ARDEA DOMANI - Mappare i servizi esistenti sul territorio
Centri estivi
Mappare i centri estivi della Città, per poter poi varare delle misure di sostegno all’inclusione e all’integrazione di bambini disabili o provenienti da nuclei familiari svantaggiati. È questa la proposta avanzata da Ardea Domani, proprio mentre si chiude l’ultimo anno scolastico.
“Per Ardea Domani, anche i mesi estivi richiedono una programmazione amministrativa da parte del Comune e quale formula può essere migliore di una rete di centri estivi autorizzati e garantiti da requisiti indicati dall’amministrazione?” afferma il vice portavoce del movimento civico, Niko Martinelli. “È chiaro che per l’anno in corso, prevedere procedure autorizzative è ormai impossibile. Tuttavia, il Comune potrebbe sfruttare proprio questi mesi per avviare una prima mappatura dei servizi offerti, proprio al fine di costruire – a partire dai prossimi anni – delle procedure idonee a garantire alle famiglie spazi adeguati, risorse qualificate e progetti educativi in linea con le esigenze del territorio. In altri Comuni questo già avviene e onestamente questa ci sembra un’azione a basso costo e un buon modo per avviare un dialogo con le strutture educative private della nostra Città”.
Anche quest’anno, tra l’altro, il Governo ha deciso di destinare una somma non indifferente di risorse ai Comuni (135 milioni di euro), per la programmazione o il supporto di attività educative nel periodo estivo, con un occhio di riguardo alle fasce sociali più fragili.
“Garantire l’inclusione ai bambini di famiglie meno abbienti è fondamentale in una città complessa come Ardea – prosegue Martinelli – il periodo estivo è spesso un momento critico per le famiglie di bambini con disabilità, proprio perché l’assenza di servizi pubblici adeguati le espone alla solitudine. Perché non cercare dunque un modo per garantire una continuità del servizio AEC anche durante il periodo estivo?”
“Capiamo che si tratta di una misura complessa in questo momento dell’anno, con la scuola ormai terminata e i centri estivi che tra questa e la prossima settimana apriranno i battenti – conclude il vice portavoce di Ardea Domani – Però proprio una prima mappatura delle strutture presenti sul territorio e delle loro caratteristiche, potrebbe garantire (magari anche prima della ripresa dell’anno scolastico) di anticipare il servizio di AEC per bambini con difficoltà, garantendo così alle famiglie i servizi offerti dai centri estivi senza dover sostenere costi superiori alle altre famiglie o senza dover gravare sulle realtà del terzo settore che offrono questa opportunità al territorio”.
S.M.
E’ l’edificio D del Lido delle Salzare dopo l’ordinanza del sindaco Savarese
Demolizione palazzina
Si è concluso l’iter burocratico per tentare di mettere la parola fine, grazie anche a questo piccolo tassello, anche se economicamente pesante per la casse comunali, di una zona contrassegnata dal degrado e dall’abbandono. Un’area che nel corso degli ultimi decenni è stata al centro di un’opera di contrasto alla criminalità da parte delle forze dell’ordine, come traffico di droga e prostituzione, che ne hanno determinato in assoluto come una delle aree più pericolose del territorio. Anni di abbandono e di scelte inadeguate, sono sotto gli occhi di tutti, e hanno determinato il degrado che oggi vive una popolazione che, sicuramente, avrebbe avuto bisogno di ben altro rispetto a quello che oggi la cittadina vive.
Gli appartamenti sono stati preventivamente sgombrati e gli occupanti sono stati mandati altrove, così come quelli della palazzina E, adiacente alla D presso il lido delle Salzare.
L’ordinanza di sgombero e demolizione, firmata lo scorso 3 giugno dal Sindaco Mario Savarese, è stata resa immediatamente eseguibile.
È stato un lungo percorso che è terminata con le operazioni di demolizione.
“Ancora soldi buttati al vento - ha commentato il sindaco di Ardea - per riparare i danni dell’abusivismo. Un quarto di milione di euro per un Comune già pieno di debiti al punto di dover dichiarare il dissesto, buttati letteralmente nella spazzatura per demolire quest’orrendo monumento all’illegalità. Mi addolora pensare che anche questi costi ricadono alla fine sulla collettività, e sottraggono risorse a servizi che non potremo rendere. Spendiamo soldi dei cittadini onesti che abitano case a norma e pagano le tasse. Ma non potevamo più attendere oltre; i costi delle bonifiche a cui ci costringevano gli occupanti di questa palazzina, accumulando e incendiando rifiuti di ogni genere, erano diventati superiori ai costi di demolizione. Il mio più grande rammarico è che nessuno dei responsabili di quest’orrore pagherà un solo euro per il danno arrecato.
Oggi - ha concluso il sindaco - cancelliamo con le ruspe per sempre un indecoroso monumento all’inciviltà e ricominciamo: abbiamo previsto il restauro delle tre palazzine salvate dalla demolizione e la riqualificazione urbana dell’intera area. Spero che almeno in questo intento si possa tangibilmente concretizzare l’aiuto che abbiamo chiesto allo stato”.
S.Me.