Gli effetti sul territorio si fanno sentire e risvegliano i cittadini preoccupati
La centrale biogas puzza
Vi sono persone che avevano digerito la centrale della Spadellata e ne avevano accettato la presenza come un elemento ingombrante ma non fastidioso, qualcosa che c’è ma non si vede; fino a quando non ne hanno direttamente apprezzato il fastidio. Molti hanno sempre pensato che una centrale che gestisce un immenso serbatoio in cui si produce gas fosse un problema esclusivo dei poveri disgraziati che abitano nelle sue immediate vicinanze, come una scuola, tante abitazioni, un supermercato, un luogo di culto ecc. finchè un giorno è arrivato il cattivo odore nel loro cortile e si sono risentiti. Certo è che ha giovato anche l’atmosfera che si è creata con gli incendi di Pomezia e di Aprilia, ma molta gente ha cominciato ad apprezzare un fastidioso odore, un odore che il Sindaco ha liquidato come proveniente da concimazione; si deve trattare di un concime nuovo perchè coloro che abitano qui da decenni non lo hanno sentito mai negli anni passati. Non c’è poi tanto da meravigliarsi se un cattivo odore possa provenire da una centrale che tratta il rifiuto piu maleodorante e cioè quello organico; ma molta gente ha dovuto provare col proprio naso per crederci. Alcuni cittadini volenterosi hanno voluto manifestare il proprio dissenso verso questa situazione intollerabile ed hanno indetto un sit in fuori dell’ingresso della centrale. Sabato 12 settembre 2020, dalle 17,00 sotto il motto “la puzza ci ammazza” e senza bandiere di partito, un folto gruppo di cittadini si è formato nei pressi dell’impianto Anziobiowaste di via Spadellata 5 ad Anzio. Presente la Polizia di Stato, con una camionetta, due volanti ed una decina di operatori, come se si dovesse sedare una rivolta. L’evento si è svolto in modo pacifico. Sono intervenuti alcuni rappresentanti dei comitati di Aprilia, che hanno insistito sulla necessità di fare rete tra i movimenti dei vari comuni, perchè la problematica rifiuti riguarda tutti. Ha parlato anche il Cons, Regionale Marco Cacciatore, stigmatizzando che questo tipo di impianti (biometano da FORSU) è posto alla fine della gerarchia nel trattamento rifiuti, e viene dopo la riduzione dei rifiuti e le altre forme di raccolta differenziata come il compostaggio. E’ intervenuta anche Sonia Federico, una delle organizzatrici dell’evento, ed erano presenti alcuni rappresentanti dell’opposizione politica di Anzio. La manifestazione, che è avvenuta nel piu rigoroso rispetto del distanziamento e delle norme anti-covid, ha certamente avuto un significato importante perchè ha rappresentato la prima iniziativa di dissenso fatta “in loco” e costituisce un avvertimento per la gestione della centrale; il segnale che la gente non è e non sarà disposta a tollerare un impianto illegale e pericoloso per gli abitanti. La manifestazione non è organizzata da Uniti Per l’Ambiente, che è l’unica realtà di Anzio che, dopo aver contribuito a fermare gli altri due impianti, di quello che la gente chiamava il triangolo della vergogna, sta dal primo giorno facendo una battaglia senza quartiere contro la centrale biogas di via della Spadellata. UPA ha in atto un’azione complessa sul piano legale e delle verifiche degli atti presso il Comune e la Regione, denunce presso la Procura Penale di Velletri, denunce di cittadini contro i cattivi odori, verifiche sanitarie ed ambientale ed ha avuto conferma, dalla responsabile del Servizio in Regione, che verrà tenuta una Conferenza dei Servizi atta a rivedere l’autorizzazione concessa per la realizzazione della centrale. Durante quella Conferenza UPA sarà presente in forze, supportata dalla gente che chiamerà a raccolta: perchè in quella occasione, a Roma, davanti all’ufficio interessato, la presenza di tanti cittadini darà un forte aiuto ai loro rappresentanti che, nell’interno di quell’ufficio, staranno facendo valere i loro diritti. Se Uniti Per l’Ambiente non ha organizzato questa importante manifestazione, la stessa è stata pensata da persone vicine al lavoro di UPA e pertanto ne ha condiviso sia l’idea sia la sua gestione, perchè significano azione, partecipazione e comunità di intenti. Molti erano gli aderenti ad UPA che hanno partecipato all’evento. Naturalmente l’obiettivo di Uniti Per l’Ambiente non è limitato all’eliminazione dei cattivi odori , perchè la centrale della Spadellata è molto più di un generatore di puzza. La centrale biogas è molto più pericolosa per altro che non per i cattivi odori che genera: essa è nata in un luogo in cui non poteva essere ubicata, essa è nata e viene tenuta in esercizio contro le norme che regolano le distanze di sicurezza da tanti obiettivi sensibili e pertanto essa è potenzialmente pericolosa per la vita di persone ed animali. Quindi la mobilitazione che questa iniziativa ha creato deve costituire un elemento permanente di contrasto e reiterarsi al momento in cui saranno prese le decisioni.
Sergio Franchi
“Nulla di significativo”
“La salute dei cittadini e dei residenti al quartiere Sacida - Padiglione, per quello che mi riguarda, anche in assenza di manifestazioni contrarie di protesta, ha l’assoluta priorità su qualunque altra scelta amministrativa. La Polizia Locale, nei giorni scorsi, ha effettuato un sopralluogo ed una verifica sul sito, non evidenziando problematiche particolari. L’Arpa, sollecitata dal sottoscritto, si è recata sul posto e non ha rilevato nulla di significativo. Auspico l’intervento del NOE e di tutti i vari Enti preposti, compresa la Regione Lazio, che ha autorizzato la centrale, per i controlli rispetto alla salubrità dell’aria ed a qualunque altra variabile che possa, anche con lo 0,1% di possibilità, recare un danno alla salute di una sola persona. In caso di problematiche, che al momento non sono state ufficialmente rilevate, sono pronto ad adottare qualunque atto utile a tutela della salute dei miei concittadini”.
Lo ha affermato il Sindaco di Anzio, Candido De Angelis, in riferimento all’impianto biometano di Padiglione, entrato in funzione ad inizio anno.
Comune di Anzio
Dopo la segnalazione del consigliere Luca Brignone
Interviene l’ANAC
Lo scorso aprile avvenne in Anzio un fatto che lasciò perplessi molti cittadini. Un fatto che si consumò in modo piuttosto traumatico perchè portò, tra l’altro, al distacco della potente ed omnipresente Dott Santaniello, che lasciò l’incarico. Ma, a parte gli aspetti amministrativi e legali, quello che ha colpito molti cittadini è la contraddizione politica che ha visto il Sindaco come protagonista. Come molti ricorderanno il Dr. De Angelis, nel dare attuazione ad un impegno preso in campagna elettorale e sollecitato da un Consiglio Comunale abbastanza tumultuoso, inoltrò, a fine 2019, una richiesta formale alla Regione Lazio di ritiro dell’autorizzazione per la centrale biogas di via della Spadellata. Motivò quella richiesta in modo perentorio con ragioni di sicurezza ed a tutela dei cittadini di Anzio. In Aprile, in forza di condizioni e contingenze di cui non si ha totale conoscenza, il Sindaco affidò, proprio a quella centrale di cui aveva chiesto il ritiro dell’autorizzazione per ragioni di sicurezza, un incarico per lo smaltimento dei rifiuti organici prodotti sul territorio comunale. Certamente, sul piano delle carte e dei documenti, il Sindaco di Anzio ha effettuato questa operazione in modo legalmente ineccepibile ma la “caduta” sul piano delle credibilità politica è certamente vistosa. Ma poi sul piano amministrativo è avvenuto tutto secondo la norma vigente? Il Cons. Luca Brignone crede di no ed ha segnalato i fatti alla “Autorità Nazionale Anti Corruzione” che non ha fatto cadere l’invito ed ha aperto un fascicolo. Riporto il comunicato del Consigliere Luca Brignone.
“Non tutti lo ricorderanno, ma lo scorso aprile si verificarono una serie di disguidi, incongruenze e possibili forzature relativamente all’affidamento del servizio di conferimento dei rifiuti organici. Queste portarono prima al ritiro delle gare e poi ad un’ordinanza d’urgenze del Sindaco per conferire i rifiuti biodegradabili al tanto contestato impianto biogas di via della Spadellata. Successivamente l’amministrazione decise di stipulare una convenzione, anch’essa discutibile, con lo stesso impianto.
Al di là delle contestazioni di natura politica (l’amministrazione prima chiede timidamente alla Regione di revocare l’autorizzazione all’impianto e poi ci fa una convenzione!) in quelle procedure si rilevavano delle possibili violazioni del codice dei contratti pubblici. Dopo aver fatto una serie di accessi agli atti e chiesto diversi pareri al Responsabile dell’Anticorruzione ho ritenuto doveroso, stante i dubbi permanenti e nell’ambito dell’attività di controllo che la legge attribuisce ai Consiglieri Comunali, sollecitare l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, la quale svolge attività di vigilanza e controllo sui contratti pubblici.
Pochi giorni fa l’ANAC, alla luce della mia segnalazione, ha ritenuto opportuno chiedere al Comune ufficialmente chiarimenti sulle possibili violazioni contestate avviando un apposito procedimento, confermando la fondatezza dei miei dubbi.
Non sta a me stabilire se le violazioni c’è stata o meno. Il mio ruolo si esaurisce nel momento della richiesta di verifica a tutti gli Enti competenti. Posso solo augurarmi che venga fatta chiarezza nell’interesse della città.
Nel merito politico continuo a pensare che quell’impianto non doveva essere fatto e che la migliore soluzione per il recupero dei rifiuti organici, così come sostenuto più volte dall’associazione ISDE medici per l’ambiente, sia il recupero di materia tramite operazioni di compostaggio aerobico e la ripubblicizzazione dell’intero servizio di gestione dei rifiuti. Per questo oggi pomeriggio sarò al fianco dei cittadini che hanno deciso di manifestare contro l’impianto biogas di via della Spadellata a tutela della salute pubblica”.
Forse questo approfondimento dell’ANAC non avrà seguito penale, forse il Sindaco di Anzio ha agito in conformità con le norme che regolano la materia, ma irrecuperabile sarà la fiducia persa da parte di coloro che di biogas stanno soffrendo e che il biogas di quella centrale realizzata in un luogo sbagliato, stanno combattendo.
Sergio Franchi