Il Litorale • 15/2019
Pagina 9 di 56
ANNO XIX - N° 6 - 16/31 MARZO 2019 Il Litorale Pag. 9
Certo è che non bisogna essere
esperti analisti politici per affer-
mare, senza possibilità di smenti-
ta, che siamo in mano ad una
classe politica di infima qualità.
Un’accozzaglia di eletti incapaci,
per la gran parte, di esercitare
saggiamente il potente dovere
della rappresentanza, facilitati da
una Costituzione che garantisce
loro il diritto di essere eletti in
uno schieramento politico per at-
tuare un programma e, il giorno
dopo l’elezione, di passare ad un
altro schieramento politico per
realizzare un programma esatta-
mente opposto a quello per cui si
è entrati in Parlamento. Lo spetta-
colo ignobile che viene dato ai
cittadini, che, ricordiamolo resta-
no gli unici responsabili di coloro
che eleggono a rappresentarli, in
occasione delle trattative per la
formazione di un governo sono il
segno che, dopo la morte delle
ideologie.....il nulla. Quanto è ac-
caduto in occasione delle recente
crisi elettorale ne è un esempio
lampante. Già dopo la formazione
dell’alleanza del Governo Lega-
M5S e per i mesi a seguire i gior-
nali titolarono“Alleanza innatura-
le”, “Matrimonio fra diversi”,
“Ogni giorno un litigio”, “Diversi
in tutto”, “Non se ne può più!”;
tutti a deprecare un’alleanza nota-
rile creata in modo artificioso per
“portare a casa” qualche legge di
bandiera, in una corsa ridicola fra
i due partiti a chi la poteva spara-
re più grossa. Un modo inguarda-
bile di fare politica che ha reso ri-
dicolo il nostro Paese nel mondo
isolandolo dai tavoli che in cui si
prendono le grandi decisioni. Do-
po che tutta l’opinione pubblica
italiana e la stampa nazionale
hanno auspicato la fine di una
condizione che hanno lasciato e la
quasi totalità del cerchio renziano
della Leopolda e una buona parte
dei Grillini non verrebbero mai ri-
eletti e dovrebbero tornare alla
condizione di chi cerca un lavoro.
Questa è la situazione e tutti lo
sanno ma preferiscono non dirlo e
fanno finta di difendere principi
politici incollati con lo sputo;
pronti a trovare qualsiasi compro-
messo pur di non rinunciare alla
loro poltrona. A fare questo non
sono stati i beceri rappresentanti
della destra conservatrice bensì i
rappresentanti della sinistra insie-
me ai fautori di un nuovo purismo
francescano che avrebbero dovuto
aprire il Parlamento come una
scatola di sardine. Le decisioni
strategiche vengono prese, per il
PD, col compromesso “del tira a
campà” nella sede del Partito e,
per il Movimento 5 Stelle, nella
villa di un comico, costruita sulla
duna della spiaggia di Bibbiena e
dall’amministratore di una SRL.
Perché cosi è, questa è la vera
realtà: la strategia da seguire e
quindi le proposte per il governo
del Paese vengono così decise in
seno al maggiore partito italiano.
Come può un cittadino credere al
programma elettorale o alle pro-
messe di politici di questo cali-
bro? E rispuntano i Prodi, i D’A-
lema, i Veltroni e tutti i fantasmi
di una politica che non riesce a
diventare modernità.
Sergio Franchi
matrimonio fondato sul litigio
quotidiano, uno dei due contraenti
del “contratto di governo” ha ap-
plicato la clausola rescissoria
pronto ad incassare una grossa ce-
dola di consenso elettorale. Apriti
cielo! I titoli dei giornali sono
cambiati: “Salvini traditore”, “La
Lega l’ha fatta grossa”, Salvini
alle corde”, “Conte bastona Salvi-
ni” e così via. E l’Italia è stata co-
stretta sotto il solleone ad assiste-
re ad una farsa tra attori di ter-
z’ordine in cui il Presidente del
Consiglio, passato improvvisa-
mente da mediatore insignificante
ad eroe nazionale, si mette a sca-
ricare tutto il suo livore sul suo
Ministro degli Interni e vice, co-
me se lo avesse appena incontra-
to, atteggiandosi a statista di lun-
go corso. Il Governo è in crisi ed
una macchina si è mette in moto
al solo scopo di evitare che la pa-
rola venga data ai cittadini i quali,
pur con i limiti del metodo demo-
cratico, possano esprimere il pro-
prio giudizio su tutti gli avveni-
menti. Qui, camuffata da volontà
di salvare la Nazione, si è messa
in moto la piu spudorata delle far-
se generate dalla casta: quella del
“tengo famiglia”. Il M5S che,
giova ricordare nasce di fatto a
Bologna in chiave anti PD. Il Mo-
vimento che ha beffeggiato il po-
vero Bersani in uno storico incon-
tro streaming, definendolo “un
morto che parla che non merita
nessuna fiducia”; lo stesso Movi-
mento si mette a fare un governo
con suo nemico storico e per dare
una parvenza che la cosa venga
fatta per gli interessi del Paese. I
due partiti si danno un tono politi-
co fissando dei “punti”di princi-
pio: il PD ne ha fissati 5 e il M5S,
per non essere da meno, ne ha fis-
sati 10. Un Governo a punti. Il
mondo sta crollando e dei cialtro-
ni della politica, si dilungano in
questioni di principio: e risuona la
campana stonata della riduzione
del numero dei parlamentari, che
può allungare la legislatura di un
anno. I’ILVA sta per chiudere i
battenti, l’Alitalia resta a terra,
decine di crisi aziendali restano
insolute ed il Ministro del Lavoro
pensa a riordinare il sistema ban-
cario, separando le banche d’in-
vestimento dalle banche commer-
ciali. Un gioco al ricatto ed alla
sopravvivenza, un groviglio di in-
teressi che con le sorti del Paese
hanno poco a che fare e, lo cacci
dalla porta e ti rientra dalla fine-
stra, ricompare Renzi. Che c’en-
tra Renzi? Renzi è il burattinaio
che, forte del suo drappello di
eletti in Parlamento è pronto a da-
re l’anima pur di mantenere la sua
innaturale egemonia in un Partito
che lo relegato ai margini ed una
rappresentanza parlamentare che
lo rende ancora forte. Ed un PD
unito nella sua eterna frammenta-
zione, mette i suoi 5 punti tra cui,
per risolvere il problema, brilla il
punto del ritorno alla totale aper-
tura dei porti a tutti i clandestini
che lo desiderino in modo da con-
tinuare ad alimentare le stazioni
ferroviarie, lo sfruttamento della
prostituzione, il caporalato e la
criminalità organizzata e non. Si
dice che non sia elegante affer-
marlo ma la situazione è molto
più banale: le decine di parlamen-
tari che, per grazia ricevuta, han-
no visto la loro condizione socio-
economica passare dalla produ-
zione di curricula a quella di Se-
natore o Deputato della Repubbli-
ca con stipendi favolosi ed auto
blu, non vogliono tornare alla
Quando si fa politica per mantenere i privilegi della poltrona sotto il motto “Tengo famiglia”
Verso un Governo a punti
Leggi di più
Leggi di meno