Procrastinata l’apertura degli istituti che non sono pronti
Scuole di Nettuno
Il Ministero della Pubblica Istruzione e della Ricerca ha stabilito, per voce della Ministra Lucia Azzolina che riapriranno le scuole il 24 settembre. Però molti Istituti, nonostante il tour de force del personale ATA (straordinari, al lavoro di sabato e domenica) non sono pronti a riaprire: mancano i banchi monoposto, la segnaletica per il distanziamento, macchine per la sanificazione degli ambienti, altre aule, ma soprattutto manca il personale scolastico (docenti, insegnati di sostegno ed insegnante Covid).
Inoltre perché riaprire il 14 per poi richiudere la settimana successiva a causa delle elezioni? Nemmeno a Nettuno gli Istituti Comprensivi e le scuole superiori ce l’hanno fatta. Il Sindaco Alessandro Coppola, l’11 settembre scorso, ha emesso un’ordinanza con cui si posticipa l’apertura delle scuole di Nettuno. Gli Istituti Comprensivi ed i Circoli Didattici apriranno il 28 settembre; le Scuole superiori il 24 settembre e le scuole paritarie e parificate potranno scegliere la riapertura in autonomia. Come ha spiegato in una conferenza stampa, il Sindaco è stato costretto a questa decisione perché i Dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi si sono trovati impossibilitati, a causa delle numerose carenze strutturali, a far ripartire le lezioni il 14 settembre. Inoltre, se si riaprisse il 14, dopo le elezioni referendarie, si dovrebbe tornare a sanificare capillarmente le aule con un lavoro enorme per il personale delle pulizie. Anche i Dirigenti delle Scuole superiori hanno riscontrato le stesse difficoltà e così il primo cittadino di Nettuno ha informato la Città Metropolitana del posticipo. In tal modo si spera di salvaguardare la salute degli alunni, del corpo docente e del personale ATA. Con questa decisione si evince che l’attuale Amministrazione tiene molto al mondo della scuola e come, in molti altri Comuni e città d’Italia è favorevole all’apertura posticipata di dieci o più giorni perché sarebbe oltremodo deleterio aprire per poi richiudere subito dopo a causa di casi positivi al Covid-19 tra gli alunni o i docenti.
Rita Cerasani
Il giovane attore nettunese interprete del film premiato “Padrenostro”
Gianmarco Vettori a Venezia
Al Festival del Cinema di Venezia, il 4 settembre è stato presentato un film veramente toccante: “Padrenostro” di Claudio Noce, per cui la sera del 12 settembre è stato premiato con la Coppa Volpi, quale migliore attore protagonista, Pierfrancesco Favino. Rappresenta la storia autobiografica di questo regista che ebbe l’infanzia segnata da un episodio tragico negli anni di piombo. Era il 14 dicembre 1976, aveva dieci anni quando, insieme alla madre Gina, assistette dal balcone di casa all’attentato del padre, il Vicequestore Alfonso Noce che rimase gravemente ferito dai colpi sparati da un commando dei Nuclei Armati proletari che uccisero il poliziotto Prisco Palumbo. Durante la sparatoria rimase ucciso anche il terrorista Martino Zichittella. Uno dei terroristi è proprio l’attore nettunese Gianmarco Vettori, che insieme agli altri interpreti di “Padrenostro” ha sfilato sul red carpet della Biennale. In primis gli applausi sono andati all’interprete principale ed anche produttore del film, l’assai noto e talentuoso Pierfrancesco Favino che impersona Alfonso Noce ed anche a sua figlia Lea, tra i piccoli interpreti. Per Gianmarco Vettori si tratta di una interpretazione molto importante, considerato il premio, che lo proietterà nel mondo del cinema. Di lui ricordiamo la partecipazione alla serie TV su Netflix “Luna Nera”. Si vede che ha delle solide basi: ha iniziato a studiare teatro nella scuola “Il Girasole” di Nettuno e da lì è partita la sua carriera che lo ha portato quest’anno alla Biennale.
Il film “Padrenostro”, che ha riscosso più di venti minuti di applausi, uscirà nelle sale cinematografiche il 24 settembre. Pierfrancesco Favino, emozionato, durante la premiazione ha dedicato la Coppa Volpi alla troupe ed a tutti gli attori, tra cui il piccolo Mattia Garaci.
“Quando si interpreta un film nasce una stella la cui luce si irradierà in ogni sala cinematografica in cui verrà proiettato”.
Rita Cerasani