SIMPOSIO
ESTATE/2
Non di solo mare è l’estate… Tra le nostre montagne i verdi prati sostituiscono le spiagge dorate e si colorano di una moltitudine di fiori variopinti e di frutti che inebriano l’aria regalando nuovi profumi. I boschi, brulicanti di vita e di canti, offrono generoso sollievo alla calura estiva, all’ombra di chiome frondose e fitte. E piccole spiagge di ciottoli annunciano freddi torrenti e laghi in alta quota, dove qualche temerario, incurante della rigida temperatura dell’acqua, si regala un bagno sicuramente tonificante. L’allegria sembra mitigata, forse sottotono, più discrete le voci attutite dalla distanza e dagli alberi. Ma basta una piccola vallata, a richiamare l’eco di giochi in lontananza, nelle colonie estive dove bambini e ragazzi si ritrovano, di anno in anno, cresciuti e pronti per nuove avventure. Il bosco diventa luogo di esplorazione e di incontri, ma anche palestra di escursioni e arrampicate, nonché libro aperto sulla nostra Storia. Nelle contrade, disperse qua e là nelle valli, allegre compagnie si incontrano e si accompagnano in passeggiate e chiacchiere, dove attempate signore, non sulla scala a filar, conversano animate, solitamente sulle variazioni del meteo o sulla buona cucina italiana. Scandisce il tempo il rintocco delle campane, che più solenne si fa all’ora delle funzioni: cadenzato per accompagnare il risveglio del mattino, mesto all’ora del vespro serale e festoso scampanio per l’appello alla messa. Un richiamo accogliente che riporta ad una vita apparentemente più immobile, ma pregna di tradizioni e di infinita Natura.
Giuliana
LA VITA IN UN SEME
Un seme: proviamo a pensare cosa potrebbe diventare se adagiato e ricoperto di terra morbida lo inumidiamo leggermente. In esso c’è la vita che risponde alle nostre premure, ma anche il calore del sole lo stimolerà a emettere tenere radici che cresceranno verso il basso per adattarsi sempre meglio nel loro letto e, contemporaneamente, il cotiledone, così si chiama il seme all’inizio della sua trasformazione, si volgerà anche verso l’alto in cerca della luce essenziale per germinare le prime foglioline che si moltiplicheranno sempre più numerose.
Sarà emozionante veder crescere gradualmente una pianticella che, se nulla la ostacolerà, un giorno ‘lontano’ diventerà un albero per la gioia e per la salute dei nostri futuri nipoti.
PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN SEME.
SIAMO TUTTI FIGLI DI UNO STESSO PROGETTO
di Ornella Ferrari Pavesi
Quando alle elementari scrissi, in un tema di fantasia che titolai “Il mondo sottomarino” (senza averlo mai visto) che anche i pesci erano creature di Dio, la maestra si indignò e le compagne mi derisero.
Da allora tenni per me la convinzione che tutte le creature viventi meritassero considerazione, comprese le piante!
E ne ebbi conferma perché, anni dopo, studi scientifici su di esse dimostrarono come fossero in gradi di reagire a stimoli di stress come la paura o la gioia. Mi presi quindi la mia piccola rivincita su quell’episodio della mia infanzia, consolidando la certezza sulla loro intelligenza come altra forma di vita su questa terra, di cui noi umani pretendiamo di detenere il primato.
Solo recentemente, dopo secoli di altezzoso autocompiacimento, ci rendiamo conto di quanto il mondo vegetale sia determinante, e indispensabile, per la nostra specie e di come contribuisca a migliorarla.
Ho sempre amato la natura, l’ho scrutata e ascoltata nei momenti di raccoglimento, cercando di interpretarne i messaggi. Da queste osservazioni e da questo ascolto è nata spontanea l’esigenza di rendere omaggio all’intelligenza di altre forme di vita, che ci parlano senza essere adeguatamente ascoltate, attraverso il mio recente romanzo “Tutta un’altra storia”.
In esso celebro la bellezza di cui dobbiamo essere custodi perché silenziosamente “chiacchierona”: proprio come noi umani. Escludendo il silenzio, naturalmente!
IL RISCALDAMENTO
GLOBALE E GLI APACHE
di Maria Grazia Vasta
Me lo ricordo bene, negli anni Sessanta e Settanta com’erano considerati gli ecologisti… essenzialmente dei seccatori e disturbatori dell’ineluttabile espansione dell’economia globale, del business e del consumismo ad ogni costo, dell’industrializzazione selvaggia che insegue solo il profitto.
Ma se venisse a mancare la materia prima di tutti i traffici mondiali, la Terra?! Ora finalmente l’ecologismo travalica appartenenze ideologiche e nazionali; ora certi progetti sostenibili, a distanza di cinquant’anni, non sembrano più utopistici; ora s’inizia a dire che non c’è un Pianeta B, che le risorse non sono infinite, che mancano dai sei ai dieci anni al punto di non ritorno per salvarla da un radicale e disastroso cambiamento climatico.
É stata istituita così “La Giornata Mondiale dell’Ambiente” ogni 5 giugno, in onore della “Conferenza sull’Ambiente” di Stoccolma, tenuta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tra il 5 e il 16 giugno 1972.
Dagli “Accordi di Parigi” del 2015, poi, quasi duecento nazioni si confrontano sull’aumento delle temperature medie mondiali, il global warming (gli Stati Uniti di Trump nel 2017 ne uscirono, salvo poi rientrarvi con Biden appena eletto, ad inizio 2021), impegnandosi a contenerlo, con un piano a lungo termine, al di sotto dei 2°C, riducendo del 55%, le emissioni di ogni genere a effetto serra (che avvelenano e riscaldano l’atmosfera mettendo a rischio la biodiversità e i mezzi di sussistenza), allo scopo di ripristinare l’ecosistema mondiale entro il 2030.
Allertano le ondate di calore che investono le città, impermeabili con il loro cemento, dove l’umidità ristagna senza evaporare e dove l’ozono e il particolato inquinano l’aria e provocano patologie nella popolazione. Allarmano il ritiro dei ghiacciai, le bombe d’acqua e il franare dei pendii disboscati, che allagano con fiumi di fango i paesi sottostanti; il salire del livello dei mari, che sommergeranno le isole più basse; l’erosione delle spiagge, gli uragani, che spazzano via interi abitati; l’aumento della siccità, che impoverisce i territori affamandone gli occupanti… tutti eventi parossistici e in aumento.
Ma ricordiamo l’esempio degli Apache, che hanno sempre rispettato religiosamente l’ambiente che li ha accolti! Non avevano ragione loro, come pure gli indios, contro i cowboy e i conquistadores? Forse sarebbero stati arrecati minori danni all’ambiente se gli imperialisti euroasiatici non fossero stati invasati dalla febbre dell’oro e della rapina ai danni di altri paesi, le cui popolazioni sono state convertite e sottomesse a forza anche a costo di tante vite umane, scempi paesaggistici, disboscamento e cementificazione, che negli ultimi secoli hanno cancellato intere culture e specie viventi e sottratto libertà ai popoli e ossigeno all’atmosfera e ai corsi d’acqua.
Gli esseri umani si dovrebbero comportare come attenti ospiti e non come egocentrici padroni in questo mondo e se non si prendono seri provvedimenti per salvaguardare la Natura i nostri discendenti avranno un pianeta arido e ostile e non una casa.
Preghiera al risveglio
Svegliati! Svegliati! La terra ti sorride.
Svegliati, e sta’ pronto al giorno che comincia.
La madre della vita ti sta chiamando,
ti saluta, dunque svegliati, non indugiare più.
Potente Sole, dacci la luce perché ci guidi,
perché ci aiuti.
Guarda come sorge,
guarda come la terra ne risplende
e come gode lo spirito nel petto,
ascoltando la musica del Sole.
Svegliati! Svegliati! La terra ti sorride.
Svegliati, e sta’ pronto al giorno che comincia.
La madre della vita ti sta chiamando,
ti saluta, e allora… forza,
Svegliati!
(Canto Apache)