I sindacati protestano davanti il carcere di Velletri
Polizia penitenziaria
Le sigle sindacali: Sappe – Osapp – Uil - Sinappe (Sippe) – Uspp- Fns Cisl - Cgil e Cnpp giorno 09.06.2022 dalle ore 11:00 alle ore 13:00 sono scesi nel piazzale antistante del Penitenziario di Velletri per protestare contro la gravissima carenza di personale di Polizia Penitenziaria.
Alla manifestazione ha partecipato il sindaco di Velletri Orlando Pocci la consigliera comunale Chiara Ercoli. Successivamente hanno parte alla manifestazione anche la direttrice del carcere Dott.ssa Maria Donata Iannantuono, insieme anche alComandante degli Agenti di Polizia Penitenziaria Dott.ssa Alessia Assante. A darne notizia sono i sindacalisti del Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Carmine Olanda e Ciro Borrelli che da sempre denuncino le difficili condizioni di lavoro di tutti i Penitenziari.
“La maggior parte del personale è anziano e prossimo alla pensione – commenta Borrelli – al Penitenziario di Velletri mancano 80 unità di Polizia Penitenziaria e il piano ferie estivo non potrà essere garantito. Non possiamo più accettare – conclude Olanda – che la gravissima carenza di personale ricada sulla salute dei Poliziotti che già si sacrificano per soddisfare tutte le esigenze dell’Amministrazione”.
Il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Lazio, Abbruzzo e Molise Dott. Carmelo Cantone ha comunicato alla Direzione del Carcere di Velletri che lunedì 13 giugno sarà presente nel Penitenziario per incontrare tutte le Organizzazioni Sindacali per cercare di trovare una soluzione alla problematica. Come sindacato Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) saremo presenti all’ incontro e se non ci saranno provvedimenti immediati, a nostro malgrado, saremo costretti a continuare lo stato di agitazione mettendo in atto altre forme di protesta. Protesta che va avanti da diversi anni.
P.N.
Importante riconoscimento degli endocrinologi americani per il Goretti di Latina
Termoablazione dei noduli tiroidei
Grande riconoscimento per l’Ospedale “S. M. Goretti” di Latina per la pubblicazione di un importante documento degli endocrinologi americani dell’AACE (American Association of Clinical Endocrinology) in merito al trattamento termoablativo dei noduli tiroidei. Figura, tra gli autori di questa consensus scientifica pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica internazionale, Endocrine Practice, il dottor Roberto Cesareo, endocrinologo e direttore della struttura di Malattie Metaboliche e gestione del paziente cronico riacutizzato presso il DEA II di Latina.
Per il trattamento dei noduli tiroidei, negli ultimi anni sono state proposte tecniche nonchirurgiche, percutanee, eco-guidate, mini-invasive, e grazie all’attività scientifica prodotta dal dottor Cesareo e dai colleghi della radiologia interventistica, l’Ospedale di Latina è diventato centro di riferimento in Italia per il trattamento termo-ablativo dei noduli tiroidei.
Tale attività, peraltro, si inserisce nel più ampio contesto aziendale, sia della prevenzione ambientale e degli stili di vita, curata dal Dipartimento di Prevenzione, sia della diagnosi e cura delle patologie endocrine, svolta in particolare dalla struttura di Endocrinologia a direzione Universitaria “Sapienza” di Roma, Polo Pontino, anche attraverso specifici percorsi ambulatoriali.
Il trattamento termo-ablativo dei noduli tiroidei non intende sostituirsi alla chirurgia tiroidea, che rimane il trattamento di riferimento per la rimozione della patologia nodulare tiroidea, ma offre all’endocrinologo l’ausilio delle più moderne tecnologie mediche e strumenti terapeutici alternativi grazie ai quali, in casi essere attentamente selezionati, si ottiene una riduzione volumetricamente significativa del nodulo tiroideo.I vantaggi di questa metodologia di approccio, sono caratterizzati da costi decisamente inferiori rispetto alla chirurgia tradizionale, dalla possibilità di eseguire il trattamento in regime di daysurgery, cosi come avviene al Goretti di Latina, e dal minor numero di complicanze successive agli interventi.
Il nodulo tiroideo, correttamente selezionato e trattato, si riduce, in base agli studi della letteratura internazionale, in parte pubblicati anche dal dottor Cesareo e colleghi, del 60-80% dopo circa 6 mesi dal trattamento.
P.N.