L’architetto Faggioni ci ha inviato una dettagliata analisi che documenta la condizione di illegalità del rapporto fra Comune di Anzio e Consorzio
Condizione di illegittimità del Consorzio di Lavinio
Ricevo e riporto di seguito una dettagliata analisi effettuata dall’Arch Faggioni che documenta la condizione di illegalità del rapporto fra Comune di Anzio ed il Consorzio di Lavinio e la stessa illegittimità del Consorzio. Tante sono state negli anni le azioni tentate dai cittadini per chiudere il Consorzio di Lavinio, che non ha più ragioni statutarie di esistere, ma tutte hanno lasciato le cose come prima. Il Comune di Anzio intervenga a fare chiarezza per quanto riguarda gli aspetti di propria responsabilità.
Sergio Franchi
“E’probabile che attorno al 1950 esistessero nel territorio della località di Lavinio, Comune di Anzio, alcune “strade vicinali” dette anche “strade interpoderali o di bonifica”, ovvero strade di collegamento fra terreni/fondi destinati all’agricoltura. Rammento subito a chi legge che il “Consorzio di Lavinio e Sant’Olivo” basa la propria ragione di esistere e di operare sull’art. 1 del Decreto Lgtn n 1446/1918, articolo che viene richiamato e ribadito nell’art. 1 del proprio Statuto; entrambi riguardano “la manutenzione e la sistemazione delle strade vicinali”.
Rammento altresì che questi, decreto e statuto, hanno una ”ratio”, ovvero un senso storico e logico, in quanto rivolti ad un contesto esclusivamente agricolo risalente all’inizio ed alla metà del secolo scorso quando le campagne non erano servite da strade e quando queste esistevano, erano unicamente di tipo sterrato percorribili soltanto da carri trainati da buoi e cavalli. Precisata e chiarita la situazione “storico-ambientale” del Decreto Luogotenenziale occorre precisare la situazione strettamente legale delle “strade vicinali”: queste nascono e sono sempre “strade private” anche se successivamente destinate al pubblico transito . Sono costituite “ex collatione privatorum agrorum”, ossia mediante conferimento volontario di aree da parte dei singoli proprietari di fondi /terreni latistanti e fondi in consecuzione; ovvero sono strade percorribili unicamente dai diretti interessati proprietari dei terreni agricoli per il cui servizio ciascun proprietario ha volontariamente “sacrificato” una parte del proprio terreno. Definito questo concetto come quadro della situazione reale “di partenza”, risulta immediatamente chiaro che nessuno può definire o considerare come “strada vicinale” una strada a servizio di lotti edificabili e/o già edificati, definiti e progettati con un “Piano di lottizzazione”, indicato a sua volta da un “Piano particolareggiato”, a sua volta derivante da un “Piano Regolatore Generale” adottato e approvato dal Consiglio Comunale. Ancora meno giustificabile una definizione di “strada vicinale” mediante una “delibera comunale ignorante e tardiva”, ovvero una delibera che non tiene minimamente presente il fatto inconfutabile che quasi tutti i lotti del piano di lottizzazione sono ormai totalmente edificati, con ville, villini plurifamiliari, palazzine condominiali, ambienti commerciali, scuole, chiese, servizi di ogni genere, ecc., una delibera che ignora completamente, il fatto che è stato ormai realizzato un vero CENTRO ABITATO URBANO, assolutamente privo di fondi/terreni destinati all’agricoltura. E’ il caso invece e purtroppo avvenuto per il centro urbano di Lavinio, centro urbano continuo che comprende la zona a mare, quella lungo Via di Valle Schioia, quella verso la stazione ferroviaria e quella sviluppata oltre e lungo la Via Nettunense.Infatti nel 1983 con Delibera n 561 assolutamente assurda, arbitraria e , forse dolosamente, illegittima del Consiglio Comunale di Anzio tutte le strade di Lavinio, anche quelle lunghe dieci metri, sono state dichiarate tutte indistintamente “strade vicinali”. I motivi per i quali la succitata delibera è illegittima sono i seguenti:
-la Legge n 126/1958 all’art. 7, comma C, stabilisce che sono “comunali le strade all’interno degli abitati, eccettuati i tratti interni di strade statali e provinciali”;
-la Legge Regione Lazio n 72/1980 all’art. 2, lettera D, definisce “Strade comunali: le strade che sono situate all’interno dei centri abitati”.
Essendo evidente l’illegittimità della suindicata delibera, secondo l’art. n 1418 del Codice Civile ne consegue/ne dovrebbe conseguire la nullità e quindi l’inefficacia operativa della stessa; ciò alla data del 1983. Successivamente, a confermare il dettato ed il significato pratico degli articoli delle leggi succitate vengono emanati i seguenti decreti:
-D lgs. N 285/92 riguardante le “Definizioni stradali e di traffico” che all’art. 2 comma 7 stabilisce che “ Le strade urbane di cui al comma 2, lettereD ed F, sono sempre comunali quando sono situate all’interno dei centri abitati”;
-il Nuovo Codice della Strada” del 1992 che stabilisce inequivocabilmente che: “Le strade urbane sono sempre comunali”;
-il DPR n 495/92 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada” conferma l’ambito di applicazione riguardante le “strade comunali” ovvero gli ”insediamenti abitativi aventi ciascuno le caratteristiche di centro abitato”;
-la Delibera della Giunta Comunale di Anzio n 323/2001 riguardante la “Delimitazione dei centri abitati” conferma tale definizione senza soluzione di continuità per tutto il territorio della località di Lavinio, dichiarandolo “continuum urbano” ininterrotto con le località di Villa Claudia, Lido di Cincinnato, Lido di Marechiaro, Anzio Colonia, Falasche, Anzio 2, Anzio Centro;
-la Delibera del Consiglio Comunale di Anzio n 16 /2007 riguardante la “ Tassa di occupazione del suolo pubblico” contenente l’esplicito elenco di tutte le strade di proprietà comunale situate nel centro urbano di Lavinio, ne dichiara e ne dimostra ufficialmente la piena proprietà del Comune di Anzio, ciò in osservanza ed applicazione pratica ed economicamente tangibile delle succitate Leggi, Decreti e Delibere.
Infatti non è possibile sostenere la presenza di una tassa comunale di occupazione di suolo pubblico riguardante “strade vicinali” che sono, come abbiamo visto, strade sempre ed esclusivamente private anche se utilizzate per il pubblico transito. Per validare una simile situazione il Comune avrebbe dovuto stipulare uno specifico accordo da trascrivere con atto pubblico con il “Consorzio di Lavinio e Sant’Olivo” e con tutti i singoli proprietari di immobili della località di Lavinio in quanto proprietari, per quota parte, di tutte le strade a servizio del luogo, ( in quanto intese come “strade vicinali private destinate al pubblico transito”). In questo caso tale atto ufficiale si sarebbe dovuto obbligatoriamente e ufficialmente stipulare in quanto il Consorzio e tutti i cittadini proprietari di immobili avrebbero dovuto cedere al Comune una parte della proprietà , ovvero “l’usufrutto” del suolo stradale privato. Ciò non è ovviamente avvenuto perché il Comune, per la suindicata serie di leggi e normative, è già di fatto e di diritto proprietario delle strade di Lavinio almeno a partire dal 1992, (volendo tralasciare gli anni ottanta), ma sicuramente e inconfutabilmente a partire dall’anno 2007 mediante la Delibera n 16, proprietà che è stata ultimamente confermata con la “Comunicazione alla cittadinanza” del 24 Aprile 2020 dell’Assessore all’Ambiente e Sanità Ranucci. Occorre per chiarezza sottolineare il fatto che il Comune di Anzio fin dal 1992 ha gravemente, (forse consapevolmente e volutamente?!?), omesso di osservare il dettato del DLgs n 285 che all’art. 13 stabilisce l’obbligo dell’aggiornamento annuale del Catasto delle Strade presenti nel territorio comunale. Tale inosservanza è perdurata fino ad oggi nonostante la conferma dell’obbligo di aggiornamento avvenuta con Decreto del Ministero dei LL.PP. del 1 Giugno 2001; e fino a questo momento il Comune non ha dato alcuna risposta al sottoscritto circa la volontà e la tempistica relativa ad assolvere a tale obbligo. Volendo riassumere in breve la situazione tecnico-legale relativa alle strade di Lavinio, stando a quanto sopra esposto, ne consegue che l’associazione denominata “Consorzio di Lavinio e Sant’Olivo” per la impreparazione, superficialità, approssimazione, arroganza tecnico-amministrativa del Comune di Anzio, (le Autorità competenti potranno verificare ed accertare eventuali più imbarazzanti e preoccupanti comportamenti e situazioni), ha operato abusivamente almeno dal 1992, ma volendo essere più “possibilisti”, sicuramente dal 2007, anno in cui il Comune ha ufficialmente dichiarato le strade di Lavinio come “suolo pubblico” e ne ha conseguentemente tratto un corrispondente profitto economico diretto.A lasciare molto perplesso il sottoscritto e molti cittadini circa la non limpida situazione e conduzione amministrativa e legale sia dell’associazione, sia delle amministrazioni comunali succedutesi almeno negli ultimi venti anni esistono anche le “Convenzioni” stipulate per le manutenzioni delle strade di Lavinio negli anni 2002, 2009, 2016, perplessità/irregolarità evidenziate e condivise anche dalla Delibera/sentenza n 33 del 6 Maggio 2015 dell’ANAC. In conclusione, in base alla semplice, ma attenta, lettura di leggi, decreti, normative e delibere è conseguente, logico e lecito sostenere che il Comune di Anzio e l’associazione denominata “ Consorzio di Lavinio e Sant’Olivo” per decenni hanno consapevolmente omesso di applicare gli articoli 6, 7, 8, 15,16 del Decreto Lgtn n 1446/1918 e che la succitata associazione ha omesso consapevolmente di osservare gli articoli 1,11,12,16,,17,20,26,33 dello Statuto consortile; e, cosa ben più grave, entrambi hanno omesso di rispettare per decenni leggi e decreti dello Stato citati nella presente relazione riguardanti la materia specifica della tipologia e della qualifica delle strade.
A comprovare la “consapevolezza” delle suindicate omissioni esistono innumerevoli segnalazioni ed esposti di cittadini, comprese quelle del sottoscritto, che negli ultimi anni hanno richiesto inutilmente al Comune di Anzio ed al “Consorzio” il rispetto di leggi e normative vigenti.
Per quanto sopra il sottoscritto ritiene che sia possibile formulare istanza presso il Comune di Anzio per l’interruzione immediata dell’erogazione di somme di denaro definite tramite le succitate “Convenzioni”, ( istanza già formulata in data 12 Maggio 2020 e ribadita in data 10 c.m.), e presso il Ministero dell’Interno e presso la Prefettura di Roma istanza per la cessazione immediata “coatta/d’ufficio” dell’attività dell’associazione denominata “Consorzio di Lavinio e Sant’Olivo”, e talvolta,( in particolare in cartelle esattoriali emesse da Equitalia Sud/Agenzia delle Entrate-Riscossione), indicata arbitrariamente anche con la denominazione “Consorzio di Lavinio S. Olivo S. Anastasio”.
Fabrizio Faggioni
Giù le mani da Abruzzese
In uno squallido comunicato, il circolo di Fdi di Nettuno, intitolato ad un traditore della patria e fucilatore di innocenti come Almirante, cerca di gettare fango sulla figura del partigiano nettunese Mario Abruzzese.
I seguaci della Meloni si preoccupano che al Comandante della 105° Brigata Garibaldi “Pisacane”, Abruzzese appunto, non venga intitolata una statua dopo che gli è stata già dedicata una via di Nettuno, rivendicando esplicitamente il carattere non progressista, quindi reazionario, della attuale giunta Coppola.
A motivare tutto ciò banali argomentazioni revisioniste spesso infarcite di fake news, come quelle relative alla vicenda di Norma Cosetto, episodio strumentalmente utilizzato dalla destra per attaccare la Resistenza, oppure facendo appello all’autorità morale del razzista Montanelli. Si tratta dell’ennesima prova della malafede di chi, sconfitto dalla storia, cerca di sminuire il ruolo dei Partigiani e della Resistenza, per attaccare indirettamente la Costituzione e la democrazia, sdoganando il fascismo.
Tale operazione revisionista ormai ha una lunga tradizione nel nostro Paese e nel territorio di Anzio e Nettuno, e purtroppo ha avuto troppi sostenitori tra i media e le istituzioni al punto da far credere a molti che i Partigiani siano nient’altro che assassini e infoibatori di innocenti.
Chi colpisce la Resistenza lo fa per colpire qualsiasi tentativo di riavviare quel ciclo di lotte popolari di cui il Paese e il territorio avrebbero bisogno, e che sarebbero decisive per creare un vero cambiamento, portando avanti il progetto di emancipazione sociale, politica e umana rappresentato dalla Costituzione. I fascisti sono al servizio di chi vuole spingerci indietro rispetto a tutti ciò, ma saranno sconfitti come meritano.
Ufficio stampa e comunicazione
PRC-SE
“E. Che Guevara” - Anzio