L’Amministrazione comunale di Ardea ha richiesto alla Regione Lazio la valorizzazione di una delle zone più significative del territorio
Istituzione del monumento naturale per Castrum Inui
Istituzione Monumento Naturale rappresentato dalla Foce del fosso dell’Incastro con il Castrum Inui sul litorale di Ardea. È quanto richiede l’amministrazione comunale di Ardea alla Regione Lazio, per valorizzare una delle zone più significative del territorio, attraverso la qualificazione del Castrum Inui e delle bellezze naturali come potrebbero essere rappresentati da alcune piante e fiori che ancora vivono sul litorale.
“I monumenti naturali sono aree caratterizzate da un elemento naturale o culturale di elevato valore o unico per la sua rarità intrinseca di un territorio, rappresentativa di qualità morfologiche o di elevato significato culturale – si evidenzia nella richiesta dell’Amministrazione comunale -. La selezione di un monumento naturale segue un criterio di pregio dell’elemento individuato e un criterio di superficie, che deve essere sufficiente per proteggere l’integrità del sito con le caratteristiche culturali possono includere i siti archeologici, o siti naturali che hanno significato. A tal fine l’area di cui si fa richiesta è caratterizzata da ambiente costiero di notevole valore naturalistico, storico e paesaggistico che include un habitat vegetazionale molto raro come dune costiere e la presenza della specie floreale perenne molto rara nella regione rappresentata dal “Pancratium maritimum” è inoltre presente altresì un habitat faunistico di rilevante valore ornitologico rappresentato da Il fratino (Charadrius alexandrinus) è un piccolo limicolo raro in via di estinzione considerato un marker di salute ambientale. Tale contesto ambientale naturalistico è ancora più impreziosito da un complesso archeologico denominato “Castrum Inui” Porto Sacro più antico del litorale laziale citato nell’Eneide di Virgilio. Aspetti Morfologici Naturali specifici della zonazione Ardeatina.
Le dune costiere costituiscono uno degli ambienti naturali più estremi per la vita e nel contempo più minacciate, considerate dal turismo balneare come un inutile ingombro. Nel Comune di Ardea nonostante la forte Antropizzazione ha ancora la presenza di dune costiere che costituiscono un importante ecosistema da tutelare. Le dune svolgono un ruolo rilevante per combattere l’erosione costiera che interessa l’area lì dove sono presenti. La foce del fosso dell’Incastro con annesso il sito archeologico di Castrum Inui hanno un ruolo importante nella mitigazione nei periodi alluvionali e sull’erosione costiera. La loro fragilità è conseguenza della minaccia di estinzione, per tale problematica sono state inserite nella Direttiva 43/92/CEE tra gli habitat da tutelare. Sul territorio del comune di Ardea Resistono ancora alcuni lembi di zona costituite dalle dune in cui crescono colonie di Agropyrum junceum, Ammophila arenaria, Cakile maritima, e di Gigli di Mare (Pancratium Marittimun), specie a rischio minaccia di estinzione che hanno trovato il loro habitat ideale sul tratto di duna sabbiosa, l’ultimo sopravvissuto agli spianamenti determinati dal posizionamento invasivo di strutture turistiche e non. In particolare l’aspetto dunale propriamente definito peri-costiero è quello più in pericolo e con esso anche la sopravvivenza del Giglio di Mare fa parte della flora spontanea a protezione assoluta ed è tutelata dalla Direttiva 43/92/ CEE (che detta norme per la difesa di numerose specie protette: ne vieta la raccolta, l’asportazione ed il danneggiamento). L’ambiente che si chiede di proteggere necessita di una semplice delimitazione. Ciò consentirebbe di proteggere l’habitat della duna e i Gigli di mare e nel contempo attrarre turisti e visitatori. Permetterebbe di aprirsi a nuove opportunità diversificando in qualche modo un’offerta con visite guidate rivolte a turisti che amano particolarmente la natura e l’ambiente ed alle scuole.
“Castrum Inui” è il nome romano di un sito archeologico situato alla foce del fiume Incastro, sulla costa laziale tirrenica, nel territorio del comune di Ardea – prosegue il documento del Comune di Ardea inviato alla Regione Lazio -. Alla foce del fiume Incastro, emissario del lago di Nemi, nel corso di una serie di campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio a partire dal 1998 e fortemente volute anche dalle associazioni locali sono stati rinvenuti i resti di strutture portuali, di un centro fortificato di epoca romana e di una vasta area sacra precedente. Il porto e la fortezza romana sono stati identificati con Castrum Inui, citato nell’Eneide di Virgilio, che sarebbe stato fondato da Latino Silvio, figlio di Ascanio e nipote di Enea e il cui nome deriverebbe dal dio Inuus (Inuo), una divinità laziale dei boschi e dell’inizio delle cose, assimilata al dio Fauno.
Gli scavi, diretti dall’archeologo Francesco Di Mario, responsabile di zona della Soprintendenza, hanno riportato in luce le strutture del centro portuale fortificato, in attività dal IV-III secolo a.C. fino al III secolo d.C., tra cui una serie di magazzini, un’area artigianale e un impianto termale con pavimenti a mosaico e pareti affrescate. Le strutture più recenti, costruite in vari tipi di muratura (opera reticolata, opera mista, opera laterizia) si sovrappongono in parte ad altre più antiche in opera quadrata di blocchi di tufo. Si ritiene che in epoca romana sia stata realizzata la fortificazione di un insediamento precedente ritenuto ancora strategicamente rilevante oppure importante da un punto di vista religioso in quanto collegato ai luoghi della fondazione di Roma. Sono stati inoltre riportati alla luce la porta del castrum, i resti di un molo del porto, con materiali del IV-III secolo a.C., alcuni di origine punico-siciliana, una cisterna di notevoli dimensioni, ed un’area sacra di consistente estensione, includente tre templi, due are ed una seconda cisterna”.
Sabatino Mele