Affidata la ristrutturazione dell’immobile di Carano
Lavori alla ex scuola
I lavori per la riqualificazione dell’ex scuola di Carano di Aprilia possono finalmente ripartire. Nelle scorse ore l’amministrazione comunale di piazza Roma ha infatti affidato le opere di ristrutturazione dell’immobile, destinato a diventare un centro polifunzionale in grado di fornire servizi integrativi per l’infanzia, all’impresa Eteiron srl di Frascati. Oltre il milione di euro il valore totale dell’appalto. Il comune di Aprilia, dopo la rescissione del contratto con la V&GA costruzioni, azienda finita nel mirino della Prefettura perché coinvolta nell’inchiesta Assedio, aveva contattato la ditta piazzatasi seconda in graduatoria. Questa però dopo che in un primo momento si era resa disponibile al subentro, ha comunicato di non poter più intraprendere i lavori di riqualificazione ristrutturazione dell’ex scuola di via Carano. E’ stato così necessario per l’ente riguardare la speciale classifica e quindi contattare l’impresa terza classificata che ha espresso la sua disponibilità. Con i lavori fermi ormai da mesi, la V&GA si era limitata esclusivamente nelle sole opere di allestimento cantiere, pulizia e decespugliamento dell’area e della demolizione del fabbricato esistente, si spera che il progetto, arrivato grazie ai soldi del Pnrr, ora possa riprendere vigore. Nel 2021 il comune di Aprilia aveva ottenuto il finanziamento del progetto per la riqualificazione dell’ex scuola di Carano. L’obiettivo dichiarato era quello di trasformare quell’immobile abbandonato da anni in un centro polifunzionale per l’infanzia. Il contributo del ministero dell’istruzione era di oltre un milione di euro, a cui si aggiungeva anche una piccola quota di cofinanziamento da parte del comune di Aprilia di circa 92mila euro. Un edificio, quello situato tra Carano e Spaccasassi che per anni è stato oggetto di occupazioni abusive e poi vandalizzato e ridotto a struttura fatiscente. Ad aggiudicarsi inizialmente l’appalto, il 30 marzo 2023, fu la società apriliana di Marco Antolini. Il cantiere, come detto, era stato avviato ma dopo il suo arresto, avvenuto nel luglio 2024 nell’ambito dell’inchiesta Assedio che ha visto finire in carcere e ai domiciliari oltre venti persone, scattò immediatamente il provvedimento della prefettura nei confronti della V&GA, una interdittiva antimafia che gli precludeva di poter continuare a lavorare con la pubblica amministrazione. Il passo successivo da parte dell’ente comunale di piazza Roma fu la rescissione del contratto con la società di via Stradivari. Ora, con il nuovo affidamento, si spera che l’ex scuola di Carano possa tornare a nuova vita. Tutto ancora fermo invece per i lavori che dovranno interessare il polo fieristico di Campoverde, altra opera progettata attraverso un finanziamento del Pnrr. Ad inizio maggio, infatti, il Comune di Aprilia ha proceduto con la risoluzione del contratto con la ditta “Consorzio Stabile C.B.A” dopo che questa era stata colpita da un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Latina nelle scorse settimane. A stabilirlo, una determina, firmata dal dirigente del settore lavori pubblici, manutenzioni e trasporti, Paolo Terribili. Esclusa dai lavori anche la “Laziale Scavi” di Fabrizio Antolini, società consorziata ed esecutrice designata dal consorzio, anch’essa colpita da provvedimento interdittivo antimafia. Il progetto di realizzazione del nuovo polo fieristico, che si trova a ridosso della Pontina ed ospita il mercato dei fiori ed annualmente la mostra agricola, rientra negli interventi di rigenerazione urbana programmati per la borgata di Campoverde. L’obiettivo dichiarato da parte del Comune di Aprilia, una volta accertato il possesso dei requisiti, è quello di affidare l’opera di riqualificazione al secondo classificato nella gara pubblica e ripartire velocemente con i lavori nel polo fieristico.
Alessandro Piazzolla
Il gruppo pontino al Ravenna Festival con oltre 3.000 voci da tutta Italia
Il Coro S. Pietro al fianco di Muti
Dopo aver aperto la rassegna “La Terra Pontina In…canto”, il Coro San Pietro in Formis, diretto dal M° Sonia Sette, ha vissuto un’esperienza straordinaria: l’incontro con il M° Riccardo Muti al Ravenna Festival 2025.
L’iniziativa, intitolata “Cantare amantis est” – “Cantare è proprio di chi ama”, espressione di Sant’Agostino – ha radunato oltre 3.000 coristi da tutta Italia al Pala De André di Ravenna, creando un immenso coro nazionale. Una chiamata alla bellezza e all’unione, accolta con entusiasmo da professionisti e appassionati di ogni età.
Sotto la guida del Maestro Muti, i partecipanti hanno vissuto due giornate intense di Masterclass corale, lavorando su brani simbolici di Giuseppe Verdi: il “Coro di profughi scozzesi” dal Macbeth, il “Coro della processione” da I Lombardi alla prima crociata, e l’immortale “Va, pensiero” dal Nabucco.
Ogni nota, ogni parola è stata sviscerata, valorizzata e restituita con passione, grazie alla guida sensibile e meticolosa di Muti.
“Il coro – diceva Verdi – è un insieme di individui. Il compito del direttore nonè cancellarli, ma armonizzarli”, ha spiegato il Maestro, tra applausi sinceri e volti emozionati.
Il Coro San Pietro in Formis del M°Sonia Sette è stato l’unico gruppo corale a rappresentare la provincia di Latina, portando con fierezza il proprio contributo musicale e umano. La partecipazione si inserisce nel progetto delle Vie dell’Amicizia e dei Ponti di fratellanza, voluto da Muti come messaggio universale di pace: un canto corale contro la guerra, la distruzione, l’odio.
Con un totale di 3116 voci, Ravenna è diventata il cuore pulsante di un messaggio corale rivolto a un’umanità ferita, ma ancora capace di sperare. Un invito, come sottolinea Muti, “a scegliere l’armonia, la cultura, il bene comune”, proprio in un mondo lacerato da guerre, terremoti e ingiustizie.
La conclusione, degna della festa del 2 giugno, è stata affidata all’Inno d’Italia, anch’esso eseguito con precisione e sentimento, sotto l’attenta supervisione musicale del Maestro, che ha scherzato perfino sull’assenza del “Si” finale nel testo ufficiale.
Un’esperienza che resterà impressa nei cuori dei partecipanti e del pubblico. Un Muti simpatico, ironico, canzonatorio, brillante ma sempre rigoroso, che ha dato vita a un momento storico. Come ha gridato qualcuno del pubblico: “Riccardo Muti è patrimonio dell’umanità”.