent scout Ben Jorillo che lo volle in un festival cittadino.
Era il tempo in cui l’artista, giovanissimo, raccoglieva consensi tra i suoi coetanei permettendosi di scherzare sulla società (“Ma che bella città”) e persino sul Presidente della Repubblica Giovanni Leone (“Uno Buono”) e addirittura, udite udite, su Paolo Paolo VI (“Affacciati Affacciati”). Poi Bennato tornò sul finire degli anni ’80 al tempo di “Abbi Dubbi” e “Viva la Mamma”, quindi da numero uno assoluto della scena pop contemporanea e, per due volte a San Michele, nel 2003 con “L’Uomo Occidentale” (il presidente del Comitato promotore dei festeggiamenti era Gianna Martino) e appunto nel 2016 con “Pronti a Salpare” (il Presidente del Comitato Grandi Eventi era Adriano Lemma). Tra la Città di Aprilia e l’artista c’è quindi un legame stretto di affetto reciproco, suggellato virtualmente da un post durante il lockdown di Natale.
GZ
Noleggio monopattini elettrici
Sarà la società Bird Rides Italy srl a gestire il servizio di noleggio di monopattini elettrici presso il Comune di Aprilia, che di recente, parallelamente all’approvazione del progetto per estendere il circuito della pista ciclo pedonale in centro, ha pensato anche di approvare una misura mirata a favorire nuove forme di mobilità sostenibile.
Proprio per rispondere a questa volontà, con la determinazione del 25 novembre scorso del settore lavori pubblici, era stato approvato l’avviso pubblico per reperire società interessate a gestire per conto dell’ente di piazza Roma punti per il noleggio dei monopattini a propulsione.
La ditta che ha subito risposto al bando presentando un suo progetto, la Bird Rides Italy, secondo quanto riportato dalla determinazione 352 del 29 dicembre scorso, a firma del dirigente ai lavori pubblici Paolo Terribili, rispetterebbe tutti i requisiti richiesti dall’avviso pubblico e sarebbe quindi idonea a intraprendere con il Comune di Aprilia il percorso volto alla diffusione della mobilità sostenibile e all’attivazione di nuovi e innovativi servizi.
Nel perimetro di esercizio, individuato in un’area centrale e nelle aree di stazionamento menzionate all’interno della manifestazione di interesse, la società sarà chiamata a fornire almeno 100 monopattini a propulsione prevalentemente elettrica e comunque dotati delle caratteristiche specificate dal bando.
Un numero di veicoli ridotto al momento, trattandosi di una fase sperimentale, ma che potrà essere incrementato nel caso in cui il servizio dovesse riscuotere un discreto successo tra gli utenti. Proprio in virtù della natura sperimentale dell’affidamento di un progetto fortemente voluto dall’assessore ai lavori pubblici Luana Caporaso, la durata sarà di due anni solari, fino al 15 ottobre 2022, per dare modo all’amministrazione di stilare un bilancio biennale che permetterà di confrontare costi, ricavi e gradimento da parte dell’utenza.
Con cadenza semestrale la società avrà l’obbligo di effettuare un’indagine sul grado di soddisfazione del cliente e sarà cura del privato selezionare e mettere a disposizione personale, mezzi e strumenti necessari.
Sarà cura della società stipulare una polizza assicurativa per responsabilità civile atta a coprire un massimale di 6 milioni di euro.
Francesca Cavallin
La gratitudine del maestro per medici ed infermieri
Angelo Avarello
Diciamoci la verità. È sempre un piacere vedere Angelo Avarello avvicinarsi al pianoforte, in quei pochi secondi di silenzio che precedono l’inizio della musica. È sempre una scoperta percepire la sua umiltà e la timidezza di fronte al pubblico (proprio lui che ha suonato anche oltre l’Oceano Atlantico, proprio lui che a buon diritto avrebbe potuto montarsi la testa) e quasi sentirlo odorare il legno e l’avorio cui è affidato il compito di produrre le note scritte sul pentagramma dalla sensibilità del Maestro.
Avarello non è un uomo semplice.
Quando compone non segue il mainstream, non strizza l’occhio all’indie da classifica e preferisce rifugiarsi nelle sonorità dei padri del jazz e dello swing. Quando scrive non si accontenta del bell’esercizio di stile. Angelo ci ha abituati alla passione, intima e privata così come civile e collettiva.
Ha cantato l’amore e ha urlato contro la mafia. Perché la passione la si urla, non ci si limita certo a cantarla secondo i canoni tradizionali del bel canto all’italiana, di cui comunque Avarello è un limpido esponente fin dagli anni ’70 del secolo scorso.
Angelo, tornato in splendida forma con l’album “Dal mio piccolo fiore a... Amo te” del 2018, subito dopo si è dovuto fermare e non ha fatto mistero di aver attraversato il tunnel della malattia.
Nei momenti di sconforto ha forse addirittura pensato di non riuscire più ad odorare il profumo del faggio o dell’abete di un pianoforte, quando le luci si spengono e il pubblico è in silenzio in attesa che inizi la musica.
In piena epidemia ha pubblicato l’album “I colori dell’arcobaleno” e subito dopo il brano “Uniti per lottare contro il covid 19”, il suo “grazie” in musica agli eroi del 2020, che non indossavano il mantello ma il camice ospedaliero. Parte da lontano il sentimento di riconoscenza e gratitudine che Angelo Avarello nutre nei confronti di medici e infermieri che si sono presi cura di lui e l’hanno aiutato a superare la sfida più dura di una vita intera.
Ma il concerto di Avarello, questo siciliano che arriva a dirigere per due anni l’orchestra del Festival di Sanremo, continua e quando sarà il momento di riprendere la vita come l’abbiamo lasciata prima dello scoppio dell’epidemia, lui sarà ancora sul palcoscenico con una nuova canzone.
“Grazie a Dio sono tornato a vivere”
Non è solo musica. Non è soltanto una canzone. Non è soltanto una svolta artistica, l’ennesima, che quasi ci ricorda le liricità elettriche pinkfloydiane. Non è la fotografia che ritrae l’artista in un momento di sofferenza. È l’autobiografia di quel momento, il racconto del pensiero dietro il calvario, il valore della ritrovata religiosità durante l’Odissea. Pazienza se l’eroe omerico solcava i mari in tempesta e, meno epicamente, il Maestro di musica attraversava i corridoi di un freddo ospedale.
La poesia, come insegnano i poeti, si trova ovunque, anche nei posti più impensati della quotidianità di chi soffre.
Sta per arrivare il 2021, e mai come quest’anno il decennio si apre con la speranza per il futuro. Angelo Avarello, uomo del sud eppure del mondo intero, piccolo artigiano delle sette note eppure grande stilista del pentagramma, la speranza non l’ha mai persa e ha ancora voglia di raccontare le sue storie. Lo farà ancora, sedutosi come sempre davanti al suo pianoforte. GZ