In memoria dei magistrati Borsellino e Falcone
Monumento vilipeso
Il 29 dicembre scorso è stato vandalizzato il monumento in memoria dei magistrati Giovanni Falcone (Palermo 18 maggio 1939 – Palermo 23 maggio 1992) e Paolo Borsellino (Palermo 19 gennaio 1940 – Palermo 19 luglio 1992), posto all’ingresso di via dei Mille del Parco intitolato ai medesimi.
“L’ideazione e l’installazione del monumento, inaugurato il 24 giugno 2017 - spiega in una nota l’associazione Reti Di Giustizia - così come l’ intitolazione del Parco ai Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, erano stati effettuati su proposta, accolta dall’Amministrazione comunale, dalla scrivente Associazione Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie, dall’Associazione Arte Mediterranea e dal Vicariato di Aprilia dell’Azione Cattolica al fine di manifestare, con un simbolo concreto, tangibile e visibile, la volontà e la necessità della parte migliore della cittadinanza di schierarsi ogni giorno a favore della giustizia e contro il malaffare, la corruzione e la (non)cultura mafiosa che irretisce e soffoca ogni aspetto del vivere civile. Il monumento, oltre a mantenere viva la memoria delle vittime innocenti delle mafie, era ed è teso a tradurre materialmente questa memoria in una presa di posizione, che deve rinnovarsi continuamente sia dentro ognuno di noi che nei confronti della collettività: il dedicare uno spazio pubblico, un bene comune, al ricordo dei Magistrati Falcone e Borsellino, rende esplicita questa presa di posizione e ci ricorda qual è la parte giusta; una parte difficile, scomoda, faticosa ma giusta e imprescindibile. Quel monumento è stato vilipeso, non sappiamo se per aggressività o noia distruttiva oppure, più probabilmente, su impulso di una precisa volontà di negazione della forza del simbolo che rappresenta: a prescindere dal movente (che cos’è la mafia se non anche il disprezzo per il bene comune a favore di un profitto o vantaggio individuale?) ogni colpo sferrato su di esso, ogni suo pezzo caduto a terra o scalfito, è un colpo a tutti coloro che credono e si impegnano in questa lotta perpetua contro il pensiero mafioso e le ingiustizie, è una ferita sui nostri corpi che lavorano per realizzare, mattoncino dopo mattoncino, caduta dopo caduta, una società diversa fondata sulla dignità di ognuno. Quel monumento vandalizzato, rotto, forse con tentativi di distruggerlo con una bomba carta, ora ha una forza simbolica ancora più grande e costringe a ricordarci che l’indifferenza è sempre l’anticamera dell’ingiustizia e della violenza; quei brandelli di materia per terra ci chiedono un rinnovato impegno sia nella vita pubblica, che nella nostra vita quotidiana, nel continuare a lottare contro i soprusi, contro il bene di pochi per il bene di tutti. Speriamo questi atti non siano velocemente derubricati e che ricevano una condanna, autentica, sentita, da parte delle istituzioni e di tutti noi”.
A.P.
Progetto sperimentale di formazione all’istituto superiore Carlo e Nello Rosselli
Contro la dispersione scolastica
L’Istituto di Istruzione Superiore Carlo e Nello Rosselli di Aprilia conferma il suo impegno contro il fenomeno della dispersione scolastica attraverso un progetto sperimentale di formazione del corpo docente che pone le sue basi sulla pedagogia clinica e mira a perseguire il Goal 4 “Istruzione di Qualità”, dell’Agenda 2030 della Comunità Europea.
Il progetto è volto a creare un luogo sicuro per gli studenti, un ambiente di apprendimento accogliente dove il “Prendersi Cura” della persona diviene il fulcro del sistema formativo delle nuove generazioni con gli obiettivi di promozione del successo formativo, di inclusione di tutti i ragazzi e ragazze coinvolti e di contrasto alla dispersione scolastica.
Il percorso formativo è stato condotto della dott.ssa Stefania Salvaggio, Pedagogista Clinico, Reflector, Direttore Regionale sezione Lazio dell’ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) e membro della SINPE (Società Italiana Nazionale Pedagogisti Educatori). Attraverso una coprogettazione concordata con il dirigente scolastico, Prof Ugo Vitti, i docenti hanno sperimentato percorsi professionali per porsi come integratori e co-costruttori di relazione attraverso l’osservazione in assenza di giudizio, Epoké, per la valorizzazione della persona: questi i punti cardine del ruolo del docente perché lo studente sia disponibile a creare e co-costruire un ambiente di apprendimento e il suo successo formativo. Grazie alla Pedagogia Clinica sono emersi ulteriori strumenti utili a tutti i docenti, per aumentare l’attenzione ai ragazzi che mostrano maggiori difficoltà, acuite dall’emergenza sanitaria.
“La scuola ha confermato l’impegno nella realizzazione di un progetto innovativo che esprime il valore della cura della persona all’interno della scuola: attraverso questa formazione i docenti hanno potuto rileggere i bisogni espressi dai minori. La continua riflessione metodologica e didattica condotta dalle diverse professionalità operanti nelle istituzioni scolastiche è testimonianza dell’impegno per garantire il successo formativo degli studenti, ridurre le disuguaglianze, colmare i divari di apprendimento e contrastare la dispersione scolastica”, dichiara il Dirigente Scolastico Prof. Ugo Vitti.
“La comunità educante nel suo insieme dovrà puntare ad offrire percorsi di inclusione rinnovati nelle prospettive didattico-pedagogiche e soprattutto educative, esito questo del continuo confronto riflessivo e delle azioni di accompagnamento progettuale che sono state prodotte in una modalità di ricercAzione. La progettualità ha visto sviluppare delle buone pratiche per la creazione di un ecosistema educativo competente, innovativo, inclusivo volto a ridurre le disuguaglianze ed offrire opportunità educative di qualità per tutti”, dichiara la dottoressa Stefania Salvaggio.
Dalle varie azioni dei docenti sono emerse, in una testimonianza finale, nuove modalità di interazione con i ragazzi; grazie alla personalizzazione e alla innovazione delle strategie di insegnamento e apprendimento è stato possibile sviluppare processi finalizzati al potenziamento delle competenze di base ma soprattutto, punto cruciale, di quelle socioemotive attraverso la valorizzazione delle peculiarità di ciascuno.
A.P.