Consiglio inconcludente
Oggi, martedì 15 giugno, è andato in scena l’ennesimo inconcludente Consiglio Comunale che, se ce ne fosse ancora bisogno, conferma la distanza di questa amministrazione dai bisogni della nostra comunità.
Come Lega avevamo chiesto di trattare nell’assemblea temi su cui tanti nostri concittadini attendono delle risposte: l’attivazione del tempo pieno nelle nostre scuole primarie e la richiesta di chiarimenti sulla realizzazione delle opere pubbliche nel quartiere Campo Ascolano.
Come al solito la maggioranza grillina, piuttosto che inserire all’ordine del giorno le nostre proposte di buonsenso, ha preferito accodarsi alla tipica sinistra inconcludente del PD convocando il consiglio comunale per la concessione della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki e per discutere della proposta di legge sull’identità di genere che è prerogativa del Parlamento. Come si vede, temi che nulla hanno a che fare con Pomezia.
Riteniamo questo atteggiamento fuori luogo e assolutamente irrispettoso non solo nei confronti delle nostre prerogative di consiglieri comunali ma soprattutto nei confronti di un’intera comunità, quella pometina, che vorrebbe veder lavorare il Consiglio nell’interesse della Città.
Così in una nota i consiglieri comunali della Lega: Fucci, Pecchia, Pagliuso, Abbondanza
La proposta del consigliere regionale Rodolfo Lena, ora presidente della commissione sanità
Una Casa della Salute a Pomezia
Il consigliere regionale del Lazio Rodolfo Lena dal 12 maggio è il nuovo presidente della VII commissione: Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare.
Precedentemente aveva presieduto la I commissione: Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia. Ricordiamo che per Lena è un ritorno, infatti nella precedente legislatura era già stato presidente della commissione Sanità.
- Lena lei ha alle spalle una lunga gavetta di amministratore pubblico, infatti è stato consigliere comunale e poi due volte sindaco a Palestrina. Ora è alla seconda legislatura di consigliere regionale del Pd. A quanto pare quando si è candidato è stato sempre eletto. Come ci riesce?
“Ho avuto il privilegio di fare il Sindaco per quasi 10 anni ed ho imparato ad avere un rapporto sincero e trasparente con le persone. In politica non basta essere bravi e competenti se poi non sai trasmettere il tuo messaggio alle persone, con semplicità e senza mai metterti sopra un piedistallo. E’così che mi sono fatto strada nella mia avventura politica: ascoltando i problemi delle persone e impegnandomi con serietà nelle istituzioni. Credo che sia l’unica formula per essere davvero utili ai cittadini e migliorare i nostri territori”.
- In questa seconda legislatura lei precedentemente ha presieduto la Prima Commissione quella che in particolare si dedica alla lotta alla criminalità. Quali sono stati i punti salienti di questa sua presidenza?
“Abbiamo lavorato per cercare di rafforzare il sistema dell’affidamento dei beni confiscati alla mafia, spezzando la catena di ricchezza che alimenta il mondo criminale. Sono orgoglioso del lavoro fatto, che si è concluso con l’avvio del primo corso regionale gratuito per formare professionalità nella gestione dei beni sequestrati. Il lavoro quotidiano portato avanti con forze dell’ordine e magistrati mi ha fatto conoscere il lato negativo, l’enorme rete di malaffare che ancora attraversa i nostri territori, ma anche i volti e le storie di chi, giorno dopo giorno,mette la propria azione a disposizione della lotta alle mafie”.
- Vi è un vecchio detto che recita “quando la lotta si fa dura arrivano i duri”. La sanità in periodo di pandemia è il centro strategico delle scelte regionali e quindi hanno richiamato lei a guidare questa importantissima commissione. Quali sono gli obiettivi prioritari che si pone di raggiungere?
“C’è da concludere la campagna vaccinale, che ha visto la nostra Regione ai primi posti in Italia grazie all’impegno profuso dal Presidente Zingaretti e dall’Assessore D’Amato. Ma già sta partendo la programmazione legata ai fondi del Next Generation Ue che dovrà vedere la sanità sviluppare nuove prospettive legate all’assistenza territoriale e alla digitalizzazione. Dobbiamo superare il modello di una sanità pubblica che dipende esclusivamente dagli ospedali e costruire, finalmente, una rete di servizi sanitari pubblici più efficiente e capace di modellarsi alle esigenze della popolazione. E’un percorso già in atto che però ha bisogno di nuovi investimenti”.
- In una diretta abbiano discusso della possibilità di realizzare a Pomezia una “Casa della Salute”. Ci sono possibilità?
“Il modello della Casa della Salute è quello più giusto per potenziare i servizi sanitari. Già prima della pandemia mi ero impegnato per promuovere un progetto di questo tipo che coprisse le carenze delle città di Pomezia ed Ardea, per decenni lasciate in secondo piano negli investimenti in sanità. Oggi ci sono le condizioni per ripartire e potenziare la rete della sanità in due città importanti per la nostra Regione”.
- Nella stessa diretta lei ci disse che aveva il Covid. Intanto come sta presidente? Cosa le ha insegnato l’avere vissuto in prima persona il contagio?
“Ho avuto la fortuna di avere sintomi lievi, probabilmente anche grazie alla prima dose del vaccino che avevo fatto quindici giorni prima. In ogni caso è una esperienza difficile, in cui però ho potuto sperimentare sulla mia pelle l’ottimo servizio di assistenza sanitario che viene fornito dalle nostre Asl.
Ho avuto la sensazione di essere preso in cura anche senza la necessità di ospedalizzazione.
Oggi voglio dire di continuare a mantenere alta l’attenzione e adottare sempre un atteggiamento responsabile: vediamo la fine della pandemia ma c’è bisogno di attenzione per tornare alla nostra libertà”.
Antonio Sessa