L’unica soluzione per il distretto è il dormitorio del Comune di Cisterna
Niente dormitorio per il Covid
Tra i tanti progetti naufragati per colpa del COVID-19, figura anche il dormitorio per i senza tetto, che per anni il Comune di Aprilia ha allestito presso i locali dell’Autoparco di viale Europa in prossimità del comando della Polizia Locale, dove venivano allestiti i tendoni atti ad ospitare i senza tetto, permettendo loro di ripararsi dal freddo nei mesi invernali. La struttura provvisoria, gestita da un gruppo di associazioni del settore, fino al 2019, rimaneva operativa tra dicembre e aprile, tuttavia la pandemia tutt’ora in corso ha reso impossibile il permanere di questa attività pur indispensabile per la città che attende la realizzazione di un dormitorio permanente. La drammatica morte di un senzatetto che cercava riparo presso la stazione ferroviaria nei giorni scorsi, ha riacceso i riflettori sull’esistenza di offrire un’alternativa alla strada alla schiera di invisibile che per una scelta di vita o al contrario per una scelta obbligata, sono costretti al romitaggio ed a riposare anche con il freddo in giacigli di fortuna, spesso poco sicuri e poco riparati dal freddo. L’unica soluzione possibile individuata al momento dall’ente, in quanto Comune capofila del distretto, è stata appunto quella di attivare un dormitorio distrettuale che troverà posto presso i locali adiacenti alla stazione presso il Comune di Cisterna.
“Il Comune di Cisterna metterà a disposizione quei locali - sottolinea l’assessore al ramo Francesca Barbaliscia - che serviranno tutti i senza fissa dimora del distretto. Erano gli unici locali disponibili allo scopo e ben collegati, raggiungibili attraverso la linea ferroviaria, fermo restando che le procedure potranno essere attivate anche rivolgendosi al Pis del distretto”.
Una soluzione tampone, quella contemplata dalla determinazione 269 del 27 dicembre, che costerà al distretto circa 50 mila euro ma che di fatto non appare risolutiva di un problema di più ampia portata. Resta in sospeso al momento il piano per la realizzazione di un dormitorio ad Aprilia presso i locali confiscati e riaffidati all’Ente di piazza Roma. Un piano legato ai progetti del Pinqua, per ora non finanziati ma che potrebbe vedere la luce quando il Ministero provvederà alla redistribuzione delle risorse.
Francesca Cavallin
Il Tar del Lazio ha dato ragione al Comune sul progetto Aprilia Eur
Senza concessione edilizia
Prive di regolare concessione edilizia, le villette realizzate in via Bacchiglione nell’ambito del progetto “Aprilia Eur” sono abusive e vanno demolite, un provvedimento questo che riguarderà le opere menzionate dall’ordinanza 198 emessa dal settore Urbanistica del Comune di Aprilia il 5 agosto 2021. A dirimere il contenzioso tra la Pica Real Estate Sas di Carlo Pica e il Comune di Aprilia, difeso dall’avvocato Massimo Sesselego è stato il Tar del Lazio, che attraverso la sentenza del 16 dicembre scorso ha dato ragione all’ente nel ritenere abusive opere realizzate senza alcuna autorizzazione. Una vicenda che parte da lontano, quando nel 1995 la società immobiliare intestata al geometra Carlo Pica acquistò un terreno situato tra via Bacchiglione, via Vallicella e via delle Cannucce e le relative concessioni edilizie dal Consorzio quartiere residenziale Aprilia Eur. Un progetto ambizioso, quello riguardante quei terreni, dove sulla base della convenzione approvata dal consiglio comunale con delibera 39 del 16 marzo 2006, doveva essere realizzato un villaggio turistico denominato Aprilia Eur. Un progetto che così come concepito, di fatto non ha mai visto la luce dal momento che solo una parte delle villette furono poi effettivamente realizzate. Tuttavia la società, destinataria nel 2021 del provvedimento di demolizione per un immobile a uso residenziale, disposto su tre livelli di cui due fuori terra ed uno dentro terra, ha presentato ricorso ritenendo illegittimo il provvedimento del Comune di Aprilia, emesso malgrado esistessero due proroghe al piano una del 2003, l’altra del 2006 e nonostante gli atti autorizzativi del Commissario ad acta della Regione Lazio, contestando anche la mancata notifica dell’atto di avviso per l’avvio del procedimento amministrativo. Il Comune di Aprilia, citato in giudizio, ha però dimostrato che non esisteva per quelle opere alcuna autorizzazione.
“Il provvedimento commissariale – sottolinea infatti il presidente del Tar di Latina Antonio Vincigurra – che formalmente è una proroga della concessione edilizia del 9 settembre 1991, è, come sostenuto dal Comune di Aprilia, manifestamente abnorme, dato che il commissario stesso era stato nominato per pronunciarsi su una singola e diversa istanza di concessione edilizia (quella del marzo 1998 relativa ad opere di urbanizzazione primaria, essendo il precedente titolo decaduto. Ne consegue che attraverso la proroga detto organo straordinario ha posto in essere un provvedimento in una situazione di manifesta carenza di attribuzione e del tutto legittimamente il Comune di Aprilia ha sanzionato come abusive le opere realizzate senza necessità di intervenire preventivamente in autotutela sull’atto commissariale”.
Per effetto della sentenza, la concessione edilizia incompiuta negli anni subirà una battuta d’arresto, mentre per le opere realizzate abusivamente bisognerà capire se sarà la società stessa o il Comune a procedere con la demolizione.
Francesca Cavallin