Le preoccupazioni degli operatori alberghieri. Intervista ad Antonio Guido del Consiglio direttivo della Federalberghi Roma
In crisi gli alberghi di Pomezia per il Coronavirus
Incontriamo Antonio Guido membro del Consiglio Direttivo della Federalberghi Roma e Direttore degli Hotel Enea di Pomezia e Aprilia, per fare il punto sulla situazione alberghiera della nostra Città.
- Direttore, quali ricadute sta subendo il vostro settore turistico/ricettivo a causa del diffondersi di questa informazione sul Coronavirus?
“Ha detto bene, ovvero va fatto un distinguo tra il diffondersi del virus e le informazioni che vengono fornite sulle sue reali trasmissioni. A noi non compete entrare nel merito della diffusione del Coronavirus, che spetta solo ed unicamente agli organi ufficiali preposti, ma possiamo invece registrare un eccessivo allarmismo che ha messo letteralmente in ginocchio il nostro settore. Questa falsa emergenza sta costando molto in termini di occupazione e quindi di fatturato. Proprio ora che si cominciava ad intravedere qualche segno di ripresa, soprattutto per i medio – piccoli alberghi, quelli per intenderci fino a 100 camere, dove finora i proprietari avevano con grandi sforzi economici di capitali propri contribuito direttamente al loro sostentamento”.
- Il 2020 era definito l’anno del turismo, in particolare di quello Cinese. Ora cosa succederà?
“Si in effetti vi era stabilmente una crescita del 16% anno del turismo cinese nel nostro paese. Ma soprattutto questi visitatori garantiscono due vantaggi: lunga permanenza, 10-15 notti e forte capacità di spesa, poiché cercano beni di lusso e le marche griffate. Si pensi che nel Lazio, solo gli ospiti provenienti dalla Cina hanno contribuito in termini di spesa per 130 milioni circa, con quasi 3 milioni di presenze. Ma mentre qualche giorno fa ci si preoccupava dei loro mancati arrivi, ora il problema si è spostato anche agli altri continenti ed in particolare in Italia che viene vista come un paese ad alto rischio”.
- Quali saranno le ripercussioni nel turismo ed in particolare sul nostro territorio?
“Il nostro Presidente di Federalberghi, si è già espresso definendo la posta in gioco molto alta. Basti pensare che solo durante i mesi di febbraio e marzo gli alberghi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri, per quasi 40 milioni di pernottamenti. Ora ci troviamo nella situazione che è quasi impossibile fare stime sull’economia e sul turismo. In particolare il nostro territorio ha subito uno shock improvviso, nel giro di una settimana ci siamo ritrovati in una dimensione surreale. Cancellazioni di convegni e disdette di pernotti che vanno ben oltre l’80%. Per dare un ordine di misura ci ritroviamo a tenere le strutture aperte per 20/30 clienti, ma ancora più grave oltre alle centinaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutti i mesi successivi, che normalmente già in questo periodo erano per la maggior parte già confermate, soprattutto considerando che, grazie ai parchi tematici di Zoomarine e Cinecittà World, sarebbero arrivate proprio dal prossimo mese centinaia di famiglie che avrebbero garantito un notevole flusso di pernottanti. Spiace dirlo, ma se la situazione dovesse continuare su questi toni, ovvero se la stampa e i social media continuano ad diffondere informazioni in maniera allarmante e ingiustificata, non osiamo immaginare da qui a pochi mesi cosa potrebbe accadere; di certo non potranno essere garantiti, con un’occupazione così bassa, gli stipendi dei nostri dipendenti. Come faremo a pagare nei prossimi mesi utenze e fornitori non avendo clienti nei nostri Alberghi? E come potremo tenere in piedi strutture così complesse, con costi fissi che sono sempre gli stessi sia che tu abbia 10 o 100 clienti in casa?”
- Cosa chiedete alle istituzioni locali in questo particolare momento di crisi?
“Di considerare in grave crisi il nostro comparto e di adottare delle misure che ci consentano la sopravvivenza delle nostre strutture. A livello nazionale, la nostra associazione Federalberghi, sta avanzando delle proposte che vanno dal differimento del pagamento dei contributi previdenziali, del pagamento delle imposte dirette e indirette alle riduzioni delle aliquote irpef ecc….A livello locale, chiediamo alla nostra amministrazione, di poter predisporre dei provvedimenti straordinari di sospensione della richiesta di tassa di soggiorno ai già residui ospiti che soggiorneranno fino al perdurare di questo stato di crisi. Inoltre per consentire di coprire le perdite derivanti da queste cancellazioni e di mantenere l’operatività aziendale, chiediamo un intervento sul pagamento dell’IMU, sospendendone la riscossione in attesa di una sua eventuale riduzione. Infine, sulla TARI, bloccandone il pagamento poiché mai come ora si rende necessaria una sua rimodulazione, considerando l’effettiva presenza degli ospiti. Sarebbe un paradosso, soprattutto in questi momenti, pagare la tassa sui rifiuti come se i nostri alberghi fossero in piena occupazione. Detto ciò siamo convinti che i buoni rapporti e la considerazione costante mostrata da questa Amministrazione, ci consente di poter affermare che quel che è possibile si farà per il bene di tutti, rispettando le reciproche esigenze. Vorrei concludere affermando che non bisogna creare allarmismi e che bisogna seguire le linee guida di chi si occupa di prevenzione, seguendo i provvedimenti del Ministro della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma nel contempo bisogna essere pronti ad affrontare le eventuali ripercussioni sulle attività, in caso si peggioramento delle situazioni”.
A.S.