La riflessione ad alta voce del generale Sergio Franchi sulle capacità manageriali ed amministrative della sindaca Raggi che vuole ricandidarsi
La Città Eterna tra mondezza ed incompetenza
Sono lontani i tempi in cui romani e anziati si scontravano nella pianura di Aprilia e il Consolo Lucio Emilio, battuto dalle milizie volsco anziate, se ne scappava chiedendo protezione al suo amico Postumo Cominio Aurunco. Era il 272 AC e questo accadeva nell’area di Campo di Carne. Ai romani ci sono volute ben 9 campagne di guerra per assoggettare Anzio e forse la conquista non è stata mai completata. Poi Nerone vi nacque e c’ha messo su casa e non solo lui ma forse nemmeno allora credo sia apparso chiaro ai romani il senso della conquista. Il tempo ha messo a tacere le diversità e dopo Nerone e Caligola, migliaia sono i romani che hanno scelto Anzio per vivere o per tornare. Un romano resta sempre un pò orgoglioso di riportare sulla propria carta d’identità un nome che certamente non ha bisogno dello spelling, ma nessun romano che mantiene Roma nel cuore potrà mai essere orgoglioso di quello che Roma è diventata.
Il degrado della Città eterna è ormai un fenomeno privo di qualsiasi pudore, un degrado vergognoso e senza limiti. E’ normale e, forse nemmeno piu rilevato dagli abitanti, camminare sui marciapiedi che corrono lungo la Stazione Termini, dove a centinaia passano in continuazione, e vedere persone dormire alle 11 di mattina. Me li ricordavo dormire di notte ed in fondo dove la gente non passa. Camminare nelle vie del centro ricorda il degrado di molte città nordafricane, rifiuti nascosti ovunque, erbacce che lambiscono fabbricati, panchine disintegrate, muri imbrattati, semafori funzionanti col dubbio, accattonaggio ovunque, abusivismo commerciale in ogni angolo e mariuolaggio diffuso nelle zone di maggior concentrazione di persone: da vergognarsi di essere stati generati nella culla della Civiltà Occidentale. Di città come Roma si parla al passato sempre per evocare atmosfere, folclore o sentimenti ma mai per rimpiangerne le condizioni igieniche perchè quelle, ovunque, hanno avuto, negli anni, una forte evoluzione migliorativa. Pensare al Quartiere Latino di Parigi o ai Barrios di Barcellona di 40 anni fa e quello che sono oggi si ha il senso del dramma di Roma. Se questo è il degrado del centro, che è in gran parte di tipo estetico forse piu che funzionale la condizione delle periferie è drammatica e, in molte zone, del tutto invivibile. Perchè siamo giunti a tanto? Chi ne ha colpa? Roma è una città immensa: è sette volte Milano e dieci volte Napoli; ha un sistema di servizi in gran parte obsoleto ed in buona parte controllato dal Comune.
Ha storie di criminalità organizzata che originano dal dopo-guerra, possiede un patrimonio artistico immenso e edifici di pregio unico di proprietà pubblica. Roma risente di problemi socio ambientali stratificati in decine di anni di cattiva amministrazione fatta di politici da mezza tacca e burocrati reclutati spesso con concorsi tutt’altro che limpidi ed ha visto fenomeni di corruzione e collusioni con la malavita che hanno fatto epoca.
Lo condizione di Roma oggi ha quindi motivazioni lontane di qualche decennio. Roma è una macchina estremamente complessa, soggetta a variabili ed emergenze continue che ha bisogno di un grande manager illuminato che abbia una visione ed un progetto per pensare una grande capitale moderna con una storia unica.
Alcuni anni orsono i romani, inviperiti per una situazione già di forte degrado della Capitale, hanno trovato la soluzione: hanno scovato una giovane avvocato che lavorava in un Ufficio Legale, con un Curriculum Vitae che fa tanta tenerezza e tanti “grilli” per la testa e l’hanno messa alla guida di una macchina infernale chiamata Roma Capitale, come mandare un barbiere a fare un intervento a cuore aperto.
Poverina lei ce l’ha messa tutta , lei è in buona fede, lei è onesta ma, Santo Dio, non si può affidare ad una politica dilettante le sorti della città piu importante d’Italia e la più difficile d’Europa. Mi fa personalmente simpatia con la sua faccina pulita ma non le perdono di aver avuto la presunzione di candidarsi ad un ruolo troppo grande per lei.
Fare l’elenco delle traversie della sua giunta, degli stravolgimenti, delle contraddizioni, significa solo dettagliare le fasi di un fallimento annunciato. Il suo mandato sta per terminare e sembra che la Sindaca insista nella sua presunzione di saper fare il Sindaco di Roma e che sia pronta a tutto pur di “completare il suo lavoro”. Ma se i romani si accontentano della città in cui vivono...va bene così, ma almeno si tenessero per loro i rifiuti che producono ed ai fuoriusciti come il sottoscritto non resterà che rimpiangere una Roma che non c’è piu.
Sergio Franchi