Una situazione kafkiana vissuta “tra l’angoscia e l’assurdo” di cui una fine è sempre stata annunciata ma che non si è mai raggiunta
Si ripete in piena estate il dramma dei rifiuti ad Anzio
Ogni anno in piena estate si ripete il dramma dei rifiuti ad Anzio, una situazione kafkiana vissuta “tra l’angoscia e l’assurdo” di cui una fine è stata sempre annunciata ma che non si è mai raggiunta. Con tutta la pazienza necessaria per comprendere le situazioni assurde ed angoscianti vorrei tentare di capire. Anzio è una piccola città, abitata da persone decenti che può vantare vestigia di gran pregio e la presenza passata e presente di personaggi di grande valore. Anzio ha tutte le caratteristiche per essere una cittadina di grande successo sul piano storico, turistico ed economico. Il Comune di Anzio, come altri 8000 comuni Italiani, si trova a dover gestire un servizio di raccolta ed allontanamento dei rifiuti solidi urbani e per farlo, dovrebbe sentire che cosa vogliono i “clienti” che pagano il conto, di conseguenza redigere un capitolato, esperire una gara d’appalto, individuare un vincitore, sottoscrivere un contratto ed affidarne la gestione ad un manager capace a cui fissare obiettivi misurabili da raggiungere e di cui misurare il risultato. Che cosa c’è di anomalo in questo modus operandi che è lo stesso posto in atto con successo da migliaia di comuni italiani? Camminando per le strade di Lavinio o di Falasche, di Sacida o di Cincinnato che ci fanno centinaia di sacchi abbandonati lungo i bordi delle strade? Perchè fuori dalle ville, villette e condomini, si accumulano secchi di tutti i colori? Secchi per rifiuti dalla forma improbabile e del tutto “fuori ordinanza”, secchi sconquassati che perdono pezzi, sacchi trasparenti di foglie e mucchi di carta e cartone? Senza considerare le discariche nascoste sotto i cavalcavia o in terreni abbandonati. Perchè il servizio è in tilt. Se si trattasse di un problema temporaneo, eccezionale, dovuto ad una discarica che ha chiuso i battenti, se dipendesse da uno sciopero del personale sarebbe solo il segno di mancanza di flessibilità operativa, un peccato veniale, ma poichè si tratta di una condizione patologica, che si ripete da anni, la gente ha il diritto di sapere perchè queste cose non vanno bene nel nostro Comune. Quali sono le ragioni di questa situazione di disagio imposta ai cittadini di Anzio e patita ancor più da coloro che ad Anzio vengono di rado e pagano un servizio che utilizzano solo quando questo servizio funziona poco e male? Il Comune di Anzio non ha mai interpellato gli utenti per definire insieme a loro la tipologia di differenziata desiderata. Perche? Quali sono le ragioni del disservizio? Non si può ignorare il peccato originale: i cittadini che sono attori e finanziatori del servizio di raccolta, non sono stati interpellati e quindi sono costretti ad adire a modalità che possono non condividere. Essi, che sono gli utenti che ne pagano le spese, sono ignorati e quindi non sono responsabilizzati. Circa la metà degli utenti non contribuisce a finanziare il servizio e quindi molti di loro non hanno diritto al prelievo ed all’uso della discarica comunale. Le modalità di prelievo e la preclusione di alcuni materiali impedisce un facile smaltimento degli stessi. I controlli presso gli evasori e sul territorio sono del tutto inadatti ed insufficienti per riportare il sistema a livelli di accettabilità ed il ricomparire periodico della minaccia dell’uso delle telecamere, strumento del tutto inutile per un controllo significativo, ne è solo la conferma. Un servizio di questo tipo può avere successo solo con la partecipazione attiva della gente, che non è stata mai adeguatamente ricercata: i metodi coercitivi hanno un senso solo per ridurre lo zoccolo duro degli utenti “incivili” ma non incidono su un sistema carente per molti altri aspetti. Nei dibattiti con rappresentanti dell’Amministrazione la colpa viene sempre attribuita agli “incivili” ed è certo che non sono civili coloro che gettano dall’auto o depositano furtivamente sacchi rifiuti nelle strade. Ma una domanda sorge spontanea: i cittadini di Albano Laziale oppure di Sperlonga o di Fondi o di Velletri cittadine che, come entità urbane, non sono molto dissimili da Anzio sono tutti esseri supernaturali e virtuosi? Perchè in quei comuni si viaggia a percentuali di differenziata oltre l’80%? Perchè in quelle cittadine le strade sono pulite? Domanda semplice che vado facendo da qualche anno ma alla quale non è stata mai data una risposta esaustiva. Nell’attribuire colpe agli “incivili” si ricorre ad una scappatoia inutile: a meno che non si accetti il concetto che gli abitanti di Anzio siano trogloditi incapaci del vivere civile resta la conclusione che il coinvolgimento, la responsabilizzazione e l’educazione dei cittadini a comportamenti virtuosi sono responsabilità specifiche di chi ha l’onere di gestire il servizio. Quindi se vi sono “incivili” è solo perchè non si è stati capaci di civilizzarli: non accettare questo concetto significherebbe sposare il caos. Nei capitolati ben strutturati esistono oneri di gestione riferiti proprio alla corresponsabilizzazione dell’utenza senza la quale il servizio fallisce e le strade si riempiono di rifiuti. In quei capitolati non si parla di telecamere acchiappa-zozzoni anche perchè essi si muovono piu veloci delle telecamere. E’ in atto la trattativa, almeno cosi sembra, per l’affidamento del nuovo servizio di raccolta per il prossimo quinquennio. Se ne è parlato in Consiglio Comunale: quali sono i dettagli operativi? chi ne parla? Chi è stato coinvolto? Uniti Per l’Ambiente ha avuto il privilegio di prendere conoscenza del capitolato di gara ed ha fatto poche ma significative raccomandazioni: che fine hanno fatto quelle raccomandazioni? Con quelle raccomandazioni si tentava di dare qualche risposta alle carenze verificate in un decennio di osservazione:
a. Mancanza di coinvolgimento dell’utenza a livello della definizione delle modalità del servizio.
b. Mancanza o cattiva attuazione di alcune prescrizioni contrattuali.
c. Carenza operativa da parte della ditta.
d. Carenza di controlli a livello della fiscalità che finanzia la raccolta.
e. Carenza dei controlli sul territorio presso l’utenza inadempiente.
f. Carenza di controlli sul territorio.
g. Pessima rispondenza e scarsa partecipazione dell’utenza.
h. Carenza a livello gestionale.
Nessuno sa se quelle raccomandazioni siano state considerate. Può essere questa situazione un segno di partenza per una nuova e migliore gestione del servizio? Certamente no. Si vuole continuare con soluzioni palliative, senza una visione illuminata. Si vuole continuare nello spirito del Gattopardo “cambiare le cose affinchè nulla cambi”.
Sergio Franchi