La riflessione di Giuseppe Chitarrini sul tragico evento di Colle Romito
Il dolore e lo sgomento
Parlare o non parlare dell’orrore di Colle Romito? Parlarne come e in che termini? Dare libero sfogo a una emotività fatta di costernazione e doloroso sgomento, oppure mantenere una parvenza di distaccato oggettivismo cronachistico? E’ il caso di parlarne oppure è meglio il silenzioso cordoglio –anche perché ne hanno già ampiamente parlato le cronache e i media nazionali. Credo sia opportuno parlarne anche in un giornale locale perché la tragedia si è compiuta a livello locale: nell’area di pertinenza territoriale. Parlarne se non altro anche per autoterapia, per esorcizzare lo smarrimento, un tentativo –inutile- di ‘simulare’ una parvenza di ragione e plausibilità in una storia che non ha nulla di plausibile. Parlare di una vicenda che suscita emozioni terribili costituisce un pur vano tentativo di razionalizzare, di rendere comprensibile, in qualche modo accettabile quello che è accaduto: quell’orrida casualità’che è di per sé inspiegabile. E’ un po lo stesso meccanismo delle tragedie greche: il ‘sapere che guarisce’, che ci fa star meglio, la ‘catarsi’ di cui parlava Aristotele. Anche se poi, a guardar meglio nelle tragedie classiche, c’era sempre una pena remota da scontare, una lontana e dimenticata colpa da espiare, degli arcani nodi che il fato procurava di portare al pettine. Nella tragedia di Colle Romito invece nulla di tutto questo: due bambini giocavano in una giornata di inizio estate, un coraggioso pensionato passava con la sua bici e non si è voltato dall’altra parte….Allora la tragedia è ancor più tragica: non c’è stato un intervento maligno del fato, nessun capro espiatorio sul quale addossare le colpe, nessuna vendetta di qualche malvagio demiurgo. Possiamo solo chiederci come mai una pistola non è stata debitamente riconsegnata, tanto da finire nelle mani sbagliate: possibile che non ci sia un meccanismo normativo che preveda la riconsegna automatica dell’arma? Possibile che nessuno nel comprensorio abbia avvertito, abbia saputo cogliere le avvisaglie: nessuna ‘sentinella sociale’, forse sarà perché gran parte delle persone che abitano il residence viene solo in estate e nei fine settimana.
Riguardando la dinamica della vicenda, così come è stata riportata dai media, un particolare si è evidenziato ai miei occhi, una cosa mi sembra poco sottolineata dai media, poco tematizzata dalle cronache, che però io trovo degno di nota, perché credo implichi alcune valenze etiche ed educative. Mi ha colpito il fatto che tutta la sanguinosa sequenza ha avuto lo svolgimento e la stessa sequenzialità di un video gioco. Come un ‘mass murder’(*) americano l’assassino, nonostante il caldo, mette addosso una pesante felpa calandosi il cappuccio sugli occhi, poi impugna l’arma usata dal padre, ex guardia giurata scomparsa da 6 mesi, quindi esce di casa e spara. Queste sequenze mi ricordano quelle di un video gioco molto in voga e di cui non faccio il nome per non fargli pubblicità: un tizio compare in scena e comincia a sparare o a tirare con l’arco su uomini e cose…Attenzione, con questo non si intende indicare l’imitazione, la mimesi come monocausualità di quanto accaduto: questi tristi eventi non hanno una sola causa, anzi non hanno neanche delle cause, tutt’al più delle motivazioni tutte da ipotizzare, comprendere ed interpretare. Si tratta solo di una mia percezione visiva che però inquieta pensando al peso che la virtualità ha sulla crescita e l’educazione delle nuovissime generazioni.
Resta l’enigma teologico e l’indicibile dolore, paura, rabbia, confusione, l’incommensurabile nostalgia per il minuto prima degli spari, per l’ultimo guizzo, l’ultimo calcio al pallone, prima che un destino malvagio prendesse forma e giungesse al suo terribile compimento.
(*) Con il termine Mass Murder (o killer mass), si intende colui che indiscriminatamente e senza un motivo accettabilmente plausibile, uccide sparando o accoltellando fra la folla. Il termine è diventato una vera e propria categoria criminologica dopo l’eccidio di Colombine negli Stati Unite dell’aprile 1999, quando due studenti entrarono sparando nella scuola frequentata e uccidendo a caso 13 persone, fra studenti e professori e ferendone 25.
Giuseppe Chitarrini
Troppi incidenti in uscita da Lavinio
Il ripetersi di incidenti, di cui quello del 20 giugno particolarmente serio, nel tratto di via Ardeatina che dal semaforo di Lavinio mare esce dall’abitato in direzione Roma sta destando vive preoccupazioni.
Ci viene da più parti segnalato che le cause più frequenti sono l’eccessiva velocità dei veicoli che lasciano la città e la scarsa visibilità per chi si immette nella strada dovuta al diffuso posteggio a ridosso delle proprietà (anche sui marciapiedi quando questi ci sono).
Con la presente vogliamo quindi richiamare l’attenzione delle autorità comunali preposte alla sicurezza stradale perché vogliano prendere in considerazione interventi mirati a ridurre la suddetta pericolosità.
A nostro avviso sarebbe particolarmente opportuno adottare criteri di limitazione della velocità che siano realmente efficaci sia verso i veicoli che i motocicli e siano anche di rapida attuazione in vista della ormai iniziata stagione balneare: installare una serie di dossi artificiali ci sembra una possibilità da valutare.
Troppi incidenti in uscita da Lavinio, urgono provvedimenti.
Cittainsieme
Anzio
Il recital dei Poeti Estinti il 24 luglio al Vallo Vosco
Ci vuole coraggio
Si ci vuole coraggio per fare quanto stanno facendo i “Poeti Estinti”.
Fare un recital “Il Volto di Cristo nei Vangeli Apocrifi” - il 24 luglio alle ore 19.00 al Vallo Volsco di Anzio – mi sembrò una favola.
Quando me ne parlò per la prima volta, Maurizio Stasi credevo che scherzasse!Prendere per base i Vangeli Apocrifi; “senza aggiungere nulla al testo evangelico pervenutoci” aggiunse! Non potei far altro che pensare: Figuriamoci! Sai che noia!
Poi però, andando avanti con la conversazione, qualcosa mi convinse; non fosse altro per l’approfondita conoscenza dello Stasi sull’argomento (inutile qui parlare degli otre trenta Apocrifi con annesse decine di testi, latini, greci, ecc. consultati)!
Perché Apocrifi gli chiesi: “Perché sono testi che ci prospettano un mondo assai diverso da quello che comunemente ascoltiamo in chiesa” mi rispose, aggiungendo “i Vangeli cosiddetti Apocrifi sono stati alla base delle prime comunità cristiane, letti e seguiti per oltre trecento anni sino a quando non fu stabilito che solo quattro dovessero essere i Vangeli ufficiali della Chiesa”!
Ma cosa hanno di particolare gli chiesi! “Sono umani, i personaggi descritti non hanno nulla di sacro, sono uomini e donne che potremmo incontrare al mercato, con le loro passioni i loro sentimenti, a volte l’ira, a volte anche l’invidia”!
La cosa mi incuriosì, tanto da chiedergli se fosse possibile leggere il copione della rappresentazione!
Me lo diede e devo dire ne rimasi affascinata!
Era vero, i personaggi non erano “santini” erano vivi, umani, uomini e donne del mondo di oggi con una Anna (madre di Maria) che si adira verso Giuditta che la invita a “peccare” (Giuditta che avrà un moto d’ira anche lei arrivando a maledire la sua padrona – la maledizione nel Vangelo? Ne rimasi turbata! –)la sua gioia nell’apprendere la gravidanza (una gioia che la porta ad abbracciare il suo sposo); una giovane Maria che non riesce a spiegarsi quello che le sta accadendo (“Chi sono io, Signore, che tutte le generazioni mi benedicano?”), che giura piangendo di non aver fatto nulla di male(“Io sono pura e non conosco uomo”); ma anche un Giuseppe che, messo di fronte alla denuncia della gravidanza di Maria, non sa che fare (“la denunzierei ma in questo caso mi troverei ad avere consegnato a giudizio di morte un sangue innocente. Dunque, che farò di lei?”), è un Giuseppe angosciato che cercherà in tutti i modi di salvare la giovane! Una Zelomi (la levatrice) che incredula vuole accertarsi della verginità della partoriente; Un Pilato ed Caifa, entrambi di una laicità sconvolgente; umano il primo che tenta in ogni modo di salvare il Cristo; estremista il secondo con sfumature quasi isteriche; e poi il Cristo, ieratico! Ed eccoci arrivati alla Maddalena con i suoi moti di ribellione (“Dalle donne vengono le nascite. Per quale ragione la Nascita non dovrebbe venire da una donna”?) e la sua angoscia di non essere creduta (“Credi tu che io l’abbia inventato in cuor mio, o che io menta riguardo al Salvatore?”); a Pietro ed alla sua invidia irosa (“Ha Egli forse parlato in segreto a una donna? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l’ha anteposta a noi”?).
Ne rimasi stupefatta. Maurizio aveva ragione. Erano uomini e donne veri, con le loro debolezze, la loro umanità.
Non mi restò che augurargli buona fortuna assicurando la mia presenza alla presentazione del recital che si terrà il 24 luglio alle ore 19.00 (puntuali mi ha precisato) al Vallo Volsco di Anzio!
Marzia Ossiuti
Affare dei mercatini
Cari espositori dei Mercatini a Nettuno, non dovete pagare nulla a nessuno oltre quello che è previsto dal regolamento comunale.
Nulla a nessun altro!
Non esistono anticipazioni per prenotazioni. Non esistono posto già prenotati. Non esistono intermediari del Comune nè organizzatori delegati nè addetti alla santificazione o alla vigilanza nè fornitori di strutture!
Ribellatevi a qualsiasi richiesta non legittima e illegale, a qualsiasi pressione o pretesa. Alzate la testa, fate sentire la vostra voce, non abbiate paura e rivolgetevi alle Autorità se necessario.
Non esistono 40/50 euro al giorno a gazebo per 60/70 giorni ( fatevi i conti) per servizi privati a soggetti che si propongono, soggetti che vogliono controllare il territorio a volto scoperto.
Siamo dalla vostra parte, siamo dalla parte della Legalità e della Trasparenza.
La maggior parte della politica nettunese non sente, non vede e non parla, Nettuno Progetto Comune si! E lo facciamo liberi e pubblicamente senza alcun timore perché siamo e siete nel giusto.
Diciamo NO insieme.
Basta! Noi ci siamo ed il nostro impegno concreto sarà di quello cercare di garantire la legalità e la trasparenza delle procedure a tutela dei diritti di tutti gli espositori. A voi chiediamo di avere coraggio.
Nettuno Progetto Comune
Avv. Simona Sanetti
Dott. Daniele Mancini