Il folle gesto del 35enne Andrea Pignani che ha ucciso i fratellini David e Daniel Fusinato e l’84enne Salvatore Ranieri
La strage di Ardea come un’esecuzione
Una domenica finita in tragedia. È accaduto lo scorso 13 giugno nel quartiere di Colle Romito sul lungomare di Ardea, quando un uomo armato di pistola ha iniziato a sparare all’impazzata contro alcuni passanti. Un anziano e due fratellini di 3 e 8 anni sono morti. L’anziano all’istante, mentre per i due fratellini, il decesso è avvenuto dopo il loro trasporto in ospedale. Dopo che i soccorritori avevano a lungo tentato di salvare i due bambini, le cui condizioni erano apparse fin da subito gravissime, non hanno potuto far altro che accertare la morte dei piccoli. Ad aprire il fuoco è stato un uomo, di 35 anni, che si è barricato in casa dopo la sparatoria e qualche ora dopo si è suicidato, prima che intervenissero i carabinieri. Quando è scattato il blitz del Gis (Gruppo intervento speciale) carabinieri, segnalato da una forte esplosione, l’uomo è stato trovato morto nell’abitazione dove si era asserragliato. Secondo le prime informazioni il 35enne, Andrea Pignani, si sarebbe suicidato con un colpo esploso dalla stessa pistola. Le vittime sono i due fratellini David e Daniel Fusinato e l’84enne Salvatore Ranieri.
“Il primo a non farcela è stato il più piccolo, poi purtroppo è mancato anche il secondo bambino. Gli operatori intervenuti sul posto hanno impiegato tutti gli sforzi possibili per salvare le vittime con ripetuti tentativi di rianimazione, ma la situazione è apparsa fin da subito compromessa - ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato -. Sono profondamente scosso per l’accaduto ed esprimo tutto il mio rammarico e le più sentite condoglianze ai familiari e all’intera comunità di Ardea che oggi vive un terribile lutto per questa tragedia”.
“Tutte le persone coinvolte sono residenti del Consorzio, compresa la persona che ha sparato. Ho fornito tutte le indicazioni necessarie ai carabinieri, spero che venga preso al più presto - ha detto il sindaco di Ardea, Mario Savarese, secondo cui la tragedia sarebbe avvenuta per futili motivi - non ci sarebbe, comunque, un legame di parentela tra la vittima anziana e i due fratellini”.
“L’uomo che ha sparato è una persona instabile, che ha manifestato in precedenza dei comportamenti ostili, non si può certo dire che sia una persona normale -ha detto ancora il sindaco di Ardea, Mario Savarese -. Ha messo in atto minacce a cui nessuno aveva dato credito e la reazione è stata sconsiderata e atroce. I motivi sono futili, non ce ne sono di altra natura, se non di litigi tra vicini. Dev’essere stata una questione di pochi minuti poi degenerata”.
Intanto durante l’intervento dei Carabinieri è stato perimetrata tutta l’area interessata ed in particolare l’abitazione nella quale l’uomo armato di pistola si era barricato. Notevole lo spiegamento delle forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia Locale di Ardea, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, soccorritori del 118.
“Attenzione. Tutti chiusi in casa c’è una persona che spara nel consorzio”.
È uno dei tanti appelli che girano sui gruppi social di Colle Romito.
“Rimanete a casa! Sembra ci sia una persona armata che gira per Colle Romito”, scrive un altro utente. Anche i carabinieri hanno invitato la popolazione a rimanere al sicuro.
“Quando abbiamo sentito l’esplosione pensavamo fosse un petardo esploso da qualche bambino. Poi ci siamo avvicinati alla zona e abbiamo scoperto che invece erano colpi di pistola – ha raccontato il presidente del consorzio Colle Romito, Romano Catino -. Abbiamo subito chiamato le forze dell’ordine che sono arrivate molto presto. Poi ho mandato subito un messaggio nella chat del consorzio per invitare tutti a restare in casa. Per fortuna molti dei consorziati erano al mare. La famiglia dell’omicida era conosciuta nel quartiere per episodi di molestie e degrado”.
Questo quanto accaduto domenica 13 giugno. Una tragedia che ha letteralmente sconvolto la popolazione di Ardea che, nonostante le lacrime, non ha saputo spiegarsi cosa fosse accaduto. Una sparatoria senza nessuna motivazione, se non provocata evidentemente da uno stato di salute che ha provocato la morte di due minorenni e di un anziano. Una storia che si sta verificando da parte dei carabinieri e della Procura della Repubblica di Velletri.
Sabatino Mele
Ecco la ricostruzione della strage di domenica 13 giugno
Riportiamo qui di seguito la ricostruzione della strage di domenica 13 giugno da parte della Procura della Repubblica di Velletri e del Reparto Operativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma. In pratica ripercorre come si sono svolti i fatti di quella drammatica domenica che ha letteralmente sconvolto la vita di una città che si appresta a vivere una stagione diversa e particolare proprio per la possibile chiusura della fase di emergenza, causata dalla pandemia da Covid-19.
“Intorno alle 10,50 di domenica 13 giugno, presso la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Anzio sono giunte numerose telefonate da parte di alcuni cittadini residenti nel consorzio residenziale “Colle Romito” di Ardea che segnalavano tre persone attinte da colpi d’arma da fuoco esplosi in strada da un soggetto non identificato. I Carabinieri, dopo aver sollecitato l’intervento urgente di personale medico, si portavano prontamente sul luogo in cui era stata segnalata la sparatoria.
Gli equipaggi dell’Arma, giunti sul posto pochi istanti dopo, notavano la presenza di tre persone riverse a terra in via delle Pleiadi, che necessitavano di urgente soccorso sanitario.
Dalle prime informazioni reperite i militari avevano modo di apprendere da alcuni residenti che un soggetto di circa 35 anni poco prima aveva esploso vari colpi di pistola all’indirizzo dei tre soggetti feriti; pertanto una delle pattuglie intervenute sul posto raggiungeva immediatamente l’abitazione – ubicata nel vicino viale Colle Romito 238 - ove era stato notato far rientro il malvivente al termine della sua azione criminosa.
Mentre una prima aliquota di personale dell’Arma dei Carabinieri si occupava di prestare i primi soccorsi ai feriti ponendo in sicurezza l’area della sparatoria, una seconda aliquota di Carabinieri cinturava l’abitazione in cui si era rifugiato il malfattore.
Si rendeva altresì necessario l’intervento di personale specializzato dell’Arma dei Carabinieri per un’eventuale negoziazione e irruzione presso l’abitazione in cui si era barricato il soggetto.
Durante le citate fasi, venivano presi contatti con il Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica di Velletri, Dott. Vincenzo Antonio Bufano, il quale giungeva poco dopo sul luogo dell’evento criminoso.
Alle ore 15,30 circa, personale specializzato del Gruppo Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri, elitrasportato immediatamente sul posto, previa autorizzazione del P.M., faceva irruzione all’interno dell’abitazione del PIGNANI, rinvenendo lo stesso nella camera da letto posta al secondo piano della struttura, cadavere.
Ai piedi del corpo del PIGNANI Andrea veniva rinvenuta una pistola Beretta mod. 81 cal. 7,65, verosimilmente la stessa utilizzata poco prima per uccidere le tre vittime.
Non è emerso alcun contatto tra l’omicida e le sue vittime né alcun rapporto di conoscenza tra gli stessi. Sul conto dell’omicida - PIGNANI Andrea, classe 1986 - figura solamente una lite in ambito familiare, verificatasi con la madre l’11 maggio 2020, che ha reso necessario l’intervento di una pattuglia di Carabinieri presso la loro abitazione di viale Colle Romito. A seguito di ciò, il PIGNANI veniva fatto accompagnare da un’ambulanza presso il Pronto Soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia (RM) ove giungeva volontariamente nel pomeriggio stesso per “stato di agitazione psicomotoria” con codice azzurro, venendo sottoposto a consulenza psichiatrica, a seguito della quale veniva dimesso la mattina successiva con diagnosi di “stato di agitazione – paziente urgente differibile che necessita di trattamento non immediato Si affida al padre.”. Dagli accertamenti eseguiti non risultano ulteriori denunce o segnalazioni a suo carico né che l’omicida fosse in cura per patologie di carattere psichiatrico né tantomeno che fosse in possesso di certificazione medica rilasciata da strutture sanitarie. Le attività di indagine svolte dai Carabinieri di Frascati e di Anzio, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, proseguono, anche al fine di verificare eventuali responsabilità in ordine all’illecita detenzione dell’arma da sparo, per la quale non risulta sporta alcuna denuncia”.
Sabatino Mele