La storia incredibile di Tony LoNero, l’italo-americano che venne in Italia per rinforzare il Nettuno che oggi combatte la sclerosi multipla pedalando
Tony LoNero, ride to finish
Tony LoNero, classe 1959, l’italo-americano di Pittsburgh, arrivato a Nettuno nell’estate del 1982 per rinforzare la squadra di baseball del Nettuno, può essere considerato – a pieno titolo – la sentinella della storia dello sbarco americano, nel deserto di Anzio e Nettuno. Tutte le sue iniziative, da molti anni ormai, infatti, sono mirate al ricordo dei caduti americani durante la seconda guerra mondiale. Arrivò a Nettuno, per rinforzare la squadra di baseball, sponsorizzata dalla Sicma della quale era presidente Gioacchino Giuliani che volle puntare sui giovani. Manager di quella squadra era Giampaolo Mirra, con Bruno Laurenzi, Giorgio Costantini e Stefano Bernicchia come coaches. Il Nettuno prelevò Tony LoNero dalla squadra di baseball Lousiana State University, dove Tony aveva conseguito una borsa di studio con la quale si permise il trasferimento in Italia. Giocò dal 1982 al 1984 per il Nettuno e, dopo un anno di stop, nel 1986 per la Roma. A differenza del calcio dove contano i gol fatti o subiti, nel baseball sono i numeri le cose da ricordare. Un esempio: quando il 28 maggio 1989, il presidente degli Stati Uniti, George Bush senior, s’incontrò al cimitero americano, con il campione nettunese Ruggero Bagialemani (che indossava il cappelletto e la divisa da baseball), gli chiese quale fosse la sua media battuta. Ruggero gliela dichiarò e il presidente Bush alzò il pollice in segno di ammirazione. Per Tony LoNero, la media battuta è stata .370, con 52 fuoricampo e 206 punti battuti a casa in 201 partite. Anche per lui - chiunque s’intenda di baseball - alzerebbe il pollice in segno di ammirazione. Nel suo commento al campionato il giornalista Roberto Montuschi, il 1° aprile 1982, scrisse: “Il nuovo acquisto del Nettuno Baseball, Tony LoNero, ha la dinamite nella mazza”. Tony è stato un giocatore serio, composto, educato in campo e un gentiluomo nella vita privata e per questo è stimato dai nettunesi.
Durante la sua permanenza a Nettuno, Tony incrociò lo sguardo con una ammiratrice, assidua spettatrice di partite di baseball. Domenica, Mimma, per gli amici e in famiglia, è la figlia di Amedeo Buatti, un impiegato del Ministero della Difesa, trasferitosi con l’ufficio al poligono di tiro di Nettuno, che ha la passione della pittura. Mimma e Tony s’incontrano, parlano, s’innamorano e si fidanzano. Così Tony getta l’ancora – per dirla in gergo marinaresco poiché siamo a Nettuno – e diventa un nostro concittadino. Sul diamante la sua posizione è di ricevitore, ma spesso è chiamato a occupare il ruolo di interno, ma come ricevitore LoNero ha anche vestito la maglia della nazionale al Mondiale 1982, all'Europeo 1983 e alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984, per un totale di 19 presenze. Conclusa la carriera di giocatore, sposò Domenica e diventò tecnico di baseball. Un malore lo colpì durante un allenamento, nel 2001 e la diagnosi fu di sclerosi multipla che gli ha cambiato la vita. Ha raccontato Tony LoNero: “A quel punto è arrivata la mia più grande vittoria. Un anno dopo la diagnosi ho completato una gara ciclistica sulla distanza di ottanta chilometri. Mi sono servite 18 ore e quando sono arrivato al traguardo non c'era più nessuno. Ma sapevo di aver trovato un modo per combattere la malattia”. Nel 2011, completò per la terza volta la Parigi-Brest-Parigi. Si tratta di una distanza di 1250 chilometri, che ha percorso in circa 67 ore. Quando aveva completato la gara per la prima volta nel 2003, aveva avuto bisogno di 89 ore. La sua squadra, fondata nel 2009, porta il nome Ride to Finish (Correte per arrivare al traguardo) e raccoglie fondi per la ricerca scientifica. L'attività di ciclista di fondo, di Tony continua ancora oggi. Non solo fondi per la ricerca, ma anche per omaggiare i soldati sepolti nel cimitero militare americano di Nettuno, in particolare con deposizione di fiori nelle tombe degli ignoti, ai quali nessuno pone mai un fiore. La storia di Tony LoNero suggerì la regista Lucia Marani a farne un documentario che inizia proprio a Pittsburgh, su un campo da baseball, dove un uomo si trova solo al centro di un “diamante” e iniziano a fluire i suoi ricordi. Mauro e Massimo Monachini, sono i produttori del documentario Ride to Finish, che è in concorso al Festival We Speak Here, in Nuova Zelanda. La nuova “sfida” vinta da Tony LoNero, per la quale sta raccogliendo fondi, è la realizzazione di un piccolo monumento a Cisterna, da inaugurarsi a fine maggio 2020, con una targa che ricorda la battaglia del 30-31 gennaio 1944, di due battaglioni di ranger americani che combatterono contro i soldati della wehrmacht. Scrisse William Darby, il comandante dei ranger: “Del 1° e del 3° battaglione, soltanto sei sfuggirono alla morte o alla cattura”. (WE LED THE WAY- DARBY’S RANGERS, pag. 189).
Silvano Casaldi