Secondo Andrea Ragusa, Rosalba Rizzuto e Carmen Porcelli è un errore strategico e vanifica gli sforzi per mitigare il rischio idraulico
No alla tombatura del fosso della Ficoccia
Ricoprire uno dei principali fossi della città, come previsto dal Piano sulla qualità dell’abitare che riguarda centro e comparto Toscanini, rischia di vanificare gli sforzi compiuti dall’amministrazione per mitigare il rischio idraulico.
Una ulteriore criticità di cui il piano non sembra tener conto, secondo Carmen Porcelli, Andrea Ragusa e Rosalba Rizzuto, che a nome e per conto delle associazioni che rappresentano, hanno effettuato una analisi delle criticità legate ai Pinqua del Comune di Aprilia.
Tra le difficoltà riscontrate, la tombatura del fosso della Ficoccia, che rischia di rappresentare un boomerang per l’amministrazione comunale.
“La nostra città - si legge nella nota - ha vissuto in tempi molto recenti fenomeni di allagamenti: tutti ricorderanno gli effetti devastanti delle piogge nel 2017. A provocare il dissesto idrogeologico e l’aumento del rischio idraulico, solitamente attribuito a fenomeni meteorologici, sono soprattutto gli interventi di origine antropica sul territorio e sulla sua morfologia, attraverso l’impermeabilizzazione selvaggia delle superfici agricole, le insufficienti aiuole alberate lungo i marciapiedi urbani, i parchi con centinaia di metri quadri impermeabilizzati, le incisioni naturali occluse per edificarvi sopra. Tombare un fosso è una scelta pericolosissima, un problema da non sottovalutare.
Malgrado negli anni passati siano stati stanziati dei fondi ( ad es. “Proteggi Italia”, 11 miliardi di euro per il triennio 2019-2021), la Corte dei Conti ha accertato che nel biennio 2016-2018 è stato utilizzato solo il 19,9% dei 100 milioni del Fondo progettazione contro il dissesto Italia.
Eppure l’ISPRA - l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - nell’ultimo “Rapporto nazionale sulla situazione del dissesto idrogeologico nel Paese” ha fatto emergere che il 91% dei comuni italiani (88% era invece nel 2015) è a rischio, quindi oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità.
Nella regione Lazio l’area soggetta a questo fenomeno è di 17.232 km quadrati con 953.3 km quadrati corrispondenti alle aree di altissima ed alta pericolosità (P4 + P3) concentrate nella parte meridionale della regione”.
La copertura del fosso in sostanza non permette il controllo degli scarichi abusivi e la decisione di coprire il fosso della Ficoccia in particolare sembrerebbe mostrare secondo le tre associazioni l’assenza di una visione d’insieme. “Temiamo - scrivono Porcelli, Ragusa e Rizzuto - che nella foga di voler forzatamente raggiungere la vertiginosa cifra di 100.000 abitanti, richiamando da fuori, plausibilmente Roma, persone non figlie della città e non integrate, si determinino inevitabilmente, come già successo con il Quartiere Toscanini, situazioni di disagio sociale”.
Francesca Cavallin