Intanto il vaccino nato nei laboratori di Pomezia insieme all’università di Oxford è entrato nella fase 3 della sperimentazione
Il ministro dell’università e ricerca Manfredi all’Irbm
Ancora un visitatore importante all’IRBM. Il 7 luglio a visitare il prestigioso centro ricerche pometino è stato il Ministro dell’Università e della Ricerca professor Gaetano Manfredi.
Dopo il tour all’interno dei laboratori e degli impianti del Consorzio nato tra l’Irbm, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto Superiore di Sanità, che è incaricato dal Miur di manutenere e implementare la Collezione nazionale di composti chimici che è messa a disposizione di tutte le università e i Centri di ricerca italiani, il Ministro ha ringraziato per il lavoro svolto tutti i ricercatori e coloro che sono impegnati a più livelli all’interno dell’Irbm.
“Voi siete in prima linea - ha dichiarato Manfredi - in un campo strategico, che è quello della ricerca sui vaccini e sui farmaci, e che rappresenta un volano indispensabile per la crescita competitiva del nostro Paese sia per garantire la sicurezza dell’Italia a livello sanitario sia la crescita economica. So bene quanto il lavoro nella ricerca sia duro e competitivo, ma è anche entusiasmante. Mi auguro che il sostegno del Governo possa essere sufficiente sia per la realtà di Pomezia che per le altre realtà impegnate, per fare in modo che strutture come la vostra abbiano attenzione”.
L’Irbm di Pomezia, è soprattutto l’azienda che tramite la sua divisione vaccini Advent in questo momento sta mettendo a punto e producendo assieme all’Università di Oxford e alla multinazionale AstraZeneca.
“Il vaccino - ha dichiarato Piero Di Lorenzo, presidente IRBM - oggi si trova in fase clinica tre, quella finale, su 10mila volontari sani: metà vengono vaccinati e l’altra metà vengono trattati con un placebo. La prima fase tre è partita in Inghilterra, poi siccome lì fortunatamente sta scemando la curva epidemica, la leader del gruppo, la multinazionale AstraZeneca, ha pensato di far partire lo stesso test di fase tre anche in Brasile e adesso in due paesi africani perché in quelle zone c’è maggiore possibilità di verificare anche eventuali possibili variazioni del virus. Pensiamo che questa fase tre brasiliana e inglese possa dare un responso definitivo già entro la fine di settembre”.
“Il presidente di AstraZeneca - prosegue Di Lorenzo - ha sottoscritto un accordo con alcune nazioni europee. Come è noto, il ministro della salute, Roberto Speranza, ha firmato per l’Italia: in base a questa intesa, il Paese potrà godere di un privilegio in termini temporali.
Il vaccino comunque è per tutti e sarà venduto a un costo industriale, senza alcun aggravio per quanto riguarda la proprietà intellettuale. Attualmente si sta lavorando alla produzione di dosi per la popolazione a rischio, e nell’ipotesi in cui dunque il candidato vaccino dovesse diventare vaccino ci saranno già delle dosi pronte entro la fine dell’anno. Le persone che ne beneficeranno per prime sono quelle delle categorie più esposte, come le forze dell’ordine e il personale sanitario, che potranno accedere alla vaccinazione di massa. Il ministro dell’Università e della Ricerca che viene a trovarci all’Irbm e ai laboratori del Cnccs, il consorzio tra il pubblico e il privato finanziato dal Mur, è una iniezione di entusiasmo per tutti i nostri ricercatori, una gratificazione immensa. Non si tratta di una passerella istituzionale. Per la gente che lavora qui dentro avere avuto il ministro Manfredi in visita è stato un regalo dal punto di vista motivazionale”.
Il 20 luglio intanto arriva una ulteriore buona notizia: “Il vaccino anti-Covid ChAdOx1, messo a punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la collaborazione dell’italiana Irbm, “ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56/mo giorno della sperimentazione in corso”.
Il risultato è pubblicato sulla rivista Lancet. Si tratta di risultati preliminari riferiti alla fase 1-2 di sperimentazione che ha coinvolto 1.077 adulti sani.
“Ulteriori studi - si legge - sono necessari per confermare se il vaccino protegga effettivamente dal Covid-19”.
Si sottolinea che Italia, Francia, Germania e Olanda a metà giugno hanno già firmato un accordo per ottenere 400 milioni di dosi con la casa produttrice, l’inglese AstraZeneca.
A.S.