Uno dei video racconti di Silvano Casaldi sulla cittadina del Tridente in collaborazione con l’Associazione Nettuno Olim Antium
Il ricordo di Alberto Sordi a Nettuno
Era una giornata di sole di ottobre del 1994, il giorno 11 per essere precisi, e Alberto Sordi era atteso nell’Aula Magna dell’Istituto Santa Lucia Filippini di Nettuno per la presentazione del suo film Nestore, l’ultima corsa. L’incontro tra il grande attore italiano e gli studenti dell’istituto, era stato organizzato dalla professoressa Luciana Della Fornace, da sempre una figura importante del mondo cinematografico italiano e in passato titolare, insieme al padre, dei cinema-teatro di Nettuno.
Luciana Della Fornace, quel giorno lo aveva portato a pranzo al ristorante “Al Veliero” di Guglielmo Della Millia, gestito attualmente dai figli Marco e Claudio, a gustare la cucina a base di pesce. In un’altra parte della città, nel cuore di Nettuno, cioè a piazza Colonna, seduti in un tavolo del ristorante “Al Centro”, sostavano per un pranzo veloce la giornalista di Rai Uno Marina Como con la troupe per le riprese di un documentario su Nettuno, per la rubrica Week End del programma Cronache Italiane.
“C’è Alberto Sordi a pranzo da Guglielmo Della Milla”, disse Alessandro il cameriere dopo aver servito il caffè. Marina Como pregò tutti di muoversi velocemente. “Lo devo intervistare, è un’occasione unica, lui mi conosce benissimo”, disse.
Alberto Sordi era seduto a tavola nella veranda a vetri. Al suo fianco c’era Luciana Della Fornace con il suo sorriso smagliante e capelli tirati all’indietro e legati a cipolla. Dalla vetrata si capiva che avevano finito di mangiare e la giornalista non indugiò, entrò e lo salutò amichevolmente. Entrò anche il cameramen che si tenne un po' da una parte. Salutai Luciana Della Fornace, spiegandole che stavamo facendo le riprese per un documentario e le presentai la giornalista Marina Como che già scambiava battute con il grande attore. Fu lei, Luciana Della Fornace a presentarmi a Alberto Sordi.
Poi l’attore e la giornalista, accostati alla balaustra del lungomare di Nettuno cominciarono l’intervista. Alberto Sordi raccontò di quando lui e i suoi amici – tutti giovanissimi - prendevano il treno e venivano a Nettuno per i bagni di mare. Disse che gli piacevano molto le telline e che la spiaggia e il mare lo hanno sempre attratto, tanto da acquistare una casa vicino al mare, su un’altura di una decina di metri, dove saltuariamente andava a passare un giorno o due di svago. Che il pesce gli era sempre piaciuto e ultimamente aveva scoperto un ristorante a Ostia che cucinava del pesce pregevole e gli dispiaceva per il pesce che finiva in padella. “Quello è il suo destino”.
“È più bello il mare o Roma”, gli chiese la giornalista.
Lui deciso rispose: «Roma è la città più bella del mondo, si può girare quanto si vuole ma la capitale era e sarà sempre la città più bella. Certo rimpiango un po’ quando a Roma ci si incontrava e ci salutava, oggi si cammina e non si conosce più nessuno. Ecco rimpiango la Roma del passato. Come qui a Nettuno del resto, una volta era più piccola e si conoscevano tutti, ma devo dire che Nettuno è sempre bella, basta voltarsi verso il mare e si resta a guardare la meraviglia che offre questa città che dovrebbe valorizzare meglio l’agricoltura e il turismo. Con questo sole, questo clima, il mare, la campagna, cosa si può chiedere di più? Bisognerebbe saper sfruttare tutte queste risorse e la gente non andrebbe più a passare le vacanze all’estero. Il bello è qui a due passi da casa, cosa si vuole di più?».
Al termine dell’intervista spuntò il vigile urbano Roberto Maiozzi che avvicinandosi lo salutò militarmente con la mano sulla visiera del cappello.
“Buongiorno”, gli disse sorridendo Roberto Maiozzi. “Eccolo qua il vigile! Ce l’hai il fischietto?”, gli disse bonariamente l’attore mentre sorrideva mostrando tutti i suoi denti.
Poi lo abbracciò: “Lo sai che pure io ho fatto il vigile?”.
“Certo, mi ricordo il film!”, gli rispose Maiozzi mimando l’alt con la mano alzata e portandosi il fischietto alle labbra.
Alberto Sordi abbracciò la giornalista Marina Como e proseguirono in direzione dell’Istituto Santa Lucia Filippini, dove l’attore s’intrattenne con gli studenti per la presentazione di Nestore, l’ultima corsa. L’aula magna della scuola era piena di studenti, studentesse, insegnanti e genitori i quali tributarono all’attore un grandissimo applauso. Parlò del suo film, della vecchiaia, di lui conducente di una carrozzella che a Roma chiamano “Botticella”, parlò del cavallo Nestore destinato al mattatoio e del protagonista Gaetano che avrebbe trascorso gli ultimi anni di vita in un ospizio per anziani. C’era commozione, spezzata di tanto in tanto dalle sue battute divertenti. Dopo quarant’anni dai film Un giorno in pretura e Un americano a Roma, Alberto Sordi non aveva il bracciale di cuoio borchiato, cinturone da cowboy, maglietta bianca attillata dentro i jeans a tubo e berretto da baseball. La sua figura era quella di uomo qualunque, di quelli che si possono incontrare in strada ogni giorno, ma la simpatia era immutata e il ricordo di quell’incontro è rimasto impresso nella memoria di chi vi partecipò.
Silvano Casaldi